Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzheimer avanzato

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel comportamento e nella cognizione dopo pochi giorni di un nuovo trattamento innovativo che invia dosi basse di radiazioni, secondo uno studio pilota recente della Baycrest-Sunnybrook.


Il dott. Morris Freedman, scienziato del Rootman Research Institute di Baycrest, capo della divisione della neurologia e autore senior della ricerca, afferma:

"L'obiettivo primario di una terapia per il MA dovrebbe essere migliorare la qualità di vita del paziente. Vogliamo ottimizzare il suo benessere e ripristinare la comunicazione con la famiglia e gli amici per evitare l'isolamento sociale, la solitudine e la sottostimolazione. Sebbene fosse un piccolo studio pilota da interpretare con cautela, le nostre scoperte suggeriscono che la radioterapia a basso dosaggio può acquisire questo risultato".


Lo studio è stato il seguito clinico del rapporto di un caso del 2015 su una paziente in hospice con MA. Dopo essere stata trattata più volte con radiazioni al cervello, ha mostrato un miglioramento significativo in cognizione, discorso, movimento e appetito, tale da essere stata trasferita dall'hospice a una casa di cura a lungo termine per anziani.


Le dosi alte di radiazioni sono note per avere effetti dannosi sulla nostra salute. Tuttavia, le dosi basse, come quelle usate per le scansioni diagnostiche CT, possono aiutare il corpo a proteggersi e ripararsi.


Il dott. Jerry Cuttler, ex scienziato in pensione, che ha studiato gli effetti delle radiazioni sulla salute per più di 25 anni ed è il primo autore dello studio, afferma:

"Si ritiene che numerosi disturbi neurologici, compreso il MA, siano causati in parte da uno stress ossidativo che danneggia tutte le cellule, comprese quelle del cervello. Abbiamo sistemi di protezione naturale per combattere il danno, ma diventano meno efficaci mentre invecchiamo. Ogni dose di radiazioni stimola i nostri sistemi di protezione naturale a lavorare di più, a produrre più antiossidanti che prevengono i danni ossidativi, a riparare più danni al DNA e a distruggere più cellule mutate" .


In questo studio, pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease, quattro individui con MA grave hanno avuto tre trattamenti di radiazioni a basso dosaggio, ciascuno a distanza di due settimane. Il trattamento è stato eseguito con uno scanner CT del Sunnybrook Health Sciences Center, con la supervisione e il sostegno della dott.ssa Sandra Black, scienziata senior e neurologa, e del dott. Sean Symons, capo radiologo, entrambi del Sunnybrook.


I ricercatori hanno usato test standardizzati e l'osservazione per registrare le modifiche nella comunicazione e nel comportamento dei pazienti dopo il trattamento. Soprattutto, hanno raccolto informazioni (descrizioni, foto e video) dal coniuge dei pazienti, dai figli e dai caregiver.


Sorprendentemente, tre dei quattro individui hanno mostrato miglioramenti entro un giorno dal primo trattamento: i loro parenti hanno riferito maggiore vigilanza e reattività, riconoscimento dei cari, mobilità, impegno sociale, umore e altro ancora. Due giorni dopo il primo trattamento, il figlio di una delle pazienti ha riferito:

"Quando ho detto ciao, lei mi ha guardato e ha detto "ciao caro". Non lo diceva più da anni!"


La figlia di un altro paziente ha notato:

"C'è stata una visita fantastica con mio padre ieri. Sono senza parole da ieri sera, è stato entusiasta di vedermi, mi ha parlato subito e mi ha dato diversi baci, baci veri come anni fa. Batteva le mani seguendo la musica. Mia madre è d'accordo che sono passati anni da quando faceva questo. Tutti sono stupiti".


I risultati di questo studio offrono speranza a chi ha il MA grave e ai suoi cari. Tuttavia, è importante notare che questo era un piccolo studio pilota con alcune limitazioni, inclusa la mancanza di un gruppo placebo. È necessaria altra ricerca in studi clinici più grandi per esaminare gli effetti di questa nuova terapia.

 

 

 


Fonte: Baycrest Centre for Geriatric Care via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jerry Cuttler, Eslam Abdellah, Yael Goldberg, Sarmad Al-Shamaa, Sean Symons, Sandra Black, Morris Freedman. Low Doses of Ionizing Radiation as a Treatment for Alzheimer's Disease: A Pilot Study. Journal of Alzheimer's Disease, 6 Apr 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.