Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La perdita di memoria da invecchiamento può non essere permanente

Fruit flyScienziati del campus della Florida del The Scripps Research Institute hanno dimostrato in modelli animali che la perdita di memoria che deriva dall'invecchiamento non è necessariamente una cosa permanente.

In un nuovo studio anticipato questa settimana nell'edizione online della rivista Proceedings of National Academy of Science, Ron Davis (foto sotto), presidente del Dipartimento di Neuroscienze di Scripps Florida, e Ayako Tonoki-Yamaguchi, collega di ricerca nel laboratorio di Davis, hanno dato uno sguardo da vicino alle tracce di memoria e alla memoria nel cervello dei moscerini della frutta adulti e bambini.


Hanno trovato che, come altri organismi (dai topi agli esseri umani), c'è un difetto che si verifica nella memoria con l'invecchiamento. Nel caso del moscerino della frutta, la capacità di formare ricordi della durata di poche ore (memoria a medio termine) viene persa a causa della compromissione dipendente dall'età della funzionalità di neuroni specifici. Curiosamente, gli scienziati hanno scoperto che, stimolando quegli stessi neuroni, sono in grado di invertire questi difetti di memoria legati all'età.


"Questo studio mostra che, una volta che si identificano i neuroni corretti nelle persone, in linea di principio almeno, si potrebbe potenzialmente sviluppare dei farmaci per colpire quei neuroni e salvare i ricordi colpiti dal processo di invecchiamento", ha detto Davis. "Inoltre, la biochimica che sottende la formazione della memoria nel moscerino della frutta, è notevolmente conservata come quella umana, così che tutto ciò che impariamo sulla formazione della memoria nei moscerini probabilmente è applicabile alla memoria umana e ai disturbi della memoria umana".


Dr. Ron DavisAnche se nessuno capisce davvero quello che è alterato nel cervello durante il processo di invecchiamento, in questo studio gli scienziati sono stati in grado di utilizzare funzionalità di imaging cellulare per monitorare i cambiamenti dell'attività dei neuroni della mosca prima e dopo l'apprendimento. "Siamo in grado di scrutare nel cervello del moscerino e vedere i cambiamenti nel cervello", ha detto Davis. "Abbiamo trovato modifiche che sembrano riflettere il modo in cui è codificata la memoria a medio termine in questi neuroni". La memoria olfattiva, utilizzata dagli scienziati, è la forma più ampiamente studiata di memoria nei moscerini della frutta; in sostanza associando un odore a una leggera scossa elettrica. Queste tattiche producono ricordi a breve termine che persistono per circa una mezz'ora, di medio termine che dura poche ore, e memoria a lungo termine che persiste per giorni.


Il team ha scoperto che negli animali anziani, i segni della memoria codificata erano assenti dopo poche ore. In questo modo, gli scienziati hanno anche imparato esattamente quali neuroni del moscerino sono modificati dall'invecchiamento per produrre deterioramento della memoria di medio termine. Questo passo in avanti, nota Davis, dovrebbe aiutare notevolmente gli scienziati a capire come l'invecchiamento altera la funzione neuronale.


Curiosamente, gli scienziati hanno portato il lavoro avanti di un ulteriore passo, stimolando questi neuroni per vedere se la memoria poteva essere recuperata. Per farlo, gli scienziati hanno collocato entrambi i canali ionici attivati a freddo o a caldo nei neuroni conosciuti per essere difettosi con l'invecchiamento e quindi hanno utilizzato il freddo o il caldo per stimolarli. In entrambi i casi, la memoria di medio termine è stata salvata.


Lo studio "Aging Impairs Intermediate-Term Behavioral Memory by Disrupting the Neuron Memory Trace" è stato finanziato dalla Ellison Medical Foundation e dalla Società Giapponese per la Promozione della Scienza.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale del Scripps Research Institute, via AlphaGalileo.

Riferimento: Ayako Tonoki and Ronald L. Davis. Aging impairs intermediate-term behavioral memory by disrupting the dorsal paired medial neuron memory trace. PNAS, April 2, 2012 DOI: 10.1073/pnas.1118126109.

Pubblicato
in ScienceDaily il 2 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)