Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Costruisci le tue riserve cognitive per ridurre il rischio di demenza

Non tutti quelli che hanno una predisposizione genetica o altri fattori di rischio devono soccombere.

Una delle tante domande che sconcertano i ricercatori sulla demenza è perché le placche amiloidi associate al morbo di Alzheimer (MA) possono accumularsi nel cervello di persone che non mostrano segni di demenza, mentre altri con una crescita simile di placche hanno un declino evidente della memoria e della capacità di pensiero. Uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Londra può fornire un indizio.


Lavorando con dati di un sondaggio nazionale sulla salute e lo sviluppo iniziato nel 1946, i ricercatori hanno esaminato la riserva cognitiva di oltre 1.000 partecipanti allo studio, a 69 anni di età. La riserva cognitiva misura la resilienza del cervello a danni o malattie; maggiore è la tua riserva cognitiva, meglio puoi combattere i sintomi della demenza o subire lesioni al cervello.


I ricercatori hanno controllato specifiche influenze genetiche e dello stile di vita di tutta la vita dei partecipanti. Queste includevano la cognizione infantile misurata a 8 anni, il livello di istruzione a 26 anni, il coinvolgimento nelle attività del tempo libero a 43 anni, i risultati di un test di lettura a 53 anni e i risultati di un esame cognitivo a 69.


Il test di lettura era progettato anche per misurare l'apprendimento complessivo acquisito nella vita, non solo l'apprendimento attraverso l'istruzione e l'occupazione. I ricercatori hanno poi confrontato i risultati per determinare quale fattore, se c'era, sembrava influenzare l'esito cognitivo di quelli che avevano raggiunto i 69 anni.


Ciò che i ricercatori hanno scoperto è che i partecipanti con punteggi cognitivi più elevati durante l'infanzia e una maggiore capacità di lettura in tarda mezza età erano associati a un punteggio più elevato nel test cognitivo effettuato ai 69 anni. Quelli con un diploma di laurea o un percorso educativo superiore hanno ottenuto un punteggio superiore rispetto ai partecipanti che si erano fermati alle superiori.


I partecipanti che si erano impegnati in almeno 6 diverse attività per il tempo libero, come giardinaggio, volontariato, apprendimento di una nuova lingua, adesione a un club del libro, possesso di un alto grado di interazione sociale, e frequenza a corsi di istruzione per adulti, hanno ottenuto un punteggio più alto di quelli che avevano partecipato a un massimo di  4 attività. E quelli con posti di lavoro a livello professionale più qualificato hanno ottenuto un punteggio superiore rispetto ai partecipanti con lavori meno qualificati.


Questi ricercatori hanno anche studiato il ruolo del gene ApoE, in particolare l'allele E4, noto per identificare il rischio genetico del MA e che provoca l'insorgenza della malattia a un'età più precoce della media. Mentre hanno scoperto che l'allele era associato a punteggi più bassi nell'esame cognitivo ai 69 anni, non ha cambiato l'associazione tra cognizione infantile e stato di cognizione negli anni successivi. Quando un partecipante aveva molta riserva cognitiva e ha ottenuto un punteggio elevato nel test di lettura, la presenza dell'ApoE4 era insignificante.


Secondo questo studio, formare riserva cognitiva nel tempo, perseguendo un'istruzione superiore o altri tipi di attività intellettualmente impegnative e rimanendo mentalmente, socialmente e fisicamente attivi, può aiutare a prevenire o ritardare i sintomi della demenza e il declino cognitivo.


Più attivo è il tuo cervello per tutta la vita, più riserva cognitiva accumuli e maggiori sono le possibilità di evitare i sintomi della demenza.

 

 

 


Fonte: Susan McQuillan MS/RDN in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: P Almeida-Meza, M Richards, D Cadar. Moderating Role of Cognitive Reserve Markers Between Childhood Cognition and Cognitive Ageing: Evidence From the 1946 UK Birth Cohort. Neurology, 3 Aug 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)