Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Lesioni alla testa 25 anni dopo: studio trova aumento del rischio di demenza

Le lesioni alla testa negli Stati Uniti sono comuni: oltre 23 milioni di adulti over-40 hanno una storia di lesioni alla testa con perdita di coscienza. Molte ferite alla testa possono essere causate da una serie di situazioni diverse: dagli incidenti di auto e moto alle lesioni sportive. Inoltre, c'è sempre più consapevolezza che gli effetti degli infortuni alla testa sono di lunga durata.


Una nuova ricerca guidata dall'Università della Pennsylvania dimostra che un singolo infortunio alla testa potrebbe portare alla demenza più tardi nella vita. Questo rischio aumenta ulteriormente con l'aumento degli episodi sperimentati da un individuo. I risultati suggeriscono inoltre associazioni più forti tra lesioni alla testa e rischio di demenza nelle donne rispetto agli uomini e nei bianchi rispetto alle popolazioni nere.


I ricercatori, nello studio pubblicato su Alzheimer & Dementia, hanno condotto l'indagine usando i dati dello studio Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC), che punta a scoprire associazioni tra lesioni alla testa e demenza nell'arco di 25 anni in una popolazione diversificata negli Stati Uniti.


In precedenza, i dati sulle lesioni cerebrali traumatiche erano limitati a popolazioni selezionate, come i database dei reclami militari e medici. Questi risultati sono tra i primi derivanti da indagini specifiche sulle lesioni alla testa e il rischio di demenza nelle popolazioni bianca e nera, nonché tra maschi e femmine, nell'ambiente comunitario.


La prima autrice Andrea Schneider MD/PhD, assistente professoressa di neurologia alla Penn, ha dichiarato:

"La lesione della testa è un fattore di rischio significativo per la demenza, ma è uno che può essere prevenuto. Le nostre scoperte dimostrano che quello che conta è il numero di lesioni alla testa: più ferite alla testa sono associate a un maggiore rischio di demenza.

"La dose-dipendenza di questa associazione suggerisce che la prevenzione della lesione alla testa potrebbe mitigare un certo rischio di demenza in seguito nella vita. Mentre la ferita alla testa non è l'unico fattore di rischio per la demenza, è un fattore di rischio che si può modificare con cambiamenti comportamentali, come l'uso ai caschi e cinture di sicurezza".


I risultati mostrano che, rispetto ai partecipanti che non hanno mai avuto un infortunio alla testa, la storia dell'individuo di infortuni alla testa è associato a un rischio 1,25 volte maggiore di demenza, e una storia di due o più ferite alla testa precedenti è associata a oltre 2 volte il rischio di demenza rispetto agli individui senza una storia di lesioni alla testa. Complessivamente, il 9,5% di tutti i casi di demenza nella popolazione dello studio è stato attribuito ad almeno una lesione della testa precedente.


Per chiarire la relazione tra demenza e ferite alla testa, gli autori hanno raccolto dati da una coorte diversificata con un'età media al basale di 54 anni, composta al 56% da donne e al 27% da neri di quattro comunità diverse degli Stati Uniti. I partecipanti sono stati seguiti per una mediana di 25 anni, con fino a sei visite in persona e controlli telefonici semestrali. I dati sulle ferite della testa dei partecipanti sono stati rilevati da cartelle cliniche, nonché auto-riferiti da alcuni partecipanti.


Le ricerche precedenti sulla demenza e le lesioni cerebrali traumatiche suggeriscono che le donne hanno un rischio maggiore di demenza rispetto agli uomini. Inoltre, le popolazioni nere nel complesso hanno un rischio più alto di demenza rispetto ai bianchi. Tuttavia, pochi studi precedenti hanno valutato le possibili differenze nelle associazioni tra lesioni alla testa e il rischio di demenza per sesso e razza.


Questi dati dello studio ARIC hanno trovato le prove che le femmine avevano maggiori probabilità di sperimentare la demenza a causa di lesioni alla testa rispetto ai maschi. Inoltre, lo studio ha dimostrato che, sebbene vi sia un aumento del rischio di demenza associato alla lesione della testa tra i partecipanti sia bianchi che neri, i partecipanti bianchi avevano a rischio maggiore di demenza dopo le lesioni alla testa rispetto ai partecipanti neri.


Gli autori concludono che è necessaria maggiore ricerca per comprendere meglio le ragioni di queste differenze tra i sessi e le razze osservate nell'associazione tra lesioni della testa e rischio di demenza. La Schneider ha detto:

"Data la forte associazione delle ferite alla testa con la demenza, c'è un bisogno importante di ricerca focalizzata sulla prevenzione e sulle strategie di intervento volte a ridurre la demenza dopo l'infortunio alla testa.

"I risultati di questo studio hanno già portato alla partenza di numerosi progetti di ricerca, compresi gli sforzi per scoprire le cause della demenza legata alle lesioni alla testa, nonché le indagini sui motivi sottostanti le differenze di sesso e razza osservate nel rischio di demenza associata alle ferite alla testa".

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Andrea Schneider, Elizabeth Selvin, Lawrence Latour, Christine Turtzo, Josef Coresh, Thomas Mosley, Geoffrey Ling, Rebecca Gottesman. Head injury and 25‐year risk of dementia. Alzheimer's & Dementia, 9 Mar 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)