Fino a 5 anni dopo un intervento chirurgico al cuore si possono verificare perdita della memoria a lungo termine, difficoltà di comprensione della comunicazione verbale o scritta, o deterioramento della capacità di prestare attenzione, se un paziente ha una certa variante di un gene, secondo uno studio presentato all'incontro annuale 2013 di Anesthesiology™.
Questo gene risulta essere correlato a una diminuzione delle capacità cognitive rispetto a coloro che non hanno la variante.
Dal 30 al 50 per cento dei pazienti sperimentano una diminuzione della funzione cognitiva dopo un intervento chirurgico al cuore, e la lesione neurologica è uno degli effetti avversi indesiderati più comuni. Esempi di lesioni neurologiche sono l'ictus, la perdita di memoria, le difficoltà di risolvere problemi e l'attenzione alterata.
"Che il declino cognitivo presente dopo un intervento chirurgico sia un effetto collaterale della chirurgia e dell'anestesia o una progressione di altre malattie neurologiche rimane una questione dibattuta", ha detto Karsten Bartels, MD, che ha contribuito a condurre questo studio, quand'era borsista di anestesiologia cardiotoracica e medicina critica sotto la direzione di Joseph Mathew, MD, professore di anestesiologia al Medical Center della Duke University di Durham in Nord Carolina. "Il nostro studio ha trovato che, se un paziente ha la variante genica APOE4, egli ha più probabilità di avere un declino cognitivo cinque anni dopo l'intervento chirurgico".
Diverse persone nascono con la variante genetica Apolipoproteina E4 (APOE4), che può essere identificata da un esame genetico del sangue. Le apolipoproteine sono importanti guardiani del metabolismo del colesterolo e dell'infiammazione, secondo il dottor Bartels. La struttura proteica di queste apolipoproteine è determinata dal DNA di una persona, e tuttavia non sono infrequenti varianti minori. Tali varianti minori nel codice genetico possono avere gravi conseguenze: l'ApoE4 è stato identificato sia come induttore che come marcatore di una disfunzione neurologica accelerata anche nell'Alzheimer.
Nello studio, gli autori hanno esaminato i dati di 233 anziani caucasici sottoposti a cardiochirurgia. I pazienti hanno subito una batteria di valutazioni neuropsicologiche appena prima della chirurgia e cinque anni dopo. La funzione cognitiva è stata valutata dal punteggio di un indice cognitivo composito. Il cambiamento della funzione cognitiva rilevato cinque anni dopo l'intervento chirurgico è stato aggiustato per l'età, gli anni di istruzione e il punteggio cognitivo prima dell'intervento.
Lo studio ha trovato che la variazione media nel punteggio dell'indice cognitivo nell'arco di cinque anni per i pazienti senza la variante del gene era di 0,16, mentre il punteggio per i pazienti con la variante del gene APOE4 era 0,08. Questi risultati indicano un esito meno favorevole per i portatori del gene APOE4.
"Questi risultati suggeriscono che il declino cognitivo a lungo termine visto in precedenza, dopo un intervento chirurgico, è legato più al corredo genetico del paziente che alla chirurgia stessa", ha continuato il dottor Bartels. "Sapere che i pazienti hanno il genotipo APOE4 può aiutare i medici a valutare il rischio di problemi cognitivi a seguito di un intervento chirurgico e, in ultima analisi, consentire ai pazienti di prendere decisioni più informate e permettere ai medici di formulare strategie che proteggono il cervello dopo l'intervento chirurgico".
Fonte: American Society of Anesthesiologists (ASA).
Pubblicato in Newswise.com (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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