Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come le nostre cellule controllano e smaltiscono i loro rifiuti

Un team di ricerca di Friburgo e Francoforte ha scoperto come le cellule riconoscono e scompongono internamente i rifiuti. I risultati sono rilevanti per lo sviluppo di terapie per malattie come l'Alzheimer.

Atg11 molecule forms small droplets over a proteinAl microscopio a fluorescenza la molecola ATG11 (verde) forma piccole goccioline sulla superficie di un aggregato proteico (blu). Fonte: Mariya Licheva / University of Freiburg

Nelle nostre cellule avviene sempre un riciclo: in un processo chiamato autofagia, i componenti cellulari che non sono più necessari sono racchiusi da membrane e scomposti nei loro elementi di base. Questo processo vitale impedisce la formazione di aggregati dannosi e rende nuovamente disponibili i nutrienti.


Un team di ricerca guidato dalla prof.ssa Claudine Kraft dell'Università di Friburgo e dal dott. Florian Wilfling del Max Planck Institute of Biophysics di Francoforte ha ora scoperto le condizioni necessarie per l'avvio dell'autofagia. Sono anche riusciti a creare artificialmente queste condizioni e quindi a innescare la degradazione di molecole altrimenti non degradabili nelle cellule di lievito.


Puntare l'autofagia in questo modo è un approccio promettente per promuovere la degradazione di aggregati che possono altrimenti formare placche nelle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, nonché per migliorare l'efficacia dei trattamenti per il cancro. Lo studio è stato pubblicato su Nature Cell Biology.

 

Interazioni molecolari deboli essenziali per l'inizio dell'autofagia

Affinché avvenga la degradazione dei componenti cellulari attraverso l'autofagia, devono prima essere riconosciuti come rifiuti. Questo viene fatto da recettori e altre molecole adattatrici. Tuttavia, finora non era chiaro esattamente come queste molecole innescano i passaggi successivi.


"Ora abbiamo dimostrato che i recettori devono legarsi debolmente al materiale per essere eliminati e iniziare l'autofagia", spiega la Kraft. "Se si legano con troppa forza, il processo non si attiva".


Ciò che inizialmente suona controintuitivo è stato spiegato dai ricercatori con l'aiuto di simulazioni al computer ed esperimenti su cellule di lievito e cellule umane in coltura cellulare: il legame debole fa rimanere mobili i recettori e forma gruppi casuali.


"Quando è stato raggiunto il punto di concentrazione critica, si verifica la separazione di fase: le molecole adattatrici si uniscono e formano una goccia, come olio sull'acqua"
, spiega Wilfling. "Un tale accumulo liquido ha proprietà fisiche diverse rispetto alle singole molecole che fungono da piattaforma flessibile per tutte le altre molecole coinvolte nell'autofagia".

 

Possiamo controllare il processo artificialmente

Per testare la loro ipotesi, i ricercatori hanno introdotto particelle di virus nelle cellule di lievito che le cellule non sono normalmente in grado di scomporre. Modificando le particelle di virus in modo che i recettori dell'autofagia potessero legarsi debolmente ad esse, i ricercatori sono riusciti a innescare la degradazione della proteina virale.


Tuttavia, se modificavano la superficie in modo che i recettori si legassero fortemente ad essa, non aveva luogo alcun degrado. "Questo risultato è promettente perché mostra che possiamo intervenire specificamente nell'autofagia delle molecole di trasporto merci delle cellule viventi", concludono gli autori.

 

 

 


Fonte: University of Freiburg (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Licheva, [+19], C Kraft. Phase separation of initiation hubs on cargo is a trigger switch for selective autophagy. Nature Cell Biology, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)