Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l'Alzheimer

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l'Alzheimer (Foto: Stanford university)

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la condizione può non distruggere i ricordi, ma solo ostacolare la nostra capacità di richiamarli.


L'Alzheimer è da sempre considerata una malattia che cancella completamente i ricordi. La condizione coinvolge grumi di proteine ​chiamate 'placche amiloidi' e grovigli di proteine ​​tau che si accumulano nel cervello, dove si pensa che distruggano i neuroni che conservano i nostri ricordi.


Ma gli esperimenti di Christine Denny alla Columbia University e colleghi suggeriscono che i ricordi  possono non essere cancellati dalla malattia ma che diventano più difficili da ritrovare. Inoltre, questi ricordi possono essere risvegliati attivando artificialmente i neuroni in cui sono memorizzati. La ricerca potrebbe essere rivoluzionaria, afferma Ralph Martins della Edith Cowan University in Australia: "Ha il potenziale di portare allo sviluppo di nuovi farmaci per aiutare a riacquistare i ricordi".


Per capire come la memoria è danneggiata dall'Alzheimer, i ricercatori hanno sviluppato un modo di visualizzare i singoli ricordi nel cervello di topo. Hanno progettato geneticamente dei topi con i neuroni che risplendono di giallo quando sono attivati ​​durante la memorizzazione del ricordo e di rosso quando sono attivati ​​durante il suo richiamo.


Sono stati allevati due gruppi di questi topi: uno rimasto sano e uno con una condizione simile all'Alzheimer umano. Entrambi i gruppi di topi hanno avuto un test di memoria. All'inizio sono stati esposti ad un profumo di limone e hanno ricevuto una scossa elettrica. Una settimana dopo, sono stati esposti allo stesso profumo di limone.


I topi sani si sono immediatamente bloccati prevedendo di ricevere di nuovo la scossa. I topi con Alzheimer si sono bloccati in quasi la metà dei casi dei topi sani, suggerendo che non ricordavano altrettanto bene il legame tra odore e scossa.


Questo comportamento corrispondeva a quello che il team ha rilevato nell'ippocampo dei topi, l'area del cervello che registra i ricordi. Nei topi sani, i neuroni rossi e gialli corrispondevano, mostrando che i topi recuperavano il ricordo limone-scossa dallo stesso posto in cui era stato memorizzato. Ma nei topi di Alzheimer, le cellule che risplendevano di rosso erano diverse durante il richiamo, suggerendo che stavano richiamando i ricordi sbagliati.


Questo potrebbe aiutare a spiegare perché le persone con Alzheimer presentano falsi ricordi, dice la Denny. Ad esempio, molte persone con la condizione ricordano erroneamente dove si trovavano durante gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001. Gli esperimenti con i topi suggeriscono che ciò è dovuto al fatto che stanno recuperando informazioni dalle cellule cerebrali sbagliate.


Con una tecnica di ingegneria genetica chiamata optogenetica, il team della Denny ha continuato riattivando il ricordo limone-scossa nei topi di Alzheimer. Inviando un raggio laser blu lungo un cavo in fibra ottica nel cervello, sono riusciti a stimolare i neuroni che memorizzavano il ricordo, spingendo i topi a congelarsi quando sentivano l'odore di limone.


Ciò dimostra che i ricordi 'persi' possono rimanere nel cervello ed essere recuperabili.


L'optogenetica non è una tecnica che può essere usata nelle persone, perché non è ancora sicura o pratica per stimolare i nostri neuroni o per inviare raggi laser nel nostro cervello. Ma in futuro, dei farmaci mirati o tecniche come la stimolazione profonda del cervello possono aiutare le persone con l'Alzheimer ad accedere ai loro ricordi dimenticati, dice la Denny.


Il prossimo passo sarà confermare che gli stessi meccanismi di memorizzazione e recupero della memoria dei topi esistono anche nelle persone, spiega Martins. Ma ci sono già indizi che i ricordi perduti da lungo tempo possono essere risvegliati nelle persone con la malattia, dice Martins. "La musica è l'esempio migliore, che ha attirato molta attenzione come modo per recuperare i ricordi del passato in questi pazienti, quindi ha senso".


Se le tecniche della Denny funzioneranno nelle persone, potrebbero avere applicazioni più ampie, come aiutare i testimoni a ricordare meglio le scene del crimine o gli studenti a ricordare le loro note di studio. Possiamo anche sfruttare i ricordi dimenticati della nostra infanzia.


Tuttavia, è improbabile che possiamo selezionare ricordi specifici perché non sappiamo in quali neuroni sono stati memorizzati, e alcuni neuroni potrebbero contenere più ricordi, dice la Denny. "Nessuno vorrebbe riportare in vita anche i ricordi cattivi".

 

 

 


Fonte: Alice Klein / New Scientist in The Washington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jennifer N. Perusini, Stephanie A. Cajigas, Omid Cohensedgh, Sean C. Lim, Ina P. Pavlova, Zoe R. Donaldson and Christine A. Denny. Optogenetic stimulation of dentate gyrus engrams restores memory in Alzheimer's disease mice. Hippocampus. 2017;00:1–13. DOI 10.1002/hipo.22756

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.