Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco ripristina le funzioni del cervello e della memoria all'inizio dell'Alzheimer

Un nuovo approccio terapeutico, che usa un farmaco già esistente, inverte una condizione presente in pazienti anziani con un rischio alto di demenza dovuta all'Alzheimer; questa la scoperta di ricercatori della Johns Hopkins University.


Il farmaco, usato di frequente per trattare l'epilessia, calma l'iperattività nel cervello dei pazienti con lieve decadimento cognitivo amnestico (aMCI), una condizione clinica riconosciuta in cui i disturbi della memoria sono maggiori del previsto rispetto all'età della persona, e che aumenta notevolmente il rischio di demenza di Alzheimer, secondo lo studio pubblicato questa settimana in NeuroImage: Clinical.


I risultati confermano le conclusioni iniziali del team della Johns Hopkins, pubblicate tre anni fa sulla rivista Neuron. Corrispondono inoltre strettamente ai risultati di studi sugli animali eseguiti dal team e da altri scienziati. Per il seguito, la neuroscienziata Michela Gallagher, la ricercatrice responsabile, spera che la terapia possa essere testata in un grande studio clinico a lungo termine.


L'iperattività ippocampale è ben documentata nei pazienti con aMCI e la sua comparsa prevede un'ulteriore declino cognitivo e la progressione verso la demenza di Alzheimer, ha detto la Gallagher. "Quello che abbiamo dimostrato è che dosi molto basse dell'antiepilettico atipico levetiracetam riducono questa sovra-attività", ha detto la Gallagher. "Allo stesso tempo, migliorano le prestazioni della memoria su un compito che dipende dall'ippocampo".


Il team ha studiato 84 soggetti - 17 di loro erano anziani normali sani e il resto aveva i sintomi di perdita di memoria pre-demenza definita aMCI. Tutti avevano più di 55 anni, con un'età media attorno ai 70.


I soggetti hanno ricevuto dosi variabili del farmaco e anche un placebo, in uno studio in doppio cieco randomizzato. I ricercatori hanno trovato che bassi dosaggi migliorano le prestazioni della memoria e normalizzano l'eccessiva attività rilevata dalla risonanza magnetica funzionale (che misura l'attività cerebrale durante un compito di memoria). Il dosaggio ideale trovato in questo studio clinico corrisponde a quello di precedenti studi preclinici in modelli animali.


"Vogliamo scoprire ora se il trattamento per un tempo più lungo riesce a impedire un ulteriore declino cognitivo e ritarda o ferma la progressione verso la demenza di Alzheimer", ha detto la Gallagher.

 

*******
Altri membri del team della Johns Hopkins includevano Arnold Bakker, assistente professore di psichiatria e Scienze Comportamentali; Marilyn S. Albert, Direttore della Divisione di Neuroscienze Cognitive nel Dipartimento di Neurologia; Gregory Krauss, Professore di Neurologia, e il coordinatore dello studio clinico Caroline L. Speck.

La Gallagher, Professore di Psicologia e Neuroscienze, è la fondatrice e fa parte del comitato scientifico di AgeneBio, un'azienda biotecnologica focalizzata sullo sviluppo di terapie per le malattie che colpiscono le funzioni cerebrali. La società ha sede a Baltimora.

Della AgeneBio la Gallagher possiede delle azioni soggette ad alcune restrizioni nell'ambito della politica della Johns Hopkins. Lei ha diritto di condividere le royalties percepite dall'università sulle vendite di prodotti legati alla sua posizione di inventore della proprietà intellettuale. I termini di questi accordi sono gestiti dall'università in conformità con le sue politiche sui conflitti di interesse.

Il lavoro del gruppo è stato supportato dal National Institutes of Health.

 

 

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Arnold Bakker, Marilyn S. Albert, Gregory Krauss, Caroline L. Speck, Michela Gallagher. Response of the medial temporal lobe network in amnestic mild cognitive impairment to therapeutic intervention assessed by fMRI and memory task performance. NeuroImage: Clinical, 2015; 7: 688 DOI: 10.1016/j.nicl.2015.02.009

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.