Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


AI aiuta a diagnosticare il lieve deterioramento cognitivo che diventa Alzheimer

Il morbo di Alzheimer (MA) è la causa principale di demenza in tutto il mondo. Sebbene non vi sia alcuna cura, il rilevamento precoce è considerato cruciale per implementare trattamenti efficaci che agiscono prima che il suo progresso sia irreversibile.


Il 'lieve deterioramento cognitivo' (MCI, mild cognitive impairment) è una fase che precede la malattia, ma non tutti coloro che ne soffrono finiscono per sviluppare il MA. Uno studio guidato da scienziati dell'Università Oberta de Catalunya (UOC) e pubblicato sul Journal of Biomedical and Health Informatics, è riuscito a distinguere con precisione tra persone il cui deterioramento è stabile e coloro che progrediscono alla malattia.


La nuova tecnica, che usa metodi specifici di intelligenza artificiale per confrontare le immagini della risonanza magnetica (MRI), è più efficace degli altri metodi attualmente in uso.

 

Perfezionare la diagnosi

Il MA e le demenze correlate interessano oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo e l'invecchiamento della popolazione implica che potrebbero esserci molti più malati nei prossimi decenni. Sebbene di solito si sviluppi senza alcun sintomo per molti anni, è generalmente preceduto dall'MCI, che è molto più lieve rispetto alla compromissione delle persone con MA, ma più grave di quanto ci si aspetterebbe in una persona di quell'età specifica.


"Questi pazienti possono progredire e peggiorare o rimanere nelle stesse condizioni con il passare del tempo. Ecco perché è importante distinguere tra il deterioramento cognitivo progressivo e quello stabile, al fine di prevenire la progressione rapida della malattia", ha affermato Mona Ashtari-Majlan, ricercatrice di intelligenza artificiale dell'UOC e dottoranda di informatica supervisionata dall'autore senior Mohammad Mahdi Dehshibi.


Identificare correttamente questi casi potrebbe aiutare a migliorare la qualità degli studi clinici usati per testare i trattamenti, che cercano sempre più di colpire le fasi iniziali della malattia. Per fare ciò, i ricercatori hanno usato un metodo che coinvolge una rete neurale convoluzionale multi-flusso, che è una tecnica basata sull'intelligenza artificiale e sull'apprendimento profondo che è molto utile per il riconoscimento e la classificazione delle immagini.


"Per la prima volta abbiamo confrontato le risonanze magnetiche dei pazienti con MA e quelle delle persone sane, per trovare punti di riferimento distinti"
, ha spiegato la Ashtari-Majlan.


Dopo aver addestrato il sistema, hanno messo a punto l'architettura proposta con immagini MRI di persone a cui era già stata diagnosticata una compromissione cognitiva stabile o progressiva, con differenze molto più piccole. In totale, sono state usate quasi 700 immagini disponibili pubblicamente.


Secondo la Ashtari-Majlan, il processo "supera la complessità dell'apprendimento causata dai sottili cambiamenti strutturali che sono presenti nelle due forme di MCI, che sono molto più piccole di quelle tra un cervello normale e un cervello colpito dalla malattia. Il metodo proposto potrebbe inoltre affrontare il problema della piccola dimensione del campione, in cui il numero di scansioni dei casi di MCI è inferiore a quello dei casi di MA".


Il nuovo metodo consente di distinguere e classificare le due forme di MCI con un tasso di precisione vicino all'85%.


"I criteri di valutazione mostrano che il metodo che proponiamo supera quelli esistenti", ha detto, "inclusi i metodi più convenzionali e di apprendimento profondo, anche quando sono combinati con biomarcatori come l'età e i test cognitivi. Inoltre, possiamo condividere la nostra implementazione con chiunque desideri riprodurre i risultati e confrontare i suoi metodi con i nostri. Riteniamo che questo metodo possa aiutare i professionisti ad espandere la ricerca".

 

 

 


Fonte: Jesús Méndez in Universitat Oberta de Catalunya (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mona Ashtari-Majlan, A Seifi, MM Dehshibi. A multi-stream convolutional neural network for classification of progressive MCI in Alzheimer's disease using structural MRI images. Journal of Biomedical and Health Informatics, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.