Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un caregiver millennial su 6 si occupa di un parente con demenza in USA

Il nuovo rapporto Millennials and Dementia Caregiving in the United States, pubblicato ieri dall'Institute on Aging della University of Southern California e da UsAgainstAlzheimer's, mostra che un caregiver millennial su sei si prende cura di qualcuno con una demenza.


Con la prevalenza dell'Alzheimer e di altre demenze prevista negli Stati Uniti dai 5 milioni di persone di oggi ai quasi 16 milioni del 2050, ci si aspetta che in futuro più millennial (o Generazione Y) e giovani americani debbano affrontare responsabilità di assistenza.


"Il caregiving ai familiari con demenza può essere un lavoro a tempo pieno. Prendersi cura, per il caregiver millennial, è un investimento sociale con il potenziale di ritardare al futuro il peso sulla famiglia e i costi sanitari", ha affermato María Aranda, professoressa associata e direttrice esecutiva ad interim dell'USC Edward R. Roybal Institute on Aging.


L'analisi fornisce informazioni sulle caratteristiche dei millennial che si prendono cura di qualcuno con Alzheimer o altre forme di demenza, esamina le attività assistenziali eseguite e l'onere che sperimentano con l'assistenza e come le loro attività assistenziali interferiscono con la partecipazione alla forza lavoro. Il rapporto fa anche raccomandazioni politiche e programmatiche per affrontare queste sfide.


Il rapporto analizza i dati dello studio rappresentativo a livello nazionale 'Caregiving in the U.S. 2015', condotto dalla National Alliance for Caregiving e dall'AARP.

 

Risultati cruciali:

  • Stato generazionale: circa 1 caregiver millennial su 6 si prende cura di qualcuno con demenza, con un'età media di 27 anni.
  • Caregiver unico: circa il 42% dei caregiver millennial di demenza sono il solo caregiver e la stragrande maggioranza (79%) ha riferito che è molto difficile l'accesso a un aiuto esterno, a prezzi accessibili.
  • Viaggi e trasporti: la maggior parte dei caregiver millennial di demenza (84%) non vive nella stessa famiglia della persona di cui si prende cura, e il 16% deve viaggiare per più di un'ora per assistere.
  • Attività di caregiving: le attività di caregiving più comuni comprendono il supporto al trasporto (79%), lo shopping (76%) e la comunicazione con i professionisti sanitari (70%).
  • Pericolo emotivo: i caregiver millennial sentono che il disagio emotivo (79%) è un onere importante dell'accudimento e vorrebbero più aiuto per affrontare questa difficoltà.
  • Interferenza con il lavoro: Circa 1 caregiver millennial di demenza su 2 ha detto che il caregiving interferisce con il lavoro, e il 33% ha riferito conseguenze che hanno portato a perdere i benefici sul lavoro o a essere licenziato, tra l'altro.

 

Raccomandazioni politiche e di programmazione

Le soluzioni delineate dal rapporto per affrontare le sfide affrontate dai giovani adulti che fungono da caregiver per persone che vivono con Alzheimer o altre forme di demenza, comprendono:

  • Migliorare le soluzioni di trasporto, sviluppando servizi medici a domicilio per i pazienti e opzioni di telemedicina, partnership tra fornitori di servizi di condivisione del trasporto e sistemi medici e uso di auto a guida autonoma per connettere i caregiver con il partner assistito ai servizi medici e sociali.
  • Aumentare l'accesso alle informazioni attraverso lo sviluppo di programmi di formazione personalizzati e gruppi di sostegno che tengano conto delle esigenze culturali e specifiche dell'età dei millennial, nonché lo sviluppo di interventi di supporto psicosociale ed emotivo che affrontino le sfide e le esigenze uniche dei caregiver più giovani.
  • Migliorare la comunicazione con i fornitori di assistenza sanitaria sviluppando piattaforme di comunicazione online, tecnologie e strumenti che aiutano i giovani caregiver a rintracciare sintomi e farmaci e ad attuare strategie di cura per il loro partner assistito.
  • Introdurre accordi di lavoro flessibili, tra cui orari di lavoro flessibili e telelavoro per rendere più disponibili le modalità di lavoro alternative, anche all'inizio della carriera dei dipendenti. Un altro passo fondamentale è espandere le politiche di congedo retribuito per sostenere l'assistenza familiare.

 

 

 


Fonte: University of Southern California (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Vega, W. A., Aranda, M. P., & Rodriguez, F. (2017). Millennials and Dementia Caregiving in the United States. USC Edward R. Roybal Institute on Aging and UsAgainstAlzheimer’s

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)