Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nel futuro gli ultrasuoni potrebbero aiutare a curare l'Alzheimer

L'ingegnere biomedico Elisa Konofagou e il suo team sono sul punto di scoprire un nuovo uso, potenzialmente innovativo, degli ultrasuoni: la possibilità di aprire temporaneamente la barriera naturale che separa i vasi sanguigni dal tessuto cerebrale nei topi. "Se la tecnica funziona negli esseri umani," dice lei, "i medici potrebbero utilizzare gli ultrasuoni per introdurre farmaci per via endovenosa direttamente nelle cellule cerebrali dei pazienti affetti da malattie come l'Alzheimer e il Parkinson."

L'ultrasuono, un tonalità riverberante troppo alta per essere sentita dall'orecchio umano, ha molte applicazioni. Può rilassare i muscoli degli atleti doloranti, sciogliere il grasso dei pazienti in liposuzione e rimuovere lo sporco dagli utensili da cucina. Una delle sue funzioni più nota è la creazione di immagini di feti nel grembo materno (ecografia).

Professor utilizza gli ultrasuoni per curare il morbo di Alzheimer Negli ultimi dieci anni, una professoressa della Columbia University è stata attiva nell'esplorare il pieno potenziale degli ultrasuoni nella lotta contro le malattie. L'ingegnere biomedico Elisa Konofagou e il suo team sta utilizzando la tecnologia per bruciare le cellule cancerose del seno, valutare la salute di un cuore, determinare le dimensioni di un aneurisma e misurare l'accumulo di placche all'interno di un'arteria.

Ora, Elisa è sul punto di scoprire un nuovo uso, potenzialmente innovativo, per gli ultrasuoni: la possibilità di aprire temporaneamente la barriera naturale che separa i vasi sanguigni dal tessuto cerebrale nei topi. "Se la tecnica funziona negli esseri umani," dice, "i medici potrebbero utilizzare gli ultrasuoni per introdurre farmaci per via endovenosa direttamente nelle cellule cerebrali dei pazienti affetti da malattie come l'Alzheimer e il Parkinson."

Non esiste ancora una cura per l'Alzheimer, nonostante lo sviluppo di farmaci che hanno dimostrato di sostenere i neuroni uccisi dalla malattia. La ragione: una massa, simile a un muro, di reticolato di proteina, comunemente chiamata la barriera emato-encefalica, che esiste per proteggere le cellule cerebrali da agenti patogeni presenti nel sangue .Alcuni ricercatori hanno tentato di rallentare la malattia, iniettando farmaci direttamente nell'area colpita del cervello. "Ma questa procedura è rischiosa, costosa e fallisce nove volte su 10," dice la Konofagou.

"Le malattie neurodegenerative sono poco curate a causa della barriera sangue-cervello", spiega Konofagou, la cui ricerca è sostenuta dal National Institutes of Health. "Alcuni trattamenti possono rallentare i sintomi, ma il disturbo della memoria e della capacità cognitiva è ancora compromessa, e ci sono effetti collaterali enormi."

La sua ricerca apre nuove possibilità per il trattamento mediante un processo in due fasi: microscopiche bolle verebbero iniettate nei vasi sanguigni dei pazienti attraverso una linea IV (intravena), e poi potrebbero viaggiare nei capillari cerebrali. Poi un fascio di ultrasuoni sarebbe posizionato sopra l'ippocampo - che controlla la memoria e viene in genere colpitoi dal morbo di Alzheimer precoce - causando l'oscillazione delle bolle contro la barriera emato-encefalica, e aprendola temporaneamente per l'introduzione del medicinale. "La barriera sanguigna del cervello è come un muro di mattoni rinforzate da fili, e questo metodo è un modo per allentare temporaneamente quei fili", dice Konofagou, titolare di un incarico congiunto con la Facoltà di Ingegneria e del Dipartimento di radiologia della scuola di medicina e ha prodotto più di una dozzina di studi sulla sua metodologia nel corso degli ultimi mesi.

"La D.ssa Konofagou si è affermata come uno dei maggiori studiosi nella somministrazione di farmaci neuro-terapeutici attraverso la barriera cerebrale-sanguigna, che attualmente non è possibile e sarebbe di grande importanza nello sviluppo di terapie vitali del cervello," dice il dottor Peter A. Lewin, direttore del Centro Biomedico Ultrasound Ricerca e Formazione presso la Drexel University, a Philadelphia.

Assieme alla recente ricerca che mostra che l'insorgenza precoce della malattia di Alzheimer è rilevabile nel liquido spinale, l'innovazione della Konofagou è particolarmente tempestiva. In futuro, dice, è possibile per i malati di Alzheimer fare una visita della durata di un'ora in un ambulatorio ogni tre settimane. La Konofagou è pronta a ribadire che la sua metodologia deve essere ancora testata su animali di grandi dimensioni, ed è richiesto un decennio per usata su esseri umani.

Nonostante la miriade di applicazioni possibili, ci sono alcune cose che gli ultrasuoni non possono fare. "Non si può fornire l'immagine di un intero cervello come una risonanza magnetica, e non può vedere i polmoni, perché non penetra l'aria ", dice la Konofagou. "Ma per il resto, credo gli ultrasuoni possono fare tutto".

 

Da Columbia University via PHYSORG.com, 15 ottobre 2010

Notizie da non perdere

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.