Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio sui topi dice che l'inquinamento stradale provoca danni significativi al cervello

Se i topi fossere pendolari, il loro cervello potrebbe trovarsi sempre più in difficoltà a viaggiare nel labirinto di autostrade di Los Angeles. Un nuovo studio rivela che dopo l'esposizione a breve termine all'inquinamento dei veicoli, i topi hanno mostrato un grave danno cerebrale, compresi i segni associati alla perdita di memoria e all'Alzheimer.

La tossina paralizzante della mente non è un gas di scarico, ma un mix di minuscole particelle provenienti dalla combustione di combustibili fossili e dall'erosione di parti di automobili e della superficie stradale, secondo lo studio pubblicato il 7 aprile sulla rivista Environmental Health Perspectives.

Molti studi hanno trovato un legame tra l'inquinamento stradale e i problemi di salute. Questo è il primo a esplorare l'effetto fisico dell'inquinamento in autostrada sulle cellule cerebrali. Gli autori hanno trovato un modo per ricreare l'aria carica di particolato da autostrada all'interno del laboratorio. Sia in provetta che nei topi vivi, le cellule cerebrali hanno mostrato risposte simili:

  • I neuroni coinvolti nell'apprendimento e nella memoria hanno mostrato danni significativi,
  • Il cervello ha mostrato segni di infiammazione associati con l'invecchiamento precoce e con l'Alzheimer,
  • I neuroni di topo in crescita non sono cresciuti.

La particelle della superstrada misurano tra qualche decina a 200 nanometri (circa un millesimo dello spessore di un capello umano) e sono troppo piccole per essere trattenute dai sistemi di filtraggio delle auto. "Non puoi vederle, ma sono inalate e hanno un effetto sui neuroni del cervello che aumentano la possibilità di conseguenze cerebrali a lungo termine sulla salute da parte dell'aria in autostrada", ha detto l'autore senior Caleb Finch, un esperto di effetti da infiammazione e titolare della cattedra ARCO / William F. Kieschnick in Neurobiology of Aging.

Il co-autore Constantinos Sioutas, della USC Viterbi School of Engineering, ha sviluppato la tecnologia unica per la raccolta di particelle di autostrada in una sospensione liquida, ricreando l'aria inquinata in laboratorio. Ciò ha permesso di condurre uno studio controllato sulle cellule cerebrali coltivate e su animali vivi. L'esposizione è durata un totale di 150 ore, distribuite su 10 settimane, in tre sedute a settimana della durata di cinque ore ciascuna. "Naturalmente questo porta alla domanda: 'Come possiamo proteggere gli abitanti delle città da questo tipo di tossicità?' una grande incognita", ha detto Finch.

Gli autori sperano di condurre studi successivi su questioni quali:

  • Funzioni di memoria negli animali esposti a particolato superstradale,
  • Effetti sullo sviluppo dei topi esposti prima della nascita,
  • Durata della vita degli animali esposti,
  • L'interazione del particolato con altri componenti dello smog, come il calore e l'ozono,
  • Potenziale di recupero tra i periodi di esposizione,
  • Confronto degli effetti da nanoparticelle prodotte artificialmente e naturalmente,
  • Interazioni chimiche tra le particelle in autostrada e le cellule cerebrali.

Se ulteriori studi confermeranno che il particolato superstradale rappresenta un pericolo per la salute umana, le soluzioni saranno difficili da trovare. Anche una cultura basata su vetture completamente elettriche non risolverebbe il problema da solo, ha detto Finch. "Potrebbe certamente diminuire drasticamente la concentrazione locale di nanoparticelle, ma poi al momento le generazione di elettricità dipende ancora da altri processi di combustione (carbone) che in un ambiente più grande contribuiscono a produrre comunque nanoparticelle. Ridurre la quantità di nanoparticelle in tutto il mondo è un progetto globale a lungo termine. Se possiamo pulire le nostre auto, dobbiamo ancora riuscire a ripulire la generazione di energia."

 


 Fonte: Materiale della University of Southern California, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Riferimento: Todd E. Morgan, David A. Davis, Nahoko Iwata, Jeremy A. Tanner, David Snyder, Zhi Ning, Winnie Kam, Yu-Tien Hsu, Jeremy W. Winkler, Jiu-Chiuan Chen, Nicos A. Petasis, Michel Baudry, Constantinos Sioutas, Caleb E. Finch. Glutamatergic Neurons in Rodent Models Respond to Nanoscale Particulate Urban Air Pollutants In Vivo and In Vitro. Environmental Health Perspectives, 2011; DOI: 10.1289/ehp.1002973

Pubblicato su ScienceDaily il 13 aprile 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)