Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Capire come si trasformano le staminali per curare le neurodegenerazioni

Come fanno gli esseri umani e gli altri mammiferi a diventare così intelligenti?


Wange Lu (Phd), ricercatore della University of Southern California (USC), ed i suoi colleghi, hanno fatto luce su questa questione in un articolo pubblicato il 24 ottobre su Cell Reports.


I ricercatori spiegano come le cellule staminali neurali e le cellule progenitrici si differenziano in neuroni e in cellule correlate, chiamate glia.


I neuroni trasmettono le informazioni tramite segnali elettrici e chimici; le glia circondano, supportano e proteggono i neuroni nel cervello e nel sistema nervoso. Le glia fanno di tutto, dal tenere al loro posto i neuroni, al fornire loro sostanze nutritive e ossigeno per proteggerli dagli agenti patogeni.


Studiando cellule staminali neurali embrionali di topo giovane in una capsula di Petri, Lu ed i suoi colleghi hanno scoperto che una proteina chiamata SMEK1 promuove la differenziazione delle staminali neurali e delle cellule progenitrici. Allo stesso tempo, la SMEK1 tiene sotto controllo queste cellule sopprimendo la loro proliferazione incontrollata.


I ricercatori hanno anche determinato che la SMEK1 non agisce da sola: essa lavora di concerto con la proteina Fosfatasi 4 per sopprimere l'attività di una terza proteina chiamata PAR3 che scoraggia la neurogenesi, ovvero la nascita di nuovi neuroni. Con la PAR3 disattivata, le cellule staminali e le progenitrici neurali sono libere di differenziarsi in neuroni e glia.


"Questi studi rivelano i meccanismi di come il cervello mantiene l'equilibrio delle cellule staminali e dei neuroni quando si sviluppa il cervello", ha detto Wange Lu, professore associato di biochimica e biologia molecolare al Centro Eli e Edythe Broad per la Medicina Rigenerativa e la Ricerca sulle Cellule Staminali della USC. "Se questo processo va male, porta al cancro, o al ritardo mentale o ad altre malattie neurologiche".


Le staminali neurali e cellule progenitrici hanno un grande potenziale come futuro trattamento per patologie neurodegenerative, e comprendere la loro differenziazione è il primo passo per sfruttare queste potenzialità terapeutiche.


Questo potrebbe offrire nuove speranze ai pazienti di Alzheimer, di Parkinson e di molte altre malattie attualmente incurabili.


Hanno collaborato allo studio Vicky Yamamoto (PhD), Si Ho Choi (PhD) e Zhong Wei (PhD) dell'Eli and Edythe Broad Center for Regenerative Medicine and Stem Cell Research at USC; Hee Kim e Ryang Choun-Ki Joo (PhD) dell'Università Cattolica della Corea a Seul; e il primo autore Jungmook Lyu (PhD) affiliato ad entrambe le istituzioni.


Il finanziamento per questo studio è stato dato dal National Institutes of Health.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Southern California - Health Sciences, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimenti: Jungmook Lyusend, Hee-Ryang Kim, Vicky Yamamoto, Si Ho Choi, Zong Wei, Choun-Ki Joo, Wange Lu. Protein Phosphatase 4 and Smek Complex Negatively Regulate Par3 and Promote Neuronal Differentiation of Neural Stem/Progenitor Cells. Cell Reports, October 2013, doi:10.1016/j.celrep.2013.09.034

Pubblicato in eurekalert.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.