Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Speranze per il trauma o la demenza dalle nuove scoperte sulla 'memoria flash'

Gli scienziati dell'Università del Sussex hanno fatto un passo avanti nel dettagliare la formazione della 'memoria flash' (flashbulb memory), che può aiutare una lumaca a trovare una delizia zuccherata, ma anche indurre un ex combattente a rivivere ripetutamente il suo trauma.


La nuova ricerca ci avvicina molto alla comprensione di come possiamo controllare i ricordi traumatici e revocare il crudele blocco per quelli nuovi.


Il prof. George Kemenes e il dott. Sergei Korneev dell'Università del Sussex hanno identificato una molecola specifica, un «microRNA» (miRNA, un RNA molto corto che non codifica alcuna proteina), che ha un ruolo cruciale nel garantire la formazione di una memoria a lungo termine.


La scoperta potrebbe essere un passo importante verso lo sviluppo di trattamenti per i pazienti di demenza, in quanto getta nuova luce su come due proteine ​​'yin e yang' (CREB1 e CREB2), controllano la formazione o la soppressione dei ricordi.


I risultati di questo progetto finanziato dal BBSRC sono significativi perché è la prima volta che miRNA specifici hanno dimostrato di avere un ruolo chiave nella formazione dei ricordi a lungo termine, dopo un singolo episodio di apprendimento, e ci fa capire meglio come anche organismi semplici come le lumache possono ricordare un'attività dopo un solo tentativo.


La scoperta, di neuroscienziati dell'Università del Sussex, con l'assistenza di colleghi dell'Università di Oxford e dell'Istituto Koltzov di Biologia dello Sviluppo dell'Accademia Russa delle Scienze, è stata ottenuta con esperimenti sul modo in cui grandi lumache di stagno (Lymnaea stagnalis) possono conservare, dopo un singolo test, il ricordo del semplice compito svolto.


Nei test, è stato riscontrato che i livelli del miRNA Lym-miR-137 aumentano significativamente poco dopo l'apprendimento in un singolo esperimento. Questo ha poi portato ad una riduzione della proteina Lym-CREB2 mRNA, nota per il suo ruolo nella restrizione della memoria, agendo da vincolo molecolare nella formazione dei ricordi.


I risultati sono stati inizialmente una sorpresa per il team di ricerca poiché precedenti esperimenti sui topi avevano dimostrato che la riduzione delle miRNA avevano migliorato alcuni tipi di apprendimento e memoria.


Il team crede che a tipi distinti di miRNA siano collegati diversi tipi di apprendimento e che nella formazione di diversi tipi di memoria possa essere coinvolta un'intera 'zuppa' complessa di miRNA. È stato riscontrato che i livelli di 14 miRNA diversi erano alterati in momenti diversi, durante il processo di apprendimento a prova singola.


Il Prof Kemenes crede che, imparando come controllare i livelli di CREB2 e della sua controparte CREB1, si potrebbe sviluppare un farmaco per alleviare il blocco della formazione di nuovi ricordi nei pazienti con demenza. Allo stesso modo questo controllo ha il potenziale di aiutare a reprimere i ricordi dolorosi di coloro che soffrono di disturbo da stress post-traumatico.


Il Prof Kemenes ha detto:

"Il controllo dei livelli di CREB1 e CREB2 aiuta gli animali a conservare solo i ricordi che sono utili per completare un compito semplice, piuttosto che cercare di conservare molte informazioni superflue.

"Il modo in cui le lumache formano i ricordi per questo tipo di apprendimento è simile a come si formano all'interno degli esseri umani.

"La formazione di una memoria flash, che viene conservata per tutta la vita, spesso deriva dalla creazione di un ricordo molto negativo (come qualcosa di particolarmente traumatico o violento), ma può anche accadere dopo qualcosa di molto più piacevole come il primo bacio.

"Più impareremo sul processo fisico della formazione dei ricordi, più speriamo che alla fine potremo capire i modi per contrastare le condizioni in cui i ricordi sono troppo traumatici o dove i nuovi ricordi sono limitati".

 

 

 


Fonte: University of Sussex via ScienceDaily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sergei A. Korneev, Dimitris V. Vavoulis, Souvik Naskar, Varvara E. Dyakonova, Ildikó Kemenes, György Kemenes. A CREB2-targeting microRNA is required for long-term memory after single-trial learning. Scientific Reports, 2018; 8 (1) DOI: 10.1038/s41598-018-22278-w

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)