Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


miR-29: la micromolecola anti-invecchiamento che inibisce il deposito di ferro nei neuroni

miR-29: la micromolecola anti-invecchiamento che inibisce il deposito di ferro nei neuroniL'invecchiamento con l'acceleratore: la durata di vita naturale del <em>N. furzeri</em> è di soli pochi mesi. A sinistra un maschio di razza a lunga vita, di 6 mesi, a destra un maschio invecchiato di 13 mesi (Fonte: FLI / Grimm / Kästner)

Più anziani diventiamo, più il cervello invecchia. Le capacità cognitive declinano e aumenta costantemente il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative come la demenza, l'Alzheimer e il Parkinson o di avere un ictus. Una causa possibile è l'accumulo di molecole di ferro all'interno dei neuroni, che sembra essere comune a tutti i vertebrati.


In un progetto di ricerca collaborativo, nell'ambito del consorzio JenAge, ricercatori del Leibniz Institute on Aging / Fritz Lipmann Institute (FLI) di Jena in Germania, e della Scuola Normale Superiore (SNS) di Pisa, hanno scoperto che questo accumulo di ferro è legato a un microRNA chiamato miR-29. Finora si sapeva che questa piccola molecola è un soppressore tumorale, perché ostacola la proliferazione delle cellule tumorali.


Tuttavia è chiaro che il miR-29 regola anche la capacità del ferro di depositarsi nei neuroni. Usando il pesce africano nothobranchius furzeri, il vertebrato a vita più breve che può essere tenuto in condizioni di laboratorio, il team di Alessandro Cellerino ha mostrato un forte aumento dei depositi di ferro nel pesce dove era stato soppresso il miR-29, determinando un invecchiamento precoce del cervello.


Al contrario, i pesci sani che evidenziavano più miR-29 nei neuroni erano i più anziani. Quindi il miR-29 agisce come una sorta di molecola anti-invecchiamento quando si invecchia, inibendo l'accumulo di ferro nei neuroni.

 

Nuovo approccio terapeutico per il trattamento di malattie neurodegenerative e ictus

"Siamo fermamente convinti che i nostri risultati sono rilevanti pure per gli esseri umani", dice Alessandro Cellerino, professore di fisiologia alla SNS di Pisa e scienziato ospite del FLI, nonché autore senior dello studio.


In effetti conosciamo da tempo il collegamento tra un maggiore accumulo di ferro e le malattie neurodegenerative o ictus nell'uomo; ci sono anche studi che mostrano una concentrazione ridotta di miR-29 in queste malattie. Tuttavia, è totalmente nuovo il fatto che il miR-29 funge da interruttore molecolare che inibisce l'accumulo di ferro.


"Questi risultati sono sorprendenti - e molto promettenti, perché è già in corso lo sviluppo di farmaci basati sul miR-29 per la terapia del cancro. Questo può offrire un vantaggio per lo sviluppo di nuove terapie per il Parkinson o l'Alzheimer e anche per il trattamento degli ictus", aggiunge Cellerino.

 

Prima scoperta biomedica nel modello di invecchiamento precoce 'N. furzeri'

Il pesce africano Nothobranchius furzeri è stato introdotto solo di recente come modello animale nella ricerca sull'invecchiamento. E' stata la decifrazione del genoma del pesce alla fine del 2015 da parte del Leibniz Institute on Aging (FLI), che ha gettato le basi per gli studi genetici su questi vertebrati a rapido invecchiamento. "Ora inizia a pagare l'investimento di dieci anni, che sono voluti a noi e ai nostri collaboratori per decifrare il genoma", spiega il Prof. K. Lenhard Rudolph, Direttore Scientifico del FLI.


E Mario Baumgart, postdoc del FLI, che è stato coinvolto nello studio, aggiunge: "Non c'è nessun altro vertebrato che mostra un invecchiamento così rapido come questo piccolo pesce. E' come invecchiare con l'acceleratore. Inoltre, il 90% dei geni umani sono presenti nel pesce, permettendo a quasi tutta la conoscenza acquisita sul N. furzeri di essere trasferita agli esseri umani".


Questo è il motivo per cui i risultati sull'interruttore molecolare miR-29, che sono stati pubblicati il ​​13 febbraio sulla rivista BMC Biology, sono così promettenti e costituiscono un ulteriore passo verso il trattamento delle malattie neurodegenerative.

 

 

 


FonteLeibniz Institute on Aging – Fritz Lipmann Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Roberto Ripa, Luca Dolfi, Marco Terrigno, Luca Pandolfini, Aurora Savino, Valeria Arcucci, Marco Groth, Eva Terzibasi Tozzini, Mario Baumgart, Alessandro Cellerino. MicroRNA miR-29 controls a compensatory response to limit neuronal iron accumulation during adult life and aging. BMC Biology, 2017; 15 (1) DOI: 10.1186/s12915-017-0354-x

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)