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'Aggressione' nel paziente di Alzheimer può essere qualcos'altro

Uomo Anziano Arrabbiato Uomo Anziano Arrabbiato Che Indica La Sua Barretta Con Collera VoiArrivi da dietro e tocchi la spalla di tuo padre, che ha l'Alzheimer; lui si gira e cerca di colpirti. "E' aggressivo" è l'etichetta che gli viene subito appiccicata adosso.

Ma lo è davvero? O ha semplicemente reagito essendo spaventato da qualcuno che non ha sentito o non ha visto arrivare e l'ha toccato?


Nella persona con Alzheimer diminuisce la visione periferica, e di conseguenza non può vedere né percepire chi si avvicina. Quindi, quando non permettiamo alla persona con Alzheimer di vederci prima che lo tocchiamo, è possibile che abbiamo provocato noi la risposta fisica che ne risulta? Che sia spaventato o che si senta attaccato, l'uomo sta istintivamente proteggendosi.


Questo non lo fa essere "aggressivo"; lui sta semplicemente rispondendo in un modo autoprotettivo. E poiché non ha più la capacità percettiva di distinguere tra un "colpetto" e uno "schiaffo", né ha un filtro per controllare la sua reazione, la sua risposta protettiva può essere dotata di una certa forza! Ma ancora una volta, questo non lo fa essere aggressivo, è solo reattivo al nostro approccio discutibile.


Molti casi etichettati come "comportamento aggressivo", sono in realtà le conseguenze nefaste dell'avvicinarsi alla persona nel modo sbagliato da parte dei famigliari e dei caregivers. Si consideri questo esempio: Tua moglie non si spoglia per fare la doccia, quindi cominci a toglierle i vestiti. Lei ti agita contro le braccia e ti urla contro. Sta diventando aggressiva o è spaventata perché magari non ti riconosce e non capisce quello che stai cercando di fare?


Come familiari e caregivers, abbiamo bisogno di capire che il mondo di Alzheimer della persona è ormai compromesso dai sensi impoveriti, dalla prospettiva limitata, e dalla capacità declinante di dare una sequenza alle fasi e ad elaborare i comandi e le indicazioni. In più dobbiamo considerare dov'è proprio adesso la persona con Alzheimer, mentre le stiamo parlando o verso la quale ci dirigiamo o alla quale si stiamo avvicinando. E' nella nostra stessa realtà (il momento presente) o è nella sua, che può essere nel presente o da qualche parte nel passato.


La donna che non riconosce il suo marito da 50 anni, è forse da qualche parte nel passato, quando era più giovane e forse neanche sposata, quindi chi è questo signore anziano che sta cercando di spogliarla?


Questa è la realtà dolorosa del caregiver familiare. E questa realtà può complicare i nostri sforzi per restare calmi e consapevoli del nostro approccio quando si vive con o ci si prende cura di una persona cara con l'Alzheimer.


Naturalmente ci sono alcune persone con Alzheimer che diventano aggressive, nonostante tutti gli approcci positivi e i migliori sforzi. E hanno bisogno di essere trattate con interventi considerati attentamente. Ma è importante sapere esattamente con cosa abbiamo a che fare: cosa viene prima, l'uovo o la gallina? Abbiamo avuto un qualsiasi ruolo nella creazione del problema? Dobbiamo rispondere a queste domande prima di etichettare qualcuno come aggressivo.

 

 

 

 

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Pubblicato da Joan Wright in PatriotLedger.com il 26 Ottobre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Foto: © | Dreamstime.com

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