Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ipotesi amiloide per l'Alzheimer: potrebbe esserci un trattamento alternativo?

hengst alzheimers creb3l2 atf4 dimerCoppie CREB3L2-ATF4 (rosso) all'interno di diversi neuroni (Fonte: Hengst Lab / Columbia).

Un'analisi delle cellule cerebrali umane ha dato nuove prove a supporto della 'ipotesi amiloide', l'idea prevalente che il morbo di Alzheimer (MA) è causato dall'accumulo di proteine amiloide-beta (Aβ) nel cervello.


Nello studio, i ricercatori della Columbia University di New York hanno scoperto che l'Aβ ha scatenato nei neuroni del cervello un'alleanza tra due proteine e questo abbinamento è collegato a circa la metà dei cambiamenti genici presenti nella malattia, innescando il rapido accumulo di proteine tau, una guida primaria della neurodegenerazione del MA.


"Questa coppia di proteine sembra molto centrale per la malattia e poiché non sembra avere un'altra funzione nel cervello, è un buon obiettivo per una nuova terapia", afferma l'autore senior dello studio, Ulrich Hengst PhD, professore associato di patologia e biologia cellulare alla Columbia University.

 

Accoppiamento di proteine non rilevato da ricerche precedenti

I ricercatori hanno trovato la coppia quando stavano cercando proteine che scatenano le centinaia di cambiamenti nell'attività genica presenti nelle cellule cerebrali durante il MA.


"Il nostro pensiero era che se riusciamo a interferire con le proteine e prevenire tali cambiamenti, possiamo prevenire la malattia", afferma Cláudio Gouveia Roque PhD, ricercatore associato nel laboratorio di Hengst, che ha guidato lo studio.


Invece di cercare proteine che agiscono da sole, i ricercatori hanno cercato coppie di diverse proteine che lavorano insieme.


"Sappiamo che questo tipo di proteina funziona necessariamente in coppia, ma la ricerca precedente sul MA non aveva cercato coppie specifiche. Di conseguenza, la nostra comprensione dei cambiamenti alla base della progressione del MA era frammentata e incompleta"
, afferma Hengst. "E per questo, molto probabilmente, abbiamo perso opportunità terapeutiche".

 

L'amiloide fa sì che le proteine si attacchino l'una all'altra

La ricerca di Hengst e Gouveia Roque, insieme a una ex ricercatrice del laboratorio di Hengst, Jimena Baleryiola, ha scoperto due proteine - ATF4 e CREB3L2 - il cui legame è innescato dall'amiloide e che insieme interagiscono con circa il 50% dei cambiamenti di espressione genica che si verificano nelle cellule cerebrali durante il MA.


Una volta formata, la coppia CREB3L2-ATF4 attiva una rete di altre proteine che causano l'accumulo di depositi di tau all'interno dei neuroni. La coppia di proteine disabilita anche i macchinari cellulari che eliminano le proteine vecchie e dannose dai neuroni, un altro segno distintivo del MA.


I ricercatori hanno scoperto che, sebbene CREB3L2 e ATF4 si trovino anche da sole nei neuroni sani, il loro legame è notevolmente aumentato in presenza di uno stress come l'amiloide in eccesso.


"Queste due proteine sono come due adolescenti", afferma Hengst. “Individualmente, possono essere relativamente innocui. Ma se li metti insieme senza un adulto responsabile nella stanza, è probabile che non vadano più così bene".

 

Nuovo approccio terapeutico

I risultati suggeriscono che l'Alzheimer potrebbe essere trattato interferendo con l'accoppiamento CREB3L2-ATF4.


“Di norma, le proteine che controllano l'attività genica sono bersagli farmacologici molto scarsi perché controllano troppi geni. Ma puntando questa coppia potremmo riuscire a preservare la funzione delle due singole proteine, impedendo al contempo i cattivi effetti del loro legame", afferma Hengst.


Hengst e Gouveia Roque hanno già identificato un farmaco, il dovitinib, che interferisce con gli effetti della coppia proteica. Il dovitinib è stato approvato dalla FDA per il trattamento del cancro renale, ma non è stato testato per il trattamento del MA.

"Tuttavia, il farmaco non è tossico per i neuroni e attraversa la barriera emato-encefalica, quindi fa ben sperare per lo sviluppo futuro di un farmaco", afferma Hengst.


"Questo approccio non comporta sbarazzarsi dell'amiloide", aggiunge Gouveia Roque. “Se riuscissimo a interferire con la coppia proteica, potremmo rallentare o forse anche fermare la progressione della malattia. Sì, ci sarebbe ancora amiloide nel cervello, ma i neuroni reagirebbero molto meno ad essa. Si potrebbe ipotizzare che un tale farmaco possa essere usato in combinazione con un farmaco che riduce l'amiloide per un effetto ancora maggiore".

 

 

 


Fonte: Columbia University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C Gouveia Roque, ...[+6], U Hengst. CREB3L2-ATF4 heterodimerization defines a transcriptional hub of Alzheimer’s disease gene expression linked to neuropathology. Science Advances, 3 Mar 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.