Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo studio sfida l'approccio attuale nella demenza senile

Impattando su milioni di famiglie e divorando miliardi di dollari a livello globale, l'Alzheimer è al centro di ricerche approfondite per trovare una cura.

Anche se intensamente indagato negli ultimi tre decenni, utilizzando tecnologie all'avanguardia, la "causa patogena" dell'Alzheimer non è stata trovata. Mentre le "scoperte" di molte ricerche sono stati proclamate e sono state effettuate sperimentazione di alto profilo sui farmaci, perché questa "cura" promessa sembra ancora sfuggire agli scienziati?

Nel tentativo di affrontare questo problema, Ming Chen, PhD, Huey T. Nguyen, BS, e Darrell R. Sawmiller, PhD, l'Aging Research Laboratory, la R&D Service, la Bay Pines VA Healthcare System e l'University of South Florida, hanno intrapreso un'analisi autonoma e sistematica delle ipotesi di ricerca di base contro i principi scientifici prevalenti. Questa analisi ha portato a ipotizzare che forse il problema principale è la percezione della comunità di ricerca di questa malattia.

In un articolo che dovrebbe essere pubblicato sul numero di dicembre del Journal of Alzheimer gli autori suggeriscono che, quando il National Institutes of Health ha separato la demenza da altre patologie senili e ha ridefinito come distinta e "curabile" la malattia Alzheimer nel 1970, ha aperto un vaso di Pandora e può avere sviato la ricerca per decenni. Ha innescato la ricerca di fattori patogeni e cure, e ha fatto trascurare il ruolo dei cambiamenti demografici e dei suoi diversi risultati finali negli anziani.

Gli autori sostengono che i disturbi senili - malattie che si verificano dopo i 60 anni e, infine, colpiscono la maggior parte degli anziani, come ad esempio la perdita dei denti, dell'udito o della memoria - sono causati dall'invecchiamento, quindi differiscono fondamentalmente da malattie distinte per origine, paradigma di studio e strategia di intervento.

Inoltre, gli autori sostengono che un regolatore centrale nella cognizione - il sistema Ca2+ di segnalazione - è stato mal concepito dal pensiero istituzionale che favorisce una "cura" per la demenza senile. L'ipotesi dominante, anche se non dimostrata, è che i livelli di Ca2+ aumentano durante tutto il processo di invecchiamento, portando alla morte cellulare, e quindi la ricerca si è concentrata sugli antagonisti del calcio per abbassare i livelli. Questo punto di vista è stato promosso da chi determina la politica, e è stato il soggetto di una serie di test clinici di alto profilo, ma ad oggi non sono emersi risultati positivi.

Al contrario, gli autori propongono che proprio il calo di funzionalità della segnalazione del Ca2+, risultato del processo di invecchiamento, tra una miriade di altri cambiamenti dovuti all'età, porta al declino cognitivo. Quindi interventi per la demenza senile potrebbe attivare la funzione del Ca2+, promuovendo il metabolismo energetico e anche i nemici del Ca2+ come la caffeina e la nicotina. Allo stesso tempo, i fattori di rischio giocano un ruolo chiave. "Invecchiamento e deficit di Ca2+ pongono le basi per la demenza senile, ma non sempre portano alla demenza senile nella vita reale", spiega il dottor Chen. "Stili di vita e altri fattori di rischio sono la chiave. Quindi pensiamo che la demenza senile possa essere spiegata da 'invecchiamento avanzato più fattori di rischio'. Questo modello punta a una nuova direzione per la prevenzione. Ciò significa che dobbiamo promuovere stili di vita sani negli anziani. E dobbiamo sviluppare farmaci per prolungare la vita dei neuroni vecchi, piuttosto che alla ricerca di modi per inibire fattori inverosimilmente 'patogeni' ".

"Il modello implica che la demenza senile è, nel complesso, una malattia dello stile di vita," dice il Dott. Chen. "Questo punto di vista, infatti, è stato condiviso da molti nella comunità medica e clinica, ma in netto contrasto con le attuali teorie dominanti nel campo della ricerca di Alzheimer, che assumono un meccanismo lineare di 'causa ed effetto'. Poiché non sono stati presi in conto per il ruolo fondamentale l'invecchiamento e i fattori di rischio, è chiaro che queste teorie, anche se di grande appeal per il pubblico e i ricercatori, sono di scarsa rilevanza per la natura scientifica della demenza senile".

"I due concetti travolgenti, la demenza senile come malattia distinta e l'ipotesi di sovraccarico del Ca2+, hanno effettivamente bloccato ogni progresso significativo nel campo della ricerca sulla demenza senile, ed hanno inibito il meccanismo di auto-correzione della scienza", conclude il dottor Chen. "Un esame indipendente sul campo può essere utile."

"Anche se incurabile", il Dott. Chen è ottimista. "La nostra ricerca, se guidata da teorie corrette, produrrà farmaci per ritardare la demenza fino a un certo punto - come i farmaci che ritardano o migliorano l'aterosclerosi e l'osteoporosi oggi".

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 


Pubblicato in WorldPharmaNews il 8 novembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)