Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cognizione umana dipende da neuroni ad attivazione lenta

La buona salute mentale e la chiarezza di pensiero dipendono dalla nostra capacità di memorizzare e manipolare i pensieri su una sorta di "blocco da disegno mentale".

In un nuovo studio, i ricercatori della Yale School of Medicine descrivono le basi molecolari di questa capacità (il segno distintivo della cognizione umana) e chiariscono come un guasto del sistema contribuisce a malattie quali la schizofrenia e l'Alzheimer.


Illustrazione gentilmente concessa da John H.
Morrison, della Mt.Sinai School of Medicine.
(Credit: Image courtesy of Yale University)


"Le ferite a questi circuiti corticali evoluti compromettono la capacità di creare e mantenere le nostre rappresentazioni mentali del mondo, che è la base della cognizione superiore", scrive Amy Arnsten, professore di neurobiologia e autore senior dello studio pubblicato nel numero del 20 Febbraio della rivista Neuron.


Il pensiero di grado superiore dipende dalla nostra capacità di generare rappresentazioni mentali nel nostro cervello senza stimolazione sensoriale dall'ambiente. Queste abilità cognitive derivano da circuiti altamente evoluti nella corteccia prefrontale.


I modelli matematici del neurobiologo Xiao-Jing Wangex, che era alla Yale e ora è alla New York University, avevano previsto che, per mantenere queste rappresentazioni visive, la corteccia prefrontale deve poter contare su una famiglia di recettori che consentono una accensione lenta e costante di neuroni. Gli scienziati della Yale dimostrano che sono i recettori NMDA-NR2B, coinvolti nella segnalazione del glutammato, a regolare questa attivazione neuronale. Questi recettori, studiati alla Yale da più di un decennio, sono responsabili dell'attività di circuiti cerebrali altamente evoluti presenti soprattutto nei primati.


Studi precedenti hanno dimostrato che questi tipi di recettori NMDA sono spesso alterati nei pazienti con schizofrenia. Lo studio su Neuron suggerisce che quelli affetti dalla malattia possono non essere in grado di mantenere una visione stabile del mondo. Inoltre, questi recettori sembrano essere alterati nei pazienti affetti da Alzheimer, un possibile contributo ai deficit cognitivi della demenza.


Il laboratorio del Dr. John Krystal, preside del dipartimento di psichiatria della Yale, ha scoperto che l'anestetico ketamina, abusato come droga di strada [preso senza motivi medici validi, come stimolante, allucinogeno e altro], blocca i recettori NMDA ed è in grado di simulare alcuni dei sintomi della schizofrenia. Questo studio su Neuron dimostra che la ketamina può ridurre l'attivazione degli stessi circuiti neurali di ordine superiore che sono decimati nella schizofrenia.


"Identificare il recettore necessario per la cognizione superiore ci può aiutare a capire perché certe frite genetiche portano alla compromissione cognitiva e ci aiuterà a sviluppare strategie per il trattamento di questi disturbi debilitanti"
, scrive Arnsten.


Questa ricerca è stata sovvenzionata dai NIH. Altri autori provenienti dalla Yale sono Min Wang, Yang Yang, Nao J. Gamo, Lu E. Jin, e James A. Mazer. Autori dalla School of Medicine del Mt. Sinai sono John H. Morrison e Ching-Jung Wang.

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: Yale University. Articolo originale scritto da Bill Hathaway.

Riferimento:
Min Wang, Yang Yang, Ching-Jung Wang, Nao J. Gamo, Lu E. Jin, James A. Mazer, John H. Morrison, Xiao-Jing Wang, Amy FT Arnsten. NMDA Receptors Subserve Persistent Neuronal Firing during Working Memory in Dorsolateral Prefrontal Cortex. Neuron, 2013; 77 (4): 736 DOI: 10.1016/j.neuron.2012.12.032.

Pubblicato in Science Daily il20 Febbraio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.