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Le radiografie dentali causano l'Alzheimer?

Titolo: Le radiografie dentali causano l'Alzheimer?
Presentato da: Caroline Rodgers
Data: 17 Gennaio 2012
Evento: Comitato Consultivo per la Ricerca di Alzheimer, Assistenza e Servizi
Località: US Dept. Health & Human Services, 200 Independence Ave, S.W., Rm 800

Buon pomeriggio. Il mio nome è Caroline Rodgers. Sono ricercatrice e scrittrice specializzata in questioni di sanità pubblica.


Sono sicura che tutti i presenti concordano sul fatto che il morbo di Alzheimer ha trasformato la prospettiva di invecchiamento in un futuro spaventoso e incerto che ruba a molti di noi i ricordi, la dignità e anche la vita. Sono qui perché mi immagino un mondo in cui l'Alzheimer è ancora una volta una rarità ed i nostri anni di vecchiaia sono una vera età dell'oro.


L'anno scorso il mio articolo che proponeva che i raggi X dentali stanno causando l'Alzheimer è stato pubblicato sul Journal of Medical Hypotheses (1). Ho anche fatto una presentazione di diapositive sul tema alla Conferenza 2011 dell'Alzheimer's Association (2).


La spiegazione tecnica della mia ipotesi è:
Le radiazioni ionizzanti provenienti da radiografie accorciano i telomeri della microglia, che sono fondamentali per mantenere la salute neuronale. Questo riduce la durata della microglia e sfilaccia i neuroni. I neuroni sfilacciati successivamente muoiono, causando demenza irreversibile.


Detto più semplicemente:
L'esposizione della testa a basse dosi di radiazioni ionizzanti sta causando la morte delle cellule cerebrali destinate a sostenere i nostri neuroni per tutta la vita.


NOTA: I raggi X dentali sono l'unica forma di radiazioni ionizzante a cui praticamente tutti gli americani sono regolarmente esposti ad intervalli regolari durante la vita, a partire dalla prima infanzia. Anche se quantità basse di radiazioni ionizzanti sono state confrontate con l'esposizione a radiazioni di fondo ricevute durante lunghi voli aerei, la quantità di radiazioni ionizzanti ricevute in tutto il corpo non può essere comparata al pari della quantità di raggi ricevuti direttamente nella testa. Non è realistico credere che decenni di esposizione ai raggi X dentali siano senza conseguenze per tutti. La domanda non è: "Perché dovremmo considerare se le radiografie stanno causando l'Alzheimer", ma piuttosto, "Perché non ci abbiamo pensato prima?"


Fonti dell'Ipotesi:

1) Dati di prevalenza di Alzheimer
2) Popolazione informazioni basate su cure odontoiatriche
3) Studi scientifici (1) (4)

Cure dentistiche e demenza: un campione di paesi

INDIA     > Il 67% non ha mai visitato un dentista (5)
             > Prevalenza della demenza stimata in 1/5 -1/4 rispetto all'Europa (6)

CINA      > dal 30% al 43% degli adulti non hanno mai visitato un dentista (7)
                >  Prevalenza della demenza è circa la metà dell'Europa (6)

USA         > l'1% dell apopolazione non ha mai visitato un dentista (8)
                 > Il 13% delle persone oltre 65 anni hanno AD (9)

Testiamo questa ipotesi in confronto ai fatti

FATTO
: I sintomi di AD appaiono 10 o più anni dopo la presenza di patologia cerebrale di AD.

L'accorciamento dei telomeri della microglia avrebbe un effetto ritardato sui neuroni, perché riduce la vita della microglia, non la sua funzionalità.

FATTO: la mortalità di AD è aumentata rapidamente dopo il 1979, rendendola la sesta causa di morte entro il 2000.

Poiché i sintomi AD hanno un ritardo di 10 o più anni, vale la pena di analizzare le tendenze sanitarie che si svolgono nei decenni precedenti l'aumento della mortalità AD. Questo fu un periodo di importanti cambiamenti nelle abitudini di salute dentale della nazione.

1940
: fino agli anni '40 le macchine a raggi X non erano comuni negli studi (10) dentistitici in America. Tuttavia, quasi due decenni più tardi, nel 1954 ...


1957:
solo il 37% aveva visitato un dentista nell'anno, mentre il 18% non l'ha mai visitato (11).


2008:
59% aveva visitato un dentista entro l'anno, solo l'1% non l'aveva mai visitato (8).


2010:
La media nazionale che era stata da un dentista o studio dentistico entro l'anno era del 69,7% (9)

FATTO: L'ippocampo è una delle prime regioni del cervello a subirre danni correlati all'AD.

