Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato un legame tra infiammazione e malattie mentali

Trovato un legame tra infiammazione e malattie mentaliNel cervello, una sinapsi (linea rossa diagonale al centro della foto) è avvolta e attaccata dalle cellule immunitarie chiamate microglia (verde), portando alla perdita di sinapsi. (Fonte: Carroll lab / Boston Children's Hospital)

Fino al 75 per cento dei pazienti con lupus eritematoso sistemico - una malattia autoimmune incurabile chiamata di solito lupus - sperimentano sintomi neuropsichiatrici. Ma finora non erano chiari i meccanismi che sottendono gli effetti del lupus sul cervello


Ora, la nuova ricerca dell'Ospedale dei Bambini di Boston ha fatto luce sul mistero e punta a un potenziale nuovo farmaco per proteggere il cervello dagli effetti neuropsichiatrici del lupus e di altre malattie del sistema nervoso centrale (CNS). Il team ha pubblicato i sorprendenti risultati su Nature.


"In generale, i pazienti con lupus hanno generalmente una vasta gamma di sintomi neuropsichiatrici, tra cui ansia, depressione, mal di testa, convulsioni, persino psicosi", afferma Allison Bialas PhD, prima autrice dello studio e ricercatrice del laboratorio di Michael Carroll PhD, autore senior dello studio. "Ma la loro causa finora non era chiara; per lungo tempo non ci si era nemmeno resi conto che questi erano sintomi della malattia".


Nel complesso i sintomi neuropsichiatrici del lupus sono noti come 'lupus CNS'. Il team di Carroll si è chiesto se sono i cambiamenti nel sistema immunitario nei pazienti con lupus a causare direttamente questi sintomi da un punto di vista patologico.

 

"Come influisce l'infiammazione cronica sul cervello?"


Il lupus, che colpisce almeno 1,5 milioni di americani, fa sì che il sistema immunitario attacchi i tessuti e gli organi del corpo. Ciò induce i globuli bianchi del sangue nel corpo a rilasciare l'«interferone-alfa tipo 1», una piccola proteina citochina che funge da allarme sistemico, innescando una cascata di attività immunitaria supplementare in quanto si lega con recettori in diversi tessuti.


Fino ad ora, tuttavia, queste citochine circolanti non erano ritenute in grado di attraversare la barriera ematico-encefalica, la membrana altamente selettiva che controlla il trasferimento di materiali tra il sangue circolante e i fluidi del sistema nervoso centrale. "Non c'era stata alcuna indicazione che l'interferone tipo 1 potesse entrare nel cervello e innescare le risposte immunitarie lì", dice Carroll, che è anche professore di pediatria alla Harvard Medical School.


Quindi, lavorando con topi modello di lupus, è stata una sorpresa per il team di Carroll scoprire che l'interferone-alfa sembrava permeare la barriera emato-encefalica in quantità sufficiente da causare cambiamenti nel cervello. Una volta attraversata la barriera, ha scatenato le microglia (le cellule di difesa immunitaria del CNS) contro le sinapsi neuronali del cervello. Questo ha causato la perdita di sinapsi nella corteccia frontale.

"Abbiamo trovato un meccanismo che collega direttamente l'infiammazione alle malattie mentali", dice Carroll. "Questa scoperta ha implicazioni enormi per una serie di malattie del sistema nervoso centrale".

 

Bloccare gli effetti dell'infiammazione sul cervello

Il team ha deciso di vedere se potevano ridurre la perdita di sinapsi somministrando un farmaco che blocca il recettore dell'interferone-alfa, un anti-IFNAR.


E' notevole che abbiano scoperto che l'anti-IFNAR sembra avere effetti neuro-protettivi nei topi con lupus, impedendo la perdita di sinapsi, rispetto ai topi che non hanno ricevuto il farmaco. Inoltre, hanno notato che i topi trattati con anti-IFNAR avevano meno segni comportamentali associati a malattie mentali, come ansia e difetti cognitivi.


Sebbene siano necessari ulteriori studi per determinare esattamente come l'interferone-alfa attraversa la barriera emato-encefalica, i risultati della ricerca costituiscono una base per future sperimentazioni cliniche per indagare gli effetti dei farmaci anti-IFNAR sul lupus CNS e su altre malattie del CNS. Uno di questi anti-IFNAR (l'anifrolumab) è attualmente in fase di valutazione in uno studio clinico umano di fase 3 per trattare altri aspetti del lupus.


"Abbiamo visto la disfunzione delle microglia in altre malattie, come la schizofrenia, e questo ora ci permette di collegare il lupus ad altre malattie del CNS", afferma la Bialas. "Il lupus CNS non è solo un gruppo indefinito di sintomi neuropsichiatrici, è una vera malattia del cervello, ed è qualcosa che possiamo potenzialmente trattare".


Le implicazioni vanno oltre il lupus perché l'infiammazione è alla base di tante malattie e condizioni, che vanno dall'Alzheimer all'infezione virale e allo stress cronico.


"Stiamo tutti perdendo le sinapsi, in qualche misura diversa?" suggerisce Carroll. Il suo team intende scoprirlo.

 

 

 


Fonte: Boston Children's Hospital (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Allison R. Bialas, Jessy Presumey, Abhishek Das, Cees E. van der Poel, Peter H. Lapchak, Luka Mesin, Gabriel Victora, George C. Tsokos, Christian Mawrin, Ronald Herbst & Michael C. Carroll. Microglia-dependent synapse loss in type I interferon-mediated lupus. Nature (2017) Published online 14 June 2017. doi: 10.1038/nature22821

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)