Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio collega cancro a ridotto rischio di Alzheimer

Una nuova analisi dei dati del Framingham Heart Study suggerisce che coloro che sopravvivono al cancro, in particolare ai tumori non della pelle, sembrano avere un ridotto rischio di contrarre l'Alzheimer (AD).

La relazione persiste anche limitando l'analisi a pazienti che sono sopravvissuti almeno 10 anni dopo il cancro, per escludere una sopravvivenza parziale. "Quello che stiamo vedendo nell'Alzheimer è lo stesso tipo di modello che è stato dimostrato nel Parkinson", ci ha detto Jane A. Driver, MD, professore assistente di medicina Brigham & Women's Hospital della Harvard Medical School di Boston.

Dr. Jane Driver

"Anche se potrebbe essere di poco sollievo per i sopravvissuti al cancro avere un rischio futuro minore per l'AD", ha detto il dottor Driver, "l'implicazione chiave qui è che ci possono essere delle strade biologiche che guidano tale associazione, che possono contribuire a illuminare entrambi i processi patologici".

I risultati sono stati presentati alla 63a riunione annuale dell'American Academy of Neurology alle Hawaii, Giovedi 14 aprile 2011.

Soggetti seguiti per 50 anni

Gli autori osservano che precedenti studi hanno scoperto che le persone con malattia di Parkinson hanno un rischio ridotto per la maggior parte dei tumori ma aumentato per quello della pelle, compreso il melanoma. L'interesse del Dr. Driver in questa relazione tra cancro e AD era nato nel corso dei suoi studi all'università, quando un membro della facoltà aveva scoperto un gene chiamato PIN1, gene sovraregolato nel cancro ed mal funzionante o assente nell'AD, fornendo una potenziale base biologica per una relazione inversa. 

Due studi precedenti, eseguiti da Cathy Roe, PhD, della School of Medicine dell'Università di Washington di St. Louis / Missouri, hanno esaminato questa connessione, ha detto la Driver. Entrambi hanno dimostrato che le persone con AD prevalente hanno meno della metà del rischio di sviluppare il cancro di quelli senza AD e che quelli con cancro prevalente sono risultati avere un rischio ridotto di AD (Neurology 2010, 74:106-112). Tuttavia gli studi non erano prospettici [non guardavano all'evoluzione successiva], così non è chiaro se i pazienti con AD non ricevevano la diagnosi a causa della loro grave compromissione cognitiva o se c'era un reale rapporto biologico, ha detto la d.ssa Driver.

In questo studio, lei ei suoi colleghi hanno utilizzato i dati del noto Framingham Heart Study, uno studio di coorte in corso basato su una comunità, in particolare sull'Original Framingham Cohort. "E' uno dei pochi studi nel paese che, prima di tutto, ha seguito i pazienti per oltre 50 anni e ha esaminato quasi tutti i casi di cancro e di Alzheimer e altre demenze prospetticamente in modo da sapere che si sta guardando il quadro completo", osserva la D.ssa Driver. Per questa analisi, i ricercatori hanno considerato 655 partecipanti di età superiore ai 75 anni e senza demenza tra il 1986 e il 1990, 130 dei quali avevano una storia accertata di cancro diagnosticata durante la partecipazione allo studio Framingham. Tutti sono stati valutati col Mini-Mental State Examination ogni 2 anni dal 1981. I pazienti che, in base a questo esame, avevano potenzialmente demenza, sono stati sottoposti ad una serie completa di test per la diagnosi di possibile o probabile AD.

I ricercatori hanno anche eseguito un'analisi "nested case-control" [contro o extra analisi su parti del gruppo] guardando alla domanda contraria: il rischio di cancro incidente tra i pazienti con AD prevalente, ma senza una storia di cancro. Tre controlli sono stati abbinati ad ogni caso di demenza incidente per età e sesso. I gruppi non differivano per fattori quali l'istruzione, lo stato dell'APOE4, o livelli di omocisteina. Nel corso di una analisi su un periodo medio di 8 anni, 175 casi di demenza (di cui 136, il 78%, erano AD possibile o probabile) sono stati confermati tra i superstiti del cancro. "Quello che abbiamo trovato era che il cancro è stato associato a una diminuzione molto significativa del rischio di ottenere l'Alzheimer", ha detto il dottor Driver. Il rischio è stato quasi completamente rappresentato da tumori non della pelle.

[...]

 

Il PIN1, l'enzima sovraregolato nel cancro, è coinvolto nella piegatura delle proteine e potrebbe avere un ruolo nella formazione di proteine anomale beta-amiloide e tau nell'insorgenza di AD e Parkinson. "Così il motivo per cui le persone sono interessate a questi risultati è che suggeriscono che anche all'interno dei nostri sistemi abbiamo percorsi che ci possono proteggere da una malattia o l'altra" ha detto. "La domanda è, possiamo sfruttare tutto questo per creare nuove terapie e approcci, e che cosa è già stato fatto finora". Ad esempio, l'inibizione della PIN1 nei topi ha dimostrato di ridurre i tumori, e in un modello di AD, i topi con una copia extra del gene PIN1 hanno mostrato una regressione dellai demenza. "Naturalmente, stiamo parlando del futuro, ma l'idea è che le nuove terapie per il cancro, l'Alzheimer e il Parkinson potrebbero venire da una migliore comprensione di ciò che stiamo vedendo, questo tipo di protezione naturale che la vulnerabilità a una malattia dà ad un'altra malattia".

"E 'una cosa molto rara," aggiunge la Driver. "Quello che è molto comune in medicina è vedere varie malattie insieme, quindi se hai un alto rischio di ictus poi hai anche un alto rischio di attacco cardiaco o di diabete. E' comune vedere correlazioni positive tra le malattie. Molto raro vedere un correlazione negativa, dove una malattia dà una sorte di protezione contro un'altra". Alcuni degli altri suoi lavori, cercano di vedere se il PIN1 può essere un biomarcatore per l'AD o il cancro e guardano alle variazioni genetiche del PIN1 per vedere se sono associate con una o l'altra malattia, ha aggiunto. "Speriamo che questa linea di ricerca ci aiuterà a capire meglio questo strano rapporto tra cancro e neurodegenerazione", ha concluso.

Lo studio è stato finanziato da un Veterans Affairs Career Development Award assegnato alla Dssa Driver.

 


Pubblicato su Medscape News Today il 21 aprile 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)