Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come fanno i grovigli di proteine a diventare così lunghi nell'Alzheimer?

dying neuron due to neurofibrillary tangles

All'inizio del decorso dell'Alzheimer, molto prima che i futuri pazienti inizino a notare i sintomi, nelle loro cellule cerebrali iniziano a formarsi dei grovigli neurofibrillari composti da aggregati di proteine ​​tau.


Quanto sono tossici questi aggregati e quanto si diffondono dipende dalle loro dimensioni. Tuttavia, gli scienziati che studiano la formazione dei grovigli non sono riusciti finora a spiegare perché nella malattia appaiono diverse dimensioni di aggregati tau simili a cavi.


Ma ora, i ricercatori dell'Ohio State University hanno scoperto che, invece di aumentare solo di una proteina alla volta, fibrille di varie lunghezze possono unirsi a un capo e all'altro per creare un filamento più lungo.


La scoperta, pubblicata sul Journal of Biological Chemistry, aiuta a spiegare come le fibrille possono crescere fino a centinaia di nanometri e potrebbe anche aiutare i ricercatori a capire i meccanismi di un gruppo emergente di candidati farmaci progettati per inibire l'aggregazione della tau.


Gli scienziati possono usare modelli matematici per descrivere processi biologici come la formazione di fibrille. Un modello semplice comune di aggregazione della tau include due passaggi. Nella prima fase, due proteine ​​tau si legano lentamente e, nella seconda fase, ulteriori molecole di tau si agganciano rapidamente.


La prima autrice Carol Huseby, dottoranda del laboratorio di Jeff Kuret, in collaborazione con Ralf Bundschuh, si è proposta di espandere questo modello matematico per includere altri modi noti con cui si comportano le fibrille tau. Gli scienziati hanno osservato, ad esempio, che a volte una fibrilla si frammenta in due. Altre volte, una nuova fibrilla può nuclearsi nel mezzo di una fibrilla esistente.


Il semplice modello in due fasi prevedeva che una provetta riempita con proteina tau purificata provocasse un gran numero di fibrille corte. Ma la Huseby ha capito che quando i ricercatori esaminano la proteina tau aggregata al microscopio, vedono un minor numero di fibrille lunghe.


Quella discrepanza ha suggerito che qualcosa stava accadendo nel mondo reale che non era stato tenuto in considerazione nel modello. Hanno ipotizzato che forse le fibrille corte potevano attaccarsi da una parte e dall'altra, allungandosi.


La Huseby ha condotto una serie di esperimenti per testare l'ipotesi. In uno, prima ha marcato le proteine ​​tau con tre diversi colori fluorescenti e ha permesso loro di aggregarsi in provette separate. Quindi ha mescolato insieme queste diverse fibrille colorate in una quarta provetta.


Le immagini scattate con un microscopio a fluorescenza a super risoluzione hanno mostrato fibrille lunghe con sezioni strette di ciascun colore, indicando che le fibrille delle provette originali devono avere le estremità unite per formare fibrille più lunghe. Gli esperimenti di controllo hanno stabilito che ciò non può essere spiegato dalla preferenza delle molecole etichettate per le etichette simili.


Dopo che la Huseby ha incorporato questo nuovo meccanismo nel modello, ha prodotto una descrizione molto migliore di ciò che le proteine ​​purificate di tau stavano realmente facendo mentre formavano gli aggregati. Questo studio è il primo a dimostrare che le fibrille possono allungarsi di più di una singola proteina tau alla volta.


I ricercatori di Alzheimer stanno ancora cercando di discernere se le fibrille tau sono una causa o solo un effetto della malattia. Una possibilità è che la trasmissione di fibrille da una cellula all'altra possa contribuire alla diffusione della malattia nel cervello. È improbabile che una fibrilla molto lunga, secondo Kuret, si diffonda in questo modo. "Ma una volta suddivisa in piccoli pezzi, questi possono diffondersi, facilitando il loro movimento da una cellula all'altra".


Questo studio ha usato solo un tipo di tau. Conosciamo 6 isoforme di diversa lunghezza e la fosforilazione e altri cambiamenti aumentano la complessità della proteina. I ricercatori hanno in programma di incorporare queste variabili nel lavoro futuro e di iniziare a utilizzare il modello per capire come gli inibitori della tau modificano il comportamento degli aggregati proteici.

 

 

 


Fonte: American Society for Biochemistry and Molecular Biology via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Carol J. Huseby, Ralf Bundschuh and Jeff Kuret. The role of annealing and fragmentation in human tau aggregation dynamics. J. Biol. Chem. 11 Feb 2019, DOI: 10.1074/jbc.RA118.006943

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)