Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ringiovanire i neuroni riprogrammandoli: più neuroni e più plasticità cerebrale

Yi Ru Shen et al Cell Stem CellSchema grafico dello studio Yi-Ru Shen et al.

Quando un neurone invecchia, perde connessioni sinaptiche con altri neuroni, trasmette meno impulsi nervosi e anche il suo metabolismo si modifica. Questo processo di invecchiamento neuronale - inevitabile con il passare del tempo - è particolarmente accelerato e diventa un fattore di rischio nelle patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (MA). Ma gli effetti dell'invecchiamento possono essere invertiti nelle cellule specializzate come i neuroni?


Uno studio guidato dall'Università di Barcellona delinea come si possono ringiovanire i neuroni cerebrali nei topi attraverso un ciclo di riprogrammazione cellulare controllato che aiuta a recuperare alcune proprietà e funzioni neurologiche alterate. Lo studio potrebbe aprire nuove prospettive per lo studio delle malattie neurodegenerative nei pazienti.


Con un approccio innovativo, affronta il processo di ringiovanimento cellulare nei neuroni e sottolinea il ruolo di quelli che sono noti come i 'fattori Yamanaka', le proteine ​​chiave per invertire l'invecchiamento, che sono state poco studiate nel sistema nervoso. Lo studio, pubblicato su Cell Stem Cell è stato guidato da Daniel Del Toro e Albert Giralt della UB e da Rüdiger Klein del Max Planck Institute for Biological Intelligence (Germania).

 

I neuroni ringiovaniti nella corteccia cerebrale con fattori Yamanaka

Nel 2012, lo scienziato giapponese Shinya Yamanaka e lo scienziato britannico John Gurdon hanno ricevuto il premio Nobel in medicina per la loro ricerca sulla riprogrammazione delle cellule differenziate a uno stato cellulare pluripotente. I fattori Yamanaka - in particolare Oct4, Sox2, KLF4 e C-Myc - sono fattori di trascrizione presenti in tutta la letteratura scientifica sulla riprogrammazione cellulare.


Sebbene molte ricerche internazionali si siano concentrate sullo studio dei fattori nel ringiovanimento e nella rigenerazione dei tessuti periferici (pelle, muscolo, fegato e cuore), questo studio ora approfondisce gli effetti che potrebbero avere sul sistema nervoso centrale. In particolare, il team ha studiato gli effetti dell'espressione controllata dei fattori Yamanaka nel cervello di topi in cicli di riprogrammazione cellulare nelle diverse fasi dello sviluppo neuronale.


Daniel Del Toro, investigatore dell'UB, sottolinea che:

“Quando vengono introdotti i fattori Yamanaka durante la fase di sviluppo, vengono generati più neuroni e il cervello è più voluminoso (può raddoppiare le dimensioni). Ciò si traduce in una migliore attività motoria e sociale nelle fasi adulte. Questi risultati sono spiegati dal fatto che abbiamo permesso a tutte le cellule cerebrali di esprimere questi fattori, comprese le cellule staminali.

"È stato molto sorprendente scoprire che, se controlliamo in modo molto preciso l'espressione di questi fattori, possiamo anche controllare il processo di proliferazione cellulare e avere un cervello con una corteccia cerebrale più grande senza perdere la struttura e le funzioni corrette.

"Siamo stati anche sorpresi di scoprire che non vi sono state conseguenze comportamentali negative e i topi sono persino migliorati nei comportamenti di interazione motoria e sociale"
.


Il professor Albert Giralt ha affermato che:

"Nel caso dei topi adulti, l'espressione dei fattori Yamanaka nei neuroni adulti fa ringiovanire queste cellule e mostra di proteggere dalle malattie neurodegenerative come il MA. In questo caso, abbiamo indotto l'espressione dei fattori Yamanaka solo nei neuroni maturi. Poiché queste cellule non si dividono, il loro numero non aumenta, ma abbiamo identificato molti marcatori che indicano un processo di ringiovanimento neuronale.

"In questi neuroni ringiovaniti, abbiamo rilevato che il numero di connessioni sinaptiche aumenta, il metabolismo alterato si stabilizza e anche il profilo epigenetico della cellula si normalizza. Tutti questi cambiamenti hanno un effetto molto positivo sulla funzionalità dei neuroni".

 

Riprogrammazione cellulare per combattere le malattie neurodegenerative

Comprendere il processo di invecchiamento a livello cellulare apre nuovi orizzonti nella lotta contro le malattie attraverso la riprogrammazione cellulare. Tuttavia, questo processo comporta anche il rischio di provocare la crescita di popolazioni aberranti di cellule, cioè i tumori. Gli esperti affermano che:

“Nel nostro studio, controllando con precisione popolazioni neurali specifiche, siamo stati in grado di garantire che i fattori non siano solo sicuri, ma migliorino anche la plasticità sinaptica neuronale e le funzioni cognitive di ordine superiore, come la capacità di socializzare e formare nuovi ricordi. Poiché gli effetti positivi sono stati identificati anche quando i fattori sono espressi nelle prime fasi dello sviluppo del cervello, riteniamo che sarebbe interessante esplorare le loro conseguenze nei disturbi dello sviluppo neurologico".


Ma come agiscono questi fattori sul sistema nervoso? Tutto indica che i fattori Yamanaka agiscono su almeno tre scale molecolari. Primo, hanno effetti epigenetici e ciò influenzerebbe la trascrizione genica (processo di metilazione del DNA, istoni, ecc.). Poi comprometterebbero anche le vie metaboliche e la funzione mitocondriale (produzione e regolazione dell'energia cellulare). Infine, potrebbero avere un impatto su molti geni e percorsi di segnalazione coinvolti nella plasticità sinaptica.


Lo studio estende la comprensione delle funzioni dei fattori Yamanaka, che finora erano noti per migliorare la rigenerazione dopo lesioni nelle cellule gangliari della retina (David A. Sinclair, Università di Harvard, 2020) e anche per causare cambiamenti epigenetici nei neuroni del giro dentato dell'ippocampo dei topi (Jesús Ávila, IRB Barcelona, ​​2020). I ricercatori concludono che:

"Sulla base dei nuovi risultati, vogliamo promuovere ricerche future per determinare quali altre malattie del sistema nervoso potrebbero beneficiare della tecnologia di riprogrammazione cellulare, per studiare i meccanismi molecolari sottostanti e progettare nuove strategie terapeutiche e, infine, portare i risultati più vicino alla pratica clinica nel trattamento dei pazienti”.

 

 

 


Fonte: University of Barcelona (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Yi-Ru Shen, [+21], D del Toro. Expansion of the neocortex and protection from neurodegeneration by in vivo transient reprogramming. Cell Stem Cell, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.