Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzheimer

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a migliorare dalla sua diagnosi di Alzheimer. Peter Dredge ha aiutato sua moglie Anna a sfidare le sue condizioni e a invertire i sintomi sin da quando le è stata diagnosticata all'età di 60 anni.


"Era una persona che pretendeva tanto, era la persona che poteva fare qualsiasi cosa"
, dice di colei che è sua moglie da più di 40 anni. "Organizzava tutti, tutto, ammiravo le sue capacità".


Prima della sua diagnosi, Anna era una forza da non sottovalutare. Ma quella forza è stata portata via quando l'Alzheimer ha preso piede. Peter dice che a tutti i pazienti con la condizione viene detta la stessa cosa dal loro medico: "Hai l'Alzheimer, morirai, l'unica domanda è quanto velocemente morirai".


La sig.ra Dredge si è deteriorata rapidamente e l'anno scorso le sono stati dati solo tre mesi di vita. Ma suo marito ha rifiutato di arrendersi e, invece di pianificare un funerale, ha pianificato la sua guarigione. "Non siamo bravi ad arrenderci", ha detto.


La coppia ha trovato un programma sviluppato dal neurologo statunitense Dale Bredesen, la cui ricerca ha dimostrato che l'Alzheimer poteva essere curato. "Prima devi seguire ciò che ha causato i sintomi, poi vai dietro alle cause", dice il sig. Dredge. "Quando lo fai, lo decomponi, ed è in realtà relativamente semplice da fare".


Per prima cosa hanno iniziato a 'disintossicare' la sig.ra Dredge per affrontare le tossine prodotte dalle sue condizioni. "Abbiamo affrontato la dieta, l'esercizio fisico, è stato molto ampio". Il programma ha fatto un'enorme differenza, dice.


"Dal momento in cui abbiamo iniziato a disintossicare, entro 10 giorni si è vista una inversione di tendenza: si è calmata, ha iniziato a parlare più spesso e ha iniziato a riconoscermi", ha detto. "Il cambiamento è assolutamente fenomenale, oggi la guardi e lei sembra gravemente disabile, ma se la confronti con quella di un mese fa è completamente diversa".


Dice che un dottore era particolarmente entusiasta dei progressi della moglie. "Sono quasi caduto dalla sedia quando Anne è stata ricoverata in ospedale e questo medico le ha detto: «Qui è dove va la medicina»".


Il sig. Dredge dice che l'inversione dei sintomi della moglie è a dir poco miracolosa: "Era nella fase finale, stava precipitando assolutamente, penso che lei sia stata una delle prime al mondo ad averlo fatto".

 

 

 


Fonte: Newshub (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.