Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il numero di casi di demenza raddoppierà per il 2060

Un rapporto recentemente pubblicato dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) stima che entro il 2060 negli Stati Uniti raddoppierà il peso del morbo di Alzheimer (MA) e delle relative forme di demenza.


Secondo l'Alzheimer's Association ora ci sono circa 5,7 milioni di individui negli Stati Uniti con MA. Questa malattia neurodegenerativa è una delle principali cause di disabilità e la sesta causa di mortalità negli Stati Uniti.


Con una spesa sanitaria annuale di oltre 250 miliardi di dollari, la malattia mette anche a dura prova il sistema sanitario nazionale. Oltre a ciò, i caregiver non retribuiti passano oltre 18 miliardi di ore a prendersi cura di coloro che vivono con MA.


L'età è il fattore di rischio più significativo per il MA. Così, con l'aumento della popolazione degli Stati Uniti, insieme a quella del mondo, è importante chiedersi: quante persone svilupperanno questa forma di demenza nei prossimi decenni?


I ricercatori dei CDC, con il primo autore Kevin Matthews, hanno deciso di indagare e hanno pubblicato le loro scoperte su Alzheimer & Dementia: The Journal of Alzheimer's Association. Essi hanno esaminato anche la razza e l'etnia, che sono due "importanti fattori di rischio demografico" per il MA. Ciò ha reso lo studio il primo a predire la prevalenza del MA in base alla razza e all'etnia.

 

Il carico di MA negli USA raddoppierà per il 2060

Matthews ed i suoi colleghi hanno usato le proiezioni demografiche ottenute dall'U.S. Census Bureau e i dati dei Centers for Medicare & Medicaid Services; in particolare, hanno esaminato il numero di beneficiari di Medicare Fee-for-Service over-65.


Lo studio rivela che rispetto al 2014, quando il numero di persone con MA e altre forme di demenza era di 5 milioni, questo numero crescerà fino a 13,9 milioni nel 2060. In termini percentuali sulla popolazione, rappresenta un aumento dall'1,6% del 2014 al 3,3% della popolazione statunitense prevista nel 2060.


Inoltre, gli autori avvertono che nel 2060, 3,2 milioni di ispanici e 2,2 milioni di afroamericani over-65 avranno questa condizioni. Secondo le conclusioni:

  • gli afroamericani hanno il rischio più alto di sviluppare il MA e altre forme di demenza; il 13,8% degli afroamericani over-65 hanno la condizione;
  • gli ispanici sono al 2° posto, con il 12,2%
  • i bianchi non ispanici terzi, con il 10,3%.
  • gli indiani d'America e i nativi dell'Alaska sono al quarto posto, con il 9,1%,
  • gli isolani asiatici e del Pacifico arrivano quinti, con l'8,4%.


"Queste stime", concludono gli autori, "possono essere usate per guidare la pianificazione e gli interventi relativi alla cura del MA e relative demenze e al sostegno dei caregiver".


Lo studio richiama inoltre l'attenzione sul benessere e sui bisogni di supporto di coloro che si prendono cura delle persone con demenza. Una diagnosi precoce potrebbe aiutare le persone a rischio a pianificare un'assistenza professionale specializzata.


Matthews afferma:

"È importante per le persone che pensano che le loro vite quotidiane siano influenzate dalla perdita di memoria discutano queste preoccupazioni con un professionista sanitario.

"Una valutazione e una diagnosi precoci sono fondamentali per pianificare le loro esigenze di assistenza sanitaria, compresi servizi e supporti a lungo termine, man mano che la malattia progredisce".

 

 

 


Fonte: Ana Sandoiu in Medical News Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kevin A. Matthews, Wei Xu, Anne H. Gaglioti, James B. Holt, Janet B. Croft, Dominic Mack, Lisa C. McGuire. Racial and ethnic estimates of Alzheimer's disease and related dementias in the United States (2015–2060) in adults aged ≥65 years. Alzheimer & Dementia: The Journal of Alzheimer's Association, DOI: 10.1016/j.jalz.2018.06.3063

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)