Esso contiene sia microglia che cellule progenitrici neurali che (a differenza di altre cellule cerebrali mature) continuano a dividersi, rendendole più vulnerabili ai danni indotti da radiazioni.

FATTO: Gli uomini muoiono prima delle donne a seguito di un diagnosisi di AD (12).

Gli uomini più anziani hanno telomeri più corti rispetto alle donne di pari età (13), quindi avrebbero meno tempo se i loro telomeri della microglia si sono accorciati prematuramente.

FATTO: Quasi tutte le persone con sindrome di Down hanno la patologia cerebrale di AD a 40 anni - ma c'è una varianza ampia nell'insorgenza di demenza (14) (15).

Le persone con sindrome di Down perdono la lunghezza dei telomeri più velocemente rispetto alla popolazione generale, ma, proprio come gli altri, vi sono differenze nella lunghezza dei telomeri neonati (16) (13). Inoltre, le persone con sindrome di Down sono soggette a molte anomalie genetiche dentali che potrebbero comportare ulteriore esposizione ai raggi X.

FATTO: La prevalenza di AD è maggiore nelle aree urbane (17).

Gli abitanti delle città effettuano più visite dentali (18).

FATTO: L'AD sta aumentando più rapidamente nei paesi in via di sviluppo, soprattutto in America Latina (6).

Negli ultimi decenni, molti paesi ha cominciato a fornire gratuitamente cure odontoiatriche a tutti i cittadini, come Cuba nel 1976, il Venezuela nel 1999 e il Brasile nel 2004.

FATTO: L'AD non risponde ai farmaci anti-infiammatori o che abbassano il colesterolo - anche se l'AD è associata all'infiammazione del cervello e all'alto colesterolo (19) (20).

Nessun trattamento può aiutare i neuroni che hanno perso il loro sistema di sostegno.

FATTO: Le attività mentalmente stimolanti inizialmente ritardano l'AD, ma successivamente lo accelerano (21).

La crescita supplementare del cervello ha il sopravvento sulla microglia che fatica a sostenere le reti neuronali esistenti.

 

Se le radiografie causano l'Alzheimer, si sollevano nuovi interrogativi e preoccupazioni, come ad esempio:

  • Potrebbe una diligente cura dentale spiegare l'aumento di AD non-familiare ad esordio precoce?
  • Qual è il prezzo del sorriso: Quali sono i rischi a lungo termine per i pazienti esposti a ortodonzia con scanner a raggio conico CT che creano immagini 3-D, a livelli di radiazione molto più alti?
  • Potrebbero i raggi X alla testa, dopo infortuni sportivi, contribuire alla demenza precoce?
  • Se le radiografie presentano rischi, potrebbero le scansioni cerebrali, che utilizzano radiazioni ionizzanti per monitorare l'AD, accelerare la progressione della malattia?
  • Le tappe del declino cognitivo si riferiscono ad intervalli tra esposizioni ai raggi X?
  • Potrebbe il rapporto tra professionisti del settore e la popolazione essere usato per creare algoritmi precisi per prevedere le tendenze della demenza?

 

Quali sono le prospettive per prevenzione, trattamento o cura dell'Alzheimer?

Se le radiografie causano l'Alzheimer, si possono ridurre i casi futuri eliminando o limitando severamente le radiografie. I dentisti possono rivolgersi anche a tecnologie di visualizzazione alternative già sviluppate, ma non ancora di uso comune.

Gli interventi per le persone già esposte a radiografie ma senza sintomi di AD potrebbero includere lo sviluppo di metodi per trapiantare il proprio midollo osseo in modo sicuro o le cellule staminali dentarie per ricostituire le popolazioni di microglia.

Altre possibilità sarebbero di sviluppare metodi per preservare o addirittura allungare la lunghezza dei telomeri di microglia o di cancellare selettivamente e definitivamente le cellule senescenti di microglia per stimolare la sostituzione di microglia che potrebbe fornire una neuroprotezione attiva.

Purtroppo, non esiste una cura evidente per le persone che hanno già perso il sistema di sostegno della microglia al punto in cui sono morti abbastanza neuroni da causare i sintomi.

 

Commenti di chiusura

Non so la risposta alle domande che ho sollevato in questo breve discorso. Tuttavia, so che dobbiamo guardare in posti nuovi con mente aperta per risolvere il puzzle dell'emergenza di AD come un killer e per ripristinare la salute, la dignità e il lustro ai nostri "anni d'oro".

 

 

********** Riferimenti

1) Rodgers, CC. Dental X-ray exposure and Alzheimer’s disease: a hypothetical etiological association. Med Hypotheses. 2011;77(1):29-34. Epub 2011 Mar 31.

