Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Obesità legata alle neurodegenerazioni attraverso l'insulino-resistenza

Dei ricercatori guidati da Mroj Alassaf del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle negli Stati Uniti hanno scoperto un legame tra obesità e disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer (MA).


Usando il comune moscerino della frutta, la ricerca mostra che una dieta ad alto contenuto di zucchero, un segno distintivo dell'obesità, provoca resistenza all'insulina nel cervello, che a sua volta riduce la capacità di rimuovere i detriti neuronali, aumentando così il rischio di neurodegenerazione.


Pubblicata il 7 novembre su PLOS Biology, la ricerca avrà un impatto sulle terapie progettate per ridurre il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative. Sebbene l'obesità sia nota per essere un fattore di rischio per i disturbi neurodegenerativi come il MA e il Parkinson, esattamente come una porta all'altro rimane un mistero.


Il nuovo studio ha sfruttato la somiglianza tra umani e moscerini della frutta. Avendo precedentemente dimostrato che una dieta ad alto contenuto di zucchero porta alla resistenza all'insulina negli organi periferici dei moscerini, i ricercatori si sono ora concentrati sul cervello. In particolare, hanno esaminato le microglia perché è noto che la loro disfunzione porta alla degenerazione neurale.


I livelli della proteina PI3K indicano quanto una cellula è in grado di rispondere all'insulina. I ricercatori hanno scoperto che la dieta ad alto contenuto di zucchero porta a una riduzione dei livelli di PI3K nelle cellule gliali, indice di insulino-resistenza. Hanno anche esaminato l'equivalente delle nostre microglia nel moscerino, chiamate 'glia ensheathing', la cui funzione principale è rimuovere i detriti neurali, come gli assoni degeneranti.


Hanno osservato che queste glia avevano bassi livelli della proteina Draper, segno di funzione compromessa. Ulteriori test hanno rivelato che la riduzione artificiale dei livelli di PI3K ha portato sia a resistenza all'insulina che a bassi livelli di Draper nelle glia ensheathing. Infine, hanno dimostrato che dopo aver effettivamente danneggiato i neuroni olfattivi, le glia ensheathing non sono riuscite a rimuovere gli assoni degeneranti dei moscerini che avevano una dieta ricca di zucchero perché i loro livelli di Draper non aumentavano.


Lo studio conclude:

“Usando moscerini della frutta, gli autori stabiliscono che le diete ad alto contenuto di zucchero innescano la resistenza all'insulina nelle glia, interrompendo la loro capacità di eliminare i detriti neuronali. Questo studio fornisce informazioni su come le diete che inducono l'obesità contribuiscono potenzialmente all'aumento del rischio di disturbi neurodegenerativi".

 

 

 


Fonte: PLOS via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Alassaf, A Rajan. Diet-induced glial insulin resistance impairs the clearance of neuronal debris in Drosophila brain. Plos Biology, 7 Nov 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)