Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Si può riscoprire la propria identità dopo anni come caregiver di Alzheimer?

Cara Carol: Dopo aver vissuto sette anni con l'Alzheimer ad insorgenza precoce, mio marito è morto a 59 anni. Prima e durante i primi anni della sua diagnosi, mi sono occupata anche dei suoi genitori che avevano entrambi la demenza.

Sarò sincera e dico che non è mai stato un matrimonio felice. Era sempre in controllo e geloso, perciò da sempre ho percepito che la mia identità non era altro che moglie, madre e caregiver.

Ho un buon rapporto con i miei figli, ma sono cresciuti e non vivono nelle vicinanze, quindi non sono nemmeno coinvolta come mamma e nonna. I nostri amici erano principalmente quelli di mio marito, quindi chi sono adesso? Non lo so. Lavoro online e sono abbastanza felice con quello, ma il lavoro non mi fornisce alcuna interazione personale o identità. Cosa dico quando le persone chiedono dei miei interessi attuali? "Vorrei saperlo" non è una buona risposta. - SK.

 


Cara SK: Il caregiving, in particolare quello per la demenza, può essere totalizzante, quindi non sono insoliti i sentimenti di non saper come cavarsela quando quelle responsabilità finiscono. Quei sentimenti possono essere aggravati per chi viveva in un matrimonio che non permetteva un'identità separata.


A volte, anche nei matrimoni felici, le persone possono realizzare dopo la perdita del coniuge che, anche se erano felici di far parte di una coppia, non sanno più come vivere con l'identità di persona singola. Questo aggiustamento può essere più difficile quando, come per te, gli amici erano tutti, o gran parte, legati al coniuge defunto.


Ci sono innumerevoli opportunità di volontariato con gruppi di caregiver se vuoi rimanere coinvolta in quell'area. Da quello che hai detto qui, però, suggerirei di considerare altre opzioni, almeno per il momento.


A volte, questi sentimenti di identità possono essere superati semplicemente provando diverse attività in organizzazioni religiose o in quelle che rappresentano altri interessi. Ti piace l'arte? Organizzazioni artistiche locali possono spesso utilizzare volontari per promuovere spettacoli, aiutare le persone con tour, per accompagnamento alle esibizioni o per raccogliere fondi.


Se ciò non ti interessa, potresti prendere in considerazione la possibilità di aderire a un'organizzazione che raccoglie forniture scolastiche per i bambini. O una che si concentra sulle raccolte di cibi. O una che fornisce tutori ai bambini piccoli. Molto dipende dal fatto se ti piace stare con le persone fisicamente o se preferisci il lavoro dietro le quinte. Puoi cercare organizzazioni no-profit nella tua comunità e vedere quali opportunità ti interessano.


Molti caregiver di lunga data traggono benefici da una consulenza, almeno a breve termine, che aiuta a riconfigurare la loro vita, e anche questo sarebbe il mio suggerimento per te. Il mio ragionamento è che, avendo passato così tanti anni senza essere in grado di espandere i tuoi interessi personali, un aiuto per uscire dal punto morto potrebbe aprirti gli occhi.


Una volta che hai iniziato a lavorare con un professionista e ti senti pronta, questa persona potrebbe aiutarti a esplorare attività interessanti che ti aiuteranno a scoprire chi sei, oltre a caregiver.


Ti auguro il meglio, SK. Non sei la prima a chiederlo e non sarai l'ultima.

 

 

 


Fonte: Carol Bradley Bursack in Inforum (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)