Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La tensione coniugale ha un effetto sul caregiving?

Prendersi cura di un familiare malato cronico può avere un impatto sulla salute fisica, biologica e mentale del caregiver, secondo l'assistente professore Sunwoo Kang alla Facoltà  Counseling e Sviluppo Umano della South Dakota State University.


Lei ha analizzato la salute auto-dichiarata da caregiver adulti e sposati al «National Survey of Midlife in the United States».


Più di 65 milioni di americani si occupano di un famigliare malato cronico e si prevede che il loro numero aumenterà, secondo l'Alleanza Nazionale per il Caregiving. Di conseguenza, questo potrebbe diventare un grosso problema di sanità pubblica, sottolinea la Kang.


La ricercatrice ha cercato di capire se la qualità del rapporto coniugale può ridurre lo stress di prendersi cura di un familiare malato. Questo lavoro fa parte di un progetto di ricerca per il National Institute on Aging condiviso con il professor Nadine Marks del «Center for Demography of Health and Aging» all'Università del Wisconsin di Madison.


Usando i dati di 1.080 adulti sposati da 33 a 83 anni di età, essa ha confrontato le risposte di coloro che stavano assistendo genitori biologici o adottivi, con quelle di coloro che non lo facevano. I risultati indicano che i caregiver che sperimentano una elevata tensione coniugale valutano se stessi come significativamente meno in salute rispetto a quelli che avevano una minore tensione coniugale, secondo la Kang: "Livelli più elevati di tensione coniugale tra i caregiver familiari aggravano l'impatto negativo sulla salute", ha detto. "Al contrario, meno stress dal coniuge tampona questo effetto".


I caregiver con elevate tensioni dal loro coniuge hanno riferito più condizioni croniche, come diabete, artrite e ipertensione arteriosa, rispetto ai noncaregiver con elevate sollecitazioni dai coniugi, ha spiegato la Kang. I risultati sono stati gli stessi per uomini e donne.


Tuttavia, quando si trattava di prendersi cura di un bambino con una condizione o disabilità cronica, la Kang ha scoperto alcune differenze di genere. Anche se i caregiver padri hanno segnalato più condizioni croniche, lo stress coniugale non faceva differenza: "[Lo stress coniugale] non ha nè esacerbato né tamponato l'impatto del caregiving. Le madri sono più influenzate dalla qualità del rapporto coniugale rispetto ai padri".


In sostanza, un marito che aiuta può alleviare il rischio potenziale del caregiving e migliorare anche la capacità della donna di far fronte allo stress di prendersi cura di un bambino malato cronico. Tuttavia, sottolinea la Kang, nessuno studio ha preso in considerazione la quantità di tempo che un adulto sposato dedica alla cura o la gravità della disabilità del famigliare. Di conseguenza, ha detto, "dobbiamo essere cauti sulle implicazioni e con i suggerimenti".


"Il caregiving è un rischio per la salute di tutti i caregiver sposati. I miei studi forniscono prove dell'importanza cruciale dei programmi e delle politiche a supporto dei caregiver per proteggerne la salute, anche perchè sempre più adulti diventano caregiver", ha detto la Kang. "I mariti, in particolare, possono aiutare a tamponare i rischi sanitari della moglie e ridurre il carico della cura".

 

 

 

 

 

 


FonteSouth Dakota State University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  S. Kang, N. F. Marks. Marital Strain Exacerbates Health Risks of Filial Caregiving: Evidence From the 2005 National Survey of Midlife in the United States. Journal of Family Issues, 2014; DOI: 10.1177/0192513X14526392
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)