Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il legame tra malattia delle gengive e Alzheimer

Ricercatori della Tufts University sperano che puntare i batteri che causano la malattia parodontale un giorno rallenterà il progresso dell'Alzheimer.

Porphyromonas gingivalis

Il Fusobacterium nucleatum (F. nucleatum) è un tipo comune di batteri che prolifera nella parodontite; intacca le gengive e la mascella e, se non trattato, provoca instabilità e perdita dei denti. Negli ultimi anni, il F. nucleatum è stato collegato a condizioni che vanno dal cancro del colon-retto al parto prematuro.


Ora una nuova ricerca pubblicata su Frontiers in Aging Neuroscience, realizzata da scienziati della Tufts University (Boston/USA) e da loro colleghi, suggerisce un legame tra l'F. nucleatum e il morbo di Alzheimer (MA).


"Con questo studio, il nostro laboratorio è il primo a scoprire che il Fusobacterium nucleatum può generare infiammazioni sistemiche e persino infiltrarsi nei tessuti del sistema nervoso e aggravare i segni e i sintomi del MA"
, afferma Jake Jinkun Chen DI09/A12P, professore di parodontologia e direttore della divisione di biologia orale della Tufts University.


L'F. nucleatum può anche generare una grave infiammazione generalizzata, che è un sintomo di molte malattie croniche, tra cui il diabete di tipo 2 e il MA, osserva Chen, che è anche patologo e professore nel Dipartimento di Biologia dello Sviluppo, Molecolare e Chimica dell'università.


Chen e i suoi colleghi credono che puntando l'F. nucleatum, possono rallentare la diffusione e la progressione di almeno due epidemie: la periodontite, che colpisce il 47% degli adulti statunitensi dopo i 30 anni e il MA, che attualmente interessa 6,5 ​​milioni di americani e dovrebbe aumentare a oltre 14 milioni per il 2060.

 

F. nucleatum e cellule immunitarie nel cervello

L'ultima ricerca, condotta nei topi, mostra che l'F. nucleatum provoca una proliferazione anormale di cellule microgliali, che sono cellule immunitarie nel cervello, che normalmente rimuovono i neuroni danneggiati e le infezioni e aiutano a mantenere la salute generale del sistema nervoso centrale.


I ricercatori hanno scoperto che questa presenza eccessiva di cellule microgliali crea anche una maggiore risposta infiammatoria. Si ritiene che l'infiammazione cronica o l'infezione siano un fattore determinante nel declino cognitivo che accompagna il progredire del MA.


“I nostri studi dimostrano che l'F. nucleatum può ridurre la memoria e le capacità di pensiero nei topi attraverso determinati percorsi di segnalazione. Questo è un segnale di avvertimento per ricercatori e medici"
, afferma Chen.


I possibili legami tra la parodontite e il MA sono già stati postulati dagli scienziati in passato. Sebbene la nuova ricerca non mostri che la parodontite legata all'F. nucleatum porti direttamente al MA, il nuovo studio suggerisce che la parodontite causata da F. nucleatum e lasciata non trattata, o scarsamente trattata, potrebbe esacerbare i sintomi del MA. Al contrario, il trattamento efficace della parodontite in coloro che hanno il MA in fase iniziale potrebbe potenzialmente rallentarne la progressione.


"I test per il carico batterico e il grado di sintomi potrebbero diventare un modo per misurare gli effetti dell'F. nucleatum e gestire il trattamento per rallentare la progressione della parodontite e del MA"
, afferma Chen.


La ricerca suggerisce anche potenziali obiettivi di farmaci che potrebbero estinguere specificamente l'infiammazione locale e sistemica causata dall'F. nucleatum in ambiente parodontale.

 

Infezioni orali e malattie sistemiche

Più in generale, Chen e colleghi stanno puntando la loro ricerca traslazionale al blocco dei percorsi tra la parodontite e non solo il MA, ma anche altre malattie legate all'infiammazione, incluso il diabete di tipo 2.


Solo il 2% dell'mRNA viene tradotto in proteine. Il 98% dell'RNA è 'non codificante' e tradizionalmente è stato considerato 'spazzatura'. Ma sempre più scienziati, incluso Chen, stanno scoprendo che svolge importanti funzioni. In particolare, il suo laboratorio si concentra su due RNA non codificanti.


Uno - il microRNA - regola la produzione di proteine ​​nelle cellule. L'altro - l'lncRNA - esegue altre funzioni per regolare l'espressione genica e alla fine potrebbe essere usato per trattare l'aterosclerosi (indurimento delle arterie) e la parodontite, il diabete, il cancro e la malattia ossea diabetica.


Gli studi del laboratorio di Chen hanno dimostrato che una molecola chiamata MicroRNA-335-5P può inibire il danno causato da agenti patogeni parodontali. La molecola potrebbe anche avere un effetto robusto nel colpire le molecole patologiche prodotte nel cervello che portano al MA.


“Il microRNA in generale sopprime l'espressione genica e potrebbe fermare la produzione di alcune proteine. La MicroRNA-335-5p in particolare potrebbe colpire tre geni 'cattivi' (DKK1, TLR-4 e PSEN-1) tutti ritenuti correlati al MA"
, afferma.


Il suo laboratorio ha anche progettato una piccola molecola chiamata adipoAI, che ha forti proprietà antinfiammatorie. Chen spera di iniziare presto uno studio clinico per capire se è efficace nel trattamento di una serie di malattie infiammatorie che comprendono il diabete di tipo 2, il MA e la parodontite.


"La tua bocca è davvero la porta del tuo corpo", dice.

 

 

 


Fonte: Julie Rafferty in Tufts University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Hongle Wu, ...[+11], Jake Chen. The Periodontal Pathogen Fusobacterium nucleatum Exacerbates Alzheimer’s Pathogenesis via Specific Pathways. Front. Aging Neurosci., 23 June 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.