Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Potenziando il sistema immunitario si eliminano le proteine ​​tossiche dell'Alzheimer

Esperti di Alzheimer del Langone Medical Center della New York University e altrove stanno segnalando un successo nell'imbrigliare il sistema immunitario di un topo per attaccare e rimuovere l'accumulo di proteine ​​tossiche nel cervello che sono i marcatori della malattia neurodegenerativa letale.


Segnalando i loro esperimenti on-line il 3 settembre sulla rivista Acta Neuropathologica Communications, i ricercatori dicono che il lavoro può far avanzare lo sviluppo di trattamenti clinici più efficaci per l'Alzheimer, perché il loro potenziamento immunitario riduce sia le placche di amiloide-beta che i grovigli tau.


I tentativi immuno-modulatori precedenti, dicono, erano riusciti singolarmente a ridurre i depositi di amiloide-beta, ma avevano fatto pochi progressi nel ridurre l'accumulo di proteine ​​tau che è una caratteristica chiave della malattia, legata al danno cerebrale progressivo.


"I risultati dello studio confermano che proprio il potenziamento del sistema immunitario nei topi è in grado di funzionare in modo efficace contro l'Alzheimer, un modello di trattamento che potrebbe benissimo essere applicato agli esseri umani", dice il ricercatore senior dello studio e neurologo Thomas Wisniewski, MD, professore alla NYU Langone.


Se avranno successo ulteriori test su animali, entro un anno potrebbero iniziare gli studi clinici sull'uomo, dice Wisniewski, che è anche direttore del Centro di Neurologia Cognitiva alla NYU Langone e condirettore del suo Alzheimer’s Disease Center. Nella relazione scritta, il team di ricerca definisce la scoperta come il primo risultato positivo per la stimolazione mirata del sistema immunitario naturale o innato, sia per prevenire l'insorgenza dell'Alzheimer negli animali allevati per sviluppare la demenza, che per invertire i sintomi dopo che la malattia è già presente.


Usando topi inclini alla demenza, il team ha iniettato ogni mese un potenziatore del sistema immunitario conosciuto come oligodeoxynucleotide tipo B, CpG, che si lega specificamente al recettore Toll-like 9 (TLR9). L'attivazione di TLR9 innesca una risposta immunitaria. I test sui topi che hanno ricevuto le iniezioni di rafforzamento del sistema immunitario hanno dimostrato che la formazione di placche amiloidi è stata minore del 50/70 per cento rispetto ai topi che non hanno ricevuto alcuna terapia.


La riduzione di amiloide-beta era quasi la stessa nei topi trattati presto, all'età di sette mesi, e prima dell'insorgenza della malattia, rispetto ai topi trattati all'età di 11 mesi, che già avevano demenza lieve. I test di immunomarcatura sul tessuto cerebrale dei topi trattati hanno mostrato una quantità da una a due volte minore di neuroni danneggiati contenenti aggregati di tau correlati alla malattia, rispetto ai topi non trattati.


Successivi test cognitivi e comportamentali hanno dimostrato che i topi trattati fanno circa la metà del numero di errori nel trovare il percorso nel labirinto acqua-ricompensa rispetto ai topi non trattati. Anche l'infiammazione cerebrale associata alla demenza è stata dimezzata nei topi trattati, segnalano i ricercatori, con i "segni classici di una risposta immunitaria tradizionale contro sia l'amiloide-beta che le proteine ​​tau", come dimostrato dalla presenza di citochine del sistema immunitario e delle cellule T-helper.


Secondo i ricercatori, i topi trattati si comportavano "quasi come quelli normali" che non sviluppano sintomi di tipo Alzheimer. Wisniewski afferma che, a differenza dei vaccini, che cercano di innescare una stimolazione mediata da anticorpi del sistema immunitario del corpo, il nuovo approccio del suo team tenta di "saltare all'inizio e ringiovanire" la funzione naturale di riparazione delle cellule microgliali del cervello. Il danneggiamento della riparazione delle microglia - probabilmente da invecchiamento - è legata da decenni alla formazione e alla rimozione delle placche amiloidi e dei grovigli tau nell'Alzheimer.


I ricercatori dicono che hanno scelto il TLR9 come potenziatore immunitario perché è uno stimolante noto per la rimozione di germi. E' stata scelta una sequenza di citosina-guanina batterica (CpG), come il oligodeoxynucleotide tipo B, CpG, per aiutare ad attivare il TLR9 sulle cellule cerebrali, perché il test precedente aveva dimostrato che è efficace a innescare una risposta immunitaria sia nei topi che nell'uomo, con pochissimi effetti collaterali.


Secondo il ricercatore principale dello studio Henrieta Scholtzova, MD, PhD, docente clinico alla NYU Langone, l'ultima serie di esperimenti si basano sulle osservazioni originali del team nel 2009, anch'esse nei topi, secondo le quali è possibile il potenziamento immunitario con CpG, e che potrebbe ridurre la formazione di placche amiloidi.


"Ora che abbiamo dimostrato che possiamo influenzare la funzione della microglia nell'Alzheimer, sia per prevenire che per riparare il tessuto cerebrale danneggiato dalla tau, è altamente plausibile che il nostro approccio terapeutico possa essere applicato anche ad altre malattie neurodegenerative legate all'invecchiamento", dice la Scholtzova.


L'Alzheimer rimane la principale causa di demenza in tutto il mondo; la malattia, che non ha alcun trattamento efficace, colpisce circa 5,2 milioni di americani, soprattutto donne, uccidendone fino a mezzo milione ogni anno.

 

**********
Il finanziamento per lo studio è stato fornito dal National Institutes of Health, dalla Seix Dow Foundation e dallAlzheimer's Association. Oltre a Wisniewski e alla Scholtzova, altri ricercatori coinvolti in questi esperimenti erano Pietro Chianchiano, BA; Jason Pan, BA; Yanjie Sun; e Fernando Goni, PhD.

 

 

 

 

 


FonteNYU Langone Medical Center  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Henrieta Scholtzova, Peter Chianchiano, Jason Pan, Yanjie Sun, Fernando Goñi, Pankaj D Mehta, Thomas Wisniewski. Amyloid β and Tau Alzheimer’s disease related pathology is reduced by toll-like receptor 9 stimulation. Acta Neuropathologica Communications, 2014; 2 (1) DOI: 10.1186/s40478-014-0101-2

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)