Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Indicatori precoci di demenza: 5 comportamenti da monitorare dopo i 50 anni

La demenza è spesso considerata un problema di memoria, come quando una persona anziana pone le stesse domande o perde le cose. In realtà, le persone con demenza non solo avranno problemi in altre aree della cognizione, come l'apprendimento, il pensiero, la comprensione e il giudizio, ma possono anche sperimentare cambiamenti nel comportamento.


È importante capire cosa è la demenza e come si manifesta. Non immaginavo che gli strani comportamenti di mia nonna fossero un primo segnale di avvertimento di una condizione molto più grave. Diventava facilmente agitata se non riusciva a completare compiti come cucinare o preparare un dolce.


Affermava di vedere una donna in casa anche se in realtà non c'era nessuno. È diventata anche diffidente nei confronti degli altri e nascondeva le cose in luoghi strani. Questi comportamenti ci sono stati per un po' prima che infine ricevesse la diagnosi di demenza.

 

Deterioramento cognitivo e comportamentale

Quando i cambiamenti cognitivi e comportamentali interferiscono con l'indipendenza funzionale di un individuo, si considera che quella persona ha la demenza. Tuttavia, quando i cambiamenti cognitivi e comportamentali non interferiscono con l'indipendenza di un individuo, ma comunque influenzano negativamente le relazioni e le prestazioni sul posto di lavoro, sono classificati rispettivamente come lieve deterioramento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment) e lieve deterioramento comportamentale (MBI, mild behavioural impairment).


MCI e MBI possono essere presenti insieme, ma in un terzo delle persone che sviluppano la demenza dell'Alzheimer, i sintomi comportamentali arrivano prima del declino cognitivo. Individuare questi cambiamenti comportamentali, che emergono in tarda età adulta (dopo i 50 anni) e rappresentano un cambiamento persistente dei modelli di lungo termine, può essere utile per implementare trattamenti preventivi, prima che insorgano sintomi più gravi.


Come dottoranda in scienze mediche, la mia ricerca si concentra su comportamenti problematici che si presentano più avanti nella vita e indicano un aumento del rischio di demenza.

 

Cinque segni comportamentali da monitorare

Ci sono 