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Il tè può ridurre il rischio di declino cognitivo negli anziani?

I bevitori di tè sembrano avere regioni cerebrali organizzate meglio, il che è associato a una funzione cognitiva sana, secondo uno studio guidato dal prof. Feng Lei, dell'Università Nazionale di Singapore.


Lo studio, che ha coinvolto 957 anziani cinesi over-55, ha scoperto che il tè può migliorare l'efficienza cerebrale.


"I nostri risultati offrono la prima evidenza di un contributo positivo del tè alla struttura del cervello e suggeriscono che bere regolarmente tè ha un effetto protettivo contro il calo dell'organizzazione cerebrale che viene con l'età", ha affermato Lei.


I risultati, pubblicati in giugno 2019 su Aging, dicono che le persone che hanno consumato tè verde, tè oolong o tè nero, almeno quattro volte alla settimana per circa 25 anni, hanno regioni cerebrali che sono interconnesse più efficientemente.


Lo studio ha rilevato che, con un'abitudine regolare di bere tè, il rischio di deterioramento cognitivo negli anziani si è ridotto del 50% e in quelli geneticamente predisposti al morbo di Alzheimer, il rischio si è ridotto ulteriormente, dell'86%.


Il tè è una delle bevande più consumate del mondo, e si ritiene che il beneficio a lungo termine sia dovuto ai composti bioattivi presenti nelle sue foglie, che possono avere effetti antinfiammatori e antiossidanti. I ricercatori pensano che altre proprietà bioattive del tè possano proteggere il cervello dai danni vascolari e dalla neurodegenerazione.


Il prof. Lei ha detto che i risultati hanno importanti implicazioni per la prevenzione della demenza, ma ha anche notato che la comprensione dettagliata dei meccanismi biologici è ancora molto limitata, ed è necessaria più ricerca per avere risposte definitive.


Il dott. James Pickett, capo della ricerca all'Alzheimer's Society, tuttavia, rimane cauto per quanto riguarda i risultati sul legame tra consumo di tè e il ritardo del declino cognitivo:

"Anche se sarebbe meraviglioso scoprire che bere un'umile tazza di tè potrebbe impedirti di sviluppare problemi di memoria e di pensiero, finora la ricerca che collega le due cose è rimasta inconcludente".


Nonostante siano necessarie ulteriori ricerche, i professionisti medici promuovono questa bevanda per varie qualità utili alla salute. Ad esempio:

  • il tè verde contiene la massima quantità di polifenoli antiossidanti, che è stato collegato all'abbassamento del colesterolo, un aiuto al metabolismo e con un ruolo probabile nella prevenzione di determinati tipi di tumori o diabete;
  • il tè bianco ha livelli alti di flavonoidi, che possono ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione e diabete;
  • il tè nero ha benefici nel migliorare la circolazione sanguigna, portando a minori casi di malattie cardiache e di ipertensione.


Mentre è facile incorporare più tè nella tua alimentazione per i suoi possibili benefici, come con qualsiasi integratore alimentare, dovresti sempre consultare il medico prima di aumentare l'assunzione di tè come misura per la salute.


Finché la scienza del tè rimane inconcludente, il tuo medico potrebbe voler discutere altre misure preventive e/o di manutenzione della salute.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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