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Dimenticanza in gioventù è raramente un segno di demenza precoce

Nelle ultime settimane, mi sono completamente dimenticata il titolo di un libro che avevo appena finito di leggere oltre che il nome di un vecchio amico del college. Sono anche conosciuta per dimenticare regolarmente dove metto le chiavi di casa.

Ho solo 35 anni. Se non riesco a ricordare queste cose ora, che possibilità ho quando sarò sulla sessantina e oltre?

I vuoti di memoria possono essere aggravanti, frustranti e persino imbarazzanti. Li trovo anche loro un po' snervanti, visto che ho guardato alcuni parenti e amici di famiglia lottare con l'Alzheimer. Ma la verità è che mancanze occasionali di memoria quando si è sulla tentina - e persino a 40 e 50 anni - sono raramente il segnale di un problema serio, dice Susan Lehmann della clinica di psichiatria geriatrica del Johns Hopkins Hospital.

"E' in genere più distrazione e quante informazioni il cervello umano può gestire in una sola volta", dice. "Tutte le complessità della vita rendono facile, in ogni singolo giorno, dimenticare qualcosa". In altre parole, se si è distratti da un bambino che urla o dalle bollette o da un televisore nelle vicinanze, mentre si sta leggendo un romanzo, probabilmente non si sta memorizzando correttamente e quindi si può avere difficoltà a ricordare personaggi, colpi di scena e altri dettagli.

Anche se dimentico cose qua e là, probabilmente non è ancora iniziato il processo di normale declino cognitivo che irrompe tipicamente oltre la quarantina, dice il neurologo Jeffrey Cummings, direttore della Centro Lou Ruvo per la Salute del cervello della Clinica di Cleveland. "L'osservazione più affidabile sulla memoria nell'invecchiamento è il rallentamento della individuazione di particelle specifiche di informazione - come cercare di ricordare il nome di una persona quando si incontra in circostanze inaspettate e ci sono solo tre secondi in cui è socialmente opportuno dire 'Ciao, Bill', e non si riesce ad arrivare in tempo", dice.

"Le persone anziane possono concentrarsi come quelle più giovani, senza distrazioni, ma di solito hanno bisogno di po' più di tempo per elaborare e assorbire un compito, e hanno anche un po' più di difficoltà nelle attività di commutazione e di pensieri multipli allo stesso tempo", aggiunge Lehmann.

Quelli di noi che si dimenticano un numero di telefono o un appuntamento qua e là non sono necessariamente destinati a deterioramento cognitivo più grave in seguito. "Anche se rendono le persone ansiose, i cambiamenti di memoria normale che accadono con l'invecchiamento attraverso la mezza età e oltre (che tendono ad essere episodici, occasionali e stabili) non sono un fattore di rischio per l'Alzheimer o la demenza", dice Lehmann. "La differenza tra la perdita di memoria normale con l'invecchiamento e qualcosa che preoccupa ha a che fare con la frequenza e la persistenza, e quanto comincia a interferire con la vita quotidiana e la capacità di funzionare e lavorare".

Infatti, Lehmann sottolinea che il declino cognitivo non è inevitabile nell'invecchiamento: "C'è un sacco di variabilità tra le persone". Un studio pubblicato il mese scorso sulla rivista Lancet Neurology riassume prove da centinaia di studi e ha scoperto che fino alla metà di tutti i casi di Alzheimer sono associati con sette fattori di rischio modificabili, tra cui l'obesità in mezza età, la depressione e l'inattività cognitiva o il basso livello d'istruzione.

 

 


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Scritto da Carolyn Butler su TheWashingtonPost il 10 ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

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