Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Carenza di vitamina D collegata alla depressione nelle donne giovani

Carenza di vitamina D collegata alla depressione nelle donne giovaniStudenti della Oregon State University si godono una giornata di sole invernale nel campus di Corvallis.

Un nuovo studio della Oregon State University suggerisce che c'è una relazione tra la carenza di vitamina D e la depressione nelle giovani donne, per il resto sane.


L'autore principale David Kerr della OSU ha scoperto che, nel corso di uno studio di 5 settimane, le giovani donne con bassi livelli di vitamina D avevano più probabilità di avere sintomi depressivi clinicamente significativi. I risultati sono rimasti coerenti anche quando i ricercatori hanno preso in considerazione altre possibili spiegazioni, come il periodo dell'anno, l'esercizio fisico e il tempo trascorso all'esterno.


"La depressione ha cause molteplici e potenti e, se la vitamina D fa parte del quadro, è solo una piccola parte", ha detto Kerr, professore associato alla School of Psychological Science dell'OSU. "Ma, visto l'alto numero di persone affette da depressione, ogni piccola scorreria che possiamo fare potrebbe avere un impatto importante sulla salute pubblica".


I risultati sono stati pubblicati recentemente sulla rivista Psychiatry Research. I co-autori sono Sarina Saturn della School of Psychological Science; Balz Frei e Adrian Gombart del Linus Pauling Institute dell'OSU; David Zava del ZRT Laboratory e Walter Piper, un ex studente dell'OSU ora alla New York University.


La vitamina D è un nutriente essenziale per la salute delle ossa e per la funzionalità muscolare. La carenza è stata associata ad una funzione immunitaria compromessa, ad alcune forme di cancro e alle malattie cardiovascolari, ha detto Gombart, professore associato di biochimica e biofisica, ricercatore principale del Linus Pauling Institute ed esperto internazionale della vitamina D e della risposta immunitaria.


Le persone creano da sè stesse la vitamina D quando la loro pelle è esposta alla luce solare. Quando il sole è scarso in inverno, le persone possono prendere un integratore, ma la vitamina D si trova anche in alcuni alimenti, come il latte fortificato con essa, secondo Gombart. La dose giornaliera raccomandata di vitamina D è di 600 UI al giorno. Non esiste un livello stabilito di vitamina D sufficiente per la salute mentale.


Il nuovo studio è stato suggerito in parte dalla convinzione diffusa che la vitamina D e la depressione siano collegate, ma non c'è in realtà molta ricerca scientifica che supporta questa convinzione, ha detto Kerr: "Penso che le persone sentano che la vitamina D e la depressione possono cambiare con le stagioni, quindi è naturale assumere che le due siano collegate".


Secondo Kerr ed i suoi colleghi, molte ricerche fatte nel passato non hanno in realtà trovato alcuna associazione tra le due, ma gran parte di quella ricerca si è basata sugli anziani o su popolazioni mediche speciali.


Lo studio di Kerr si è concentrato sulle giovani donne nel nord-ovest del Pacifico, perché sono a rischio di depressione e di carenza di vitamina D. Precedenti ricerche avevano scoperto che il 25 per cento delle donne americane sperimentano una depressione clinica ad un certo punto della vita, rispetto al 16 per cento degli uomini, per esempio.


I ricercatori hanno reclutato 185 studenti universitari dell'OSU, tutte donne, da 18 a 25 anni, per partecipare allo studio in momenti diversi durante l'anno scolastico. Hanno misurato i livelli di vitamina D da campioni di sangue e le partecipanti hanno completato un sondaggio sui sintomi della depressione ogni settimana per 5 settimane.


Molte donne nello studio avevano livelli di vitamina D considerati sufficienti per una buona salute, e i tassi erano molto più elevati tra le donne di colore, che avevano livelli insufficienti nel 61 per cento dei casi, rispetto al 35 per cento delle altre. Inoltre, più di un terzo dei partecipanti hanno riferito sintomi depressivi clinicamente significativi ogni settimana nel corso dello studio. "Può sorprendere che così tante giovani donne, apparentemente sane, vivano questi rischi per la salute", ha detto Kerr.


Come previsto, i livelli di vitamina D delle donne dipendevano dal periodo dell'anno: i livelli cadevano durante l'autunno, erano al minimo in inverno, e aumentavano in primavera. La depressione non ha mostrato uno schema chiaro, spingendo Kerr a concludere che i collegamenti tra la carenza di vitamina D e la depressione stagionale dovrebbero essere studiati in grandi gruppi di soggetti a rischio.


I ricercatori dicono che lo studio non permette di affermare che i livelli di vitamina D causino la depressione. Uno studio clinico per esaminare se gli integratori di vitamina D potrebbero aiutare a prevenire o alleviare la depressione è il prossimo passo logico per comprendere il legame tra le due, ha detto Kerr.


I ricercatori dell'OSU già hanno iniziato uno studio successivo sulla carenza di vitamina D nelle donne di colore. Nel frattempo, essi incoraggiano le persone a rischio di carenza di vitamina D a parlare con il loro medico per prendere un integratore. "Gli integratori di vitamina D sono poco costosi e facilmente reperibili", Ha detto Kerr. "Certamente non dovrebbero essere considerati come alternative ai trattamenti efficaci per la depressione, ma fanno bene alla salute generale".

 

*****
La ricerca è stata finanziata dal Good Samaritan Hospital e dal National Institute of Environmental Health Sciences.

 

 

 

 

 


Fonte: Oregon State University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  David C.R. Kerr, David T. Zava, Walter T. Piper, Sarina R. Saturn, Balz Frei, Adrian F. Gombart. Associations between vitamin D levels and depressive Symptoms in healthy young adult women. Psychiatry Research, 2015; DOI: 10.1016/j.psychres.2015.02.016

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.