Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Monitorare in tempo reale l'origine dell'Alzheimer

Quando grandi menti lavorano insieme, il progresso scientifico può essere notevolmente accelerato.


Questo è il caso di Chenzhong Li, professore di ingegneria biomedica alla Florida International University, la cui collaborazione con John Cirrito, professore associato di neurologia alla Washington University di St. Louis, ha portato a notevoli progressi nella comprensione dell'Alzheimer.


Cirrito e il suo team del Memory and Aging Project stavano studiando da quasi dieci anni il modo in cui il cervello regola il rilascio del peptide Abeta e come questo schema (di norma salutare) viene distrutto quando arriva l'Alzheimer.


Avevano però trovato un limite: questo fenomeno poteva essere controllato solo una volta all'ora. Per avere un quadro chiaro di come il cervello rilascia ed elimina l'Abeta, Cirrito e la sua squadra avevano bisogno di osservarlo minuto per minuto.


È qui che è intervenuto Li e la sua tecnologia a biosensori rivoluzionaria. Il dispositivo di Li costituisce un vantaggio inaspettato, eppure essenziale, per far avanzare la ricerca di Alzheimer: la tecnologia a biosensori può controllare "minuto per minuto" la risposta del cervello mentre l'essere umano è impegnato in diverse attività come comunicare, leggere o scrivere.


"Questo biosensore é uno strumento fondamentale per i ricercatori di Alzheimer, per valutare la formazione della placca nel cervello, la pietra angolare del lavoro di Cirrito e una chiave per comprendere la malattia", spiega Li.

 

Sbloccare il puzzle dell'Alzheimer

Collaborazioni come quella tra Li e Cirrito potrebbero portare la comunità scientifica e medica più vicina a una cura. L'Alzheimer non è una parte normale dell'invecchiamento, si tratta di una condizione neurologica ed è la sesta causa di morte negli Stati Uniti. Con più di 5,4 milioni di americani che soffrono di Alzheimer e con l'invecchiamento della popolazione che continua a crescere, è cruciale creare un percorso per la diagnosi e il trattamento.


"La capacità di approfondire il modo in cui il cervello elimina i peptidi Abeta può aiutarci a capire che cosa provoca l'accumulo di placca che porta all'Alzheimer. Se riuscissimo a identificare quali percorsi sono bloccati e perché si verifica questa disfunzione, potremmo potenzialmente trasferire più Abeta fuori del cervello farmacologicamente", dice Cirrito.


Li e Cirrito hanno ricevuto una sovvenzione di 900.000 dollari per cinque anni dai National Institutes of Health per capire meglio come la proteina Abeta viene eliminata dal cervello.


Da quando hanno cominciato a lavorare insieme, Li e Cirrito sono andati avanti nella tecnologia a biosensori in modelli animali per individuare rapidamente come il cervello impedisce l'accumulo di Abeta. Alla fine dell'anno scorso, hanno presentato i risultati all'incontro annuale della Society for Neuroscience. Anche se gli studi finora sono stati eseguiti solo sui topi, la speranza finale è traslare questa tecnologia negli esseri umani.

 

Biosensori 2.0

La ricerca di Li guarda avanti alla prossima generazione di biosensori e all'uso di tali dispositivi biomedici per la mappatura dei neuroni, la diagnosi clinica, i test sul "punto-di-cura", lo screening/trasporto dei farmaci, la sicurezza nazionale e altre applicazioni ambientali.


"Biosensori collocati nel cervello avranno la capacità di individuare in tempo reale il peptide Abeta che porta alla morte cellulare, alle disfunzioni cognitive e alle anomalie comportamentali", dice Li.


Queste tecnologie possono portare ai test da eseguire a casa, nello studio del medico o tramite dispositivi indossabili che chiunque può utilizzare, consentendo una diagnosi immediata e il successivo trattamento di malattie come l'Alzheimer.

 

 

 

 

 


Fonte: Lisa Rosen in Florida International University (> English text)Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)