Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il motivo per cui i sogni vividi fanno bene al tuo cervello

Sleep pattern

Nel primo secolo aC, il poeta romano Lucrezio è stato uno dei primi a osservare il sonno con 'movimento oculare rapido' (REM, rapid eye movement), quando ha scritto di aver visto uno dei suoi cani da caccia contorcersi mentre dormiva accanto al fuoco. Nell'osservare gli occhi schizzare da una parte all'altra sotto le palpebre chiuse, Lucrezio ha osservato che “l'animale sembrava essere a caccia di un certo tipo di preda fantasma nella sua mente”.


Per quanto ne so, questa è la prima osservazione documentata di sonno REM in un essere umano o animale. È sorprendente che gli scienziati moderni abbiano realizzato il significato di sonno REM solo nel 1951. REM è la fase del sonno notturno quando facciamo il nostro sogno più vivido e riproduciamo gli eventi del giorno attraverso i nostri sogni notturni.


Un team di ricercatori ha dimostrato di recente, per la prima volta, perché il sonno REM (onde cerebrali theta) è considerato una chiave di volta per il consolidamento della memoria in tutti i mammiferi, compreso l'uomo. I ricercatori della McGill University e dell'Università di Berna hanno usato l'optogenetica per confermare un nesso di causalità tra il sonno REM e la formazione della memoria e hanno pubblicato il loro studio in maggio 2016 sulla rivista Science.


I cicli di sonno REM si verificano ciclicamente ogni 90 minuti e durano per circa 20/25 minuti. Il REM è il periodo più importante per sognare e apprendere durante il ciclo del sonno. All'interno del ciclo REM, i tuoi occhi si muovono in scatti che occupano circa un terzo del sonno REM. Quattro delle cinque fasi del sonno sono non-REM. Gli adulti passano circa il 25% dei loro cicli di sonno notturno nel sonno REM.

 

Sonno REM, ritmi Theta e sogni consolidano i ricordi

Molto prima dell'avvento dell'optogenetica, Rumi ha osservato profeticamente: “Anche se ci sembra di dormire, c'è una veglia interiore che dirige i sogni. E che alla fine ci fa trasalire di nuovo alla verità di chi siamo”.


Per oltre un decennio, i ricercatori del sonno hanno ipotizzato che il sonno REM fosse correlato con il consolidamento della memoria. Ma, come sappiamo, la correlazione non significa causalità. Ciò che rende il nuovo studio di optogenetica così innovativo è che prima di questa tecnica rivoluzionaria, stabilire la causalità diretta tra l'attività neurale durante il sonno REM e il consolidamento della memoria, era un compito impossibile a causa della natura paradossale del sonno REM.


Negli ultimi anni, centinaia di studi diversi hanno tentato, senza successo, di isolare l'attività neurale durante il sonno REM usando metodi sperimentali tradizionali. In questo nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato l'optogenetica, che ha permesso loro di puntare una popolazione precisa di neuroni e controllarne l'attività con la luce.


In una dichiarazione, Sylvain Williams, co-autore della ricerca e professore di psichiatria alla McGill, ha detto:

Abbiamo scelto di puntare i neuroni che regolano l'attività dell'ippocampo, una struttura che è fondamentale per la formazione della memoria durante la veglia ed è chiamato il 'sistema GPS' del cervello ... Sapevamo già che le informazioni appena acquisite vengono memorizzate in diverse tipi di memorie, spaziali o emotive, prima di essere consolidate e integrate. Come il cervello esegue questo processo era rimasto poco chiaro, fino ad ora. Abbiamo dimostrato per la prima volta che il sonno REM è in effetti fondamentale per la normale formazione della memoria spaziale nei topi.


Per testare la memoria spaziale a lungo termine, gli scienziati hanno addestrato i topi ad individuare un nuovo oggetto collocato in un ambiente controllato in cui erano piazzati due oggetti di forma e volume simile. I topi tendono a passare più tempo ad esplorare spontaneamente un oggetto nuovo piuttosto che uno familiare, coinvolgendo così apprendimento e richiamo.


Quando questi topi erano nel sonno REM, i ricercatori hanno usato impulsi di luce per spegnere i neuroni associati a quella memoria, per determinare se questo poteva influenzare il consolidamento della memoria stessa. Il giorno dopo, gli stessi topi non sono riusciti ad eseguire il compito di memoria spaziale imparato il giorno precedente. Rispetto al gruppo di controllo, la loro memoria sembrava essere cancellata, o per lo meno compromessa.