2) Alzheimer’s Association International Conference (AAIC) 2011. (PA-382)

3) Streit WJ, Braak H, Xue QS, et al. Dystrophic (senescent) rather than activated microglial cells are associated with tau pathology and likely precede neurodegeneration in Alzheimer’s disease. Acta Neuropathol. 2009;118(4):475-85. Epub 2009 Jun 10.

4) Xue QS, Streit WJ. Microglial pathology in Down syndrome. Acta Neuropathol. 2011;122(4):455-66. Epub 2011 Aug 17..

5) Kalm M, Lannering B, et al. Irradiation-induced loss of microglia in the young brain. J Neuroimmunol. 2009;206(1-2):70-5. Epub 2008 Dec 13.

6) Grodstein F, van Oijen M, Irizarry MC, et al. Shorter telomeres may mark early risk of dementia: preliminary analysis of 62 participants from the nurses’ health study. PLoS One. 2008;3(2):e.1590.

7) Indo-Asian News Service. 67 percent Indians have never visited a dentist: Survey. Aug 22 2009. Accessed Jul 9 2010.

8) Llibre Rodriquez JJ, Ferri CP, Acosta D, et al. Prevalence of dementia in Latin America, India, and China: a population-based cross-sectional survey. Lancet. 2008:372(9637);464-74. Epub 2008 Jul 25.

9) Zhu L, Peterson PE, Wang HY, et al. Oral health knowledge, attitudes and behaviour of adults in China. Int Dent J 2005;55(4):231-41.

10) The Kaiser Family Foundation, statehealthfacts.org. Data source: The National Oral Health Surveillance System, The Centers for Disease Control and Prevention (CDC), based on the Behavioral Risk Factor Surveillance System (BRFSS). Accessed 1-20-2012.

11) S Pleis JR, Lucas JW, Ward BW. Summary health statistics for U.S. adults: National Health Interview Survey, 2008. Vital Health Stat . 2009;10(242):1-157.

12) Alzheimer’s Association. 2011 Alzheimer’s Disease Facts and Figures. Accessed Jan 132012.

13) Frommer HH. The History of Dental Radiology. Tex Dent J. 2002:119(5):416-21, 423.

14) U.S. National Health Survey. Dental care interval and frequency of visits. United States July 1957-June 1959. Washington, U.S. Dept. of Health, Education, and Welfare, Public Health Services, Division of Public Health Methods, 1960 .

15) Larson EB, Shadlen MF, Wang LI, et al. Survival after Initial Diagnosis of Alzheimer Disease. Ann Intern Med 2004;140(7):501-9 .

16) Benetos A, Okuda K, Lajemi M, et al. Telomere length as an indicator of biological aging: the gender effect and relation with pulse pressure and pulse wave velocity. Hypertension 2001;37(2 Part 2):381-5.

17) Karlinsky H. Alzheimer’s disease in Down’s syndrome. A review. J Am Geriatr Soc. 1986;34 (10):728-34. 2004;10:50-8. Accessed Jan 15 2012.

19) de Arruda Cardoso Smith M, Borsatto-Galera B, Feller RI, et al. Telomeres on chromosome 21 and aging in lymphocytes and gingival fibroblasts from individuals with Down syndrome. J Oral Sci. 2004;46(3)171-7.

20) World Health Organization. Mental Health and Substance Abuse. Facts and Figures, Alzheimer’s Disease: the Brain Killer. Last update Aug 18 2006. Accessed Jul 7 2010.

21) Fos P, Hutchison L. (2003) The State of Rural Oral Health: A literature review. Rural Healthy People 2010: A companion document to Healthy People 2010. Vol. 2. College Station. TX: The Texas A&M University System Health Science Center School of Rural public Health, Southwest Rural Health Research Center.

22) McGuinness B, O’Hare J, Craig D, et al. Statins for the treatment of dementia. Cochrane Database Syst Rev.2010: Aug 4;(8):CD007514.

23) ADAPT Research Group, Martin BK, Szekely C, et al. Cognitive function over time in the Alzheimer’s Disease Anti-inflammatory Prevention Trial (ADAPT): results of a randomized, controlled trial of naproxen and celecoxib. Arch Neurol 2008;65(7):896-905. Epub 2008 May 12.

24) Wilson RS, Barnes LL, Aggarwal NT, et al. Cognitive activity and the cognitive morbidity of Alzheimer disease. Neurology 2010;75(11):990-6. Epub 2010 Sep 1.

 

 

 

 

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Traduzione di Franco Pellizzari.

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