Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cosa succede nel cervello quando mangi troppo zucchero

Cibo in eccesso, memoria scadente, disturbi di apprendimento, depressione: ricerche recenti hanno legato tutto ciò al consumo eccessivo di zucchero. E questi collegamenti indicano un problema che sta appena iniziando a essere capito: cosa sta provocando l'assunzione cronica di zuccheri aggiunti al nostro cervello.


Secondo il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti, l'americano medio consuma circa 70 kg di zucchero aggiunto all'anno. Sono cinque scaffali di supermercato con 14 sacchetti di zucchero da un kg ciascuno. Se lo trovi difficile da credere, è probabilmente perché lo zucchero è così onnipresente nella nostra dieta che la maggior parte di noi non ha idea di quanto ne sta consumando.


I Centers for Disease Control (CDC) traducono questa quantità in 27,5 cucchiaini di zucchero al giorno pro capite, che diventano 440 calorie, quasi un quarto delle tipiche 2.000 calorie della dieta giornaliera.


La parola chiave in tutte le statistiche è 'aggiunto'. Anche se una dieta sana dovrebbe contenere una quantità notevole di zucchero presente in natura (in frutta e cereali, per esempio), il problema è che stiamo cronicamente assorbendo molto più zucchero aggiunto dai cibi trasformati, in genere sotto forma di fruttosio a rapido assorbimento.


Questa è una precisazione importante, perché il nostro cervello ha bisogno di zucchero ogni giorno per funzionare. Le cellule cerebrali richiedono il doppio dell'energia necessaria di tutte le altre cellule del corpo; circa il 10% del nostro fabbisogno energetico giornaliero totale. Questa energia è ricavata dal glucosio (zucchero nel sangue), la benzina del nostro cervello. Lo zucchero non è nemico del cervello: quello aggiunto lo è.


La ricerca (1) indica che una dieta ricca di zuccheri aggiunti riduce la produzione di una sostanza chimica del cervello chiamata 'fattore neurotrofico derivato dal cervello' (BDNF). Senza BDNF, il nostro cervello non può formare nuovi ricordi e non siamo in grado di imparare (o ricordare) alcunché. I livelli di BDNF sono particolarmente bassi nelle persone con un metabolismo deteriorato del glucosio (diabetici e pre-diabetici), e con il calo del BDNF, il metabolismo degli zuccheri peggiora.


In altre parole, mangiare cronicamente zucchero aggiunto riduce il BDNF, e quindi i livelli inferiori del prodotto chimico del cervello iniziano a contribuire alla resistenza all'insulina, che porta al diabete di tipo 2 e alla sindrome metabolica, che alla fine provoca una serie di altri problemi di salute. Una volta che accade, il cervello e il corpo entrano in un ciclo distruttivo che è difficile da invertire, se non impossibile.


Una ricerca (2) ha collegato livelli bassi di BDNF anche alla depressione e alla demenza. È possibile che un BDNF basso possa rivelarsi la pistola fumante in queste e altre malattie, come il morbo di Alzheimer, che tendono a comparire in gruppo negli studi epidemiologici. Si sta facendo più ricerca su questo tema, ma ciò che sembra chiaro in ogni caso, è che un livello ridotto di BDNF è una cattiva notizia per il nostro cervello, e il consumo cronico di zucchero è uno degli inibitori colpevoli peggiori.


Altri studi si sono concentrati sul ruolo dello zucchero nell'eccesso di cibo. Intuitivamente sappiamo che zucchero e obesità sono collegati (in quanto lo zucchero è pieno di calorie), ma il motivo esatto per cui mangiare cibi carichi di zucchero sembra farci desiderare di mangiarne di più lo abbiamo capito solo da pochi anni.


Una ricerca (3) ha dimostrato che il consumo cronico di zuccheri aggiunti offusca il meccanismo del cervello che ti dice di smettere di mangiare. Lo fa riducendo l'attività nel sistema anoressigenico dell'ossitocina del cervello, che ha il compito di esporre la bandiera rossa di 'pieno', che ti impedisce di rimpinzarti. Quando le cellule dell'ossitocina del cervello sono offuscate da un eccesso di zucchero, la bandiera non funziona correttamente e inizi a chiedere i secondi e i terzi piatti, e cerchi spuntini a mezzanotte.


Ciò che questi ed altri studi suggeriscono fortemente è che la maggior parte di noi si sta danneggiando seriamente con cibi trasformati ricchi di zuccheri aggiunti, e il danno inizia dal nostro cervello. Visto in questa luce, il consumo cronico di zucchero aggiunto non è un problema minore del fumo o dell'alcol. E la dura verità è che forse abbiamo solo iniziato a vedere gli effetti di ciò che ci sta facendo la valanga infinita di zucchero.

 

 

 


Fonte: David DiSalvo in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. R. Molteni, R. J. Barnard, Z. Ying, C. K. Roberts, F. Gómez-Pinilla. A high-fat, refined sugar diet reduces hippocampal brain-derived neurotrophic factor, neuronal plasticity, and learning. Neuroscience, 2002, DOI
  2. K S Krabbe, A R Nielsen, ..., B K Pedersen. Brain-derived neurotrophic factor (BDNF) and type 2 diabetes. Diabetologia, Feb 2007 , DOI
  3. Anaya Mitra, Blake A. Gosnell, ..., Allen S. Levine. Chronic sugar intake dampens feeding-related activity of neurons synthesizing a satiety mediator, oxytocin. Peptides, 2010, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.