"Silenziare gli stessi neuroni per tempi simili, al di fuori degli episodi REM, non ha avuto effetto sulla memoria. Ciò indica che è necessaria l'attività neuronale, in particolare durante il sonno REM, per il normale consolidamento della memoria", ha detto l'autore dello studio Richard Boyce.

 

Impariamo quando sogniamo: i sogni vividi plasmano i nostri ricordi

Il processo di impiantare e forgiare le nostre esperienze quotidiane nella memoria a lungo termine attraverso il sonno REM è il modo in cui impariamo a padroneggiare qualsiasi sport, arte, strumento musicale, tecnica chirurgica, ecc., attraverso la pratica quotidiana.


Il sonno REM è una parte fondamentale di quel padroneggiare. Nel mio libro The Athlete’s Way, esploro la ricerca di Robert Stickgold, della Harvard University, che ha dedicato la sua vita a studiare come il sonno si collega alla memoria e all'apprendimento.


Come spiega Stickgold, "Supponiamo che tu stia cercando di imparare un passaggio in un'etude di Chopin, e proprio non ce la fai. Ti allontani, e il giorno successivo (dopo una buona notte di sonno), lo impari al primo tentativo, in modo perfetto. Lo vediamo con musicisti e con ginnasti. C'è qualcosa che ha a che fare con l'imparare modelli di attività motorie, movimenti complessi, ... sembrano andare meglio da soli”.


A pagina 313 scrivo:

Le persone che giocano al videogioco Tetris prima di dormire sognano del Tetris nel sonno e vanno meglio la mattina successiva quando si svegliano. I poeti che leggono o scrivono in pentametro giambico prima di andare a letto, sognano in giambico e scrivono poesie nel sonno.

Approfitta del tempo prima di coricarti per preparare i tuoi sogni, decidendo come vuoi lanciarti nei tuoi sogni. Evoca le cose a cui vorresti pensare o lavorare nel sonno, e diventerà una realtà fantastica.

 

"

'I Can't Get No Satisfaction' è arrivata a Keith Richards in sogno

William Shakespeare ha saggiamente osservato: “Noi siamo della materia di cui sono fatti i sogni e la nostra piccola vita è circondata dal sonno”. Il tempo che passiamo a sognare durante il sonno REM è probabilmente lo stato più creativo che la mente sperimenta nelle 24 ore. Ad esempio, Keith Richards ha avuto la canzone 'Satisfaction' nel sonno e ha registrato la maggior parte della canzone in un registratore a nastro accanto al letto.


Lo scienziato Claude Bernard ha scritto ampie note mediche in un libro rosso che teneva accanto al suo letto e ha affermato di avere avuto la maggior parte delle sue intuizioni mediche durante i suoi sogni.


Non a caso, si scopre che il cervello e l'ippocampo hanno un ruolo nella memoria cerebrale a lungo termine quando si dorme. Si ritiene che anche il cervelletto abbia un ruolo chiave nella codifica delle memorie procedurali quando dormiamo.


Ci sono migliaia di aneddoti di grandi creativi che hanno avuto momenti di Eureka! quando sognavano. Ognuno di noi sa per esperienza di prima mano come la nostra immaginazione fluisca insieme a idee non collegate quando sogniamo.


Esercizio aerobico regolare, buon sonno e sogni vividi vanno mano nella mano. L'esercizio fisico regolare permette un sonno più profondo e sogni migliori. Più regolarmente fai esercizio, meglio dormi, più sogni durante il sonno REM, e più diventi una potenza creativa.

 

 

Infine: il sonno REM ha drastiche implicazioni nelle malattie cerebrali

Poiché il sonno REM e il sogno sono componenti fondamentali del sonno per tutti i mammiferi, compreso l'uomo, l'insorgenza di vari disturbi cerebrali come l'Alzheimer e il Parkinson è sempre più associata con un sonno di qualità scadente.


Statisticamente, il sonno REM è significativamente perturbato nell'Alzheimer. Secondo i ricercatori, i risultati di questo studio suggeriscono che l'alterazione del sonno REM può esacerbare i deficit di memoria osservati nell'Alzheimer.

 

 

 


Fonte: Christopher Bergland in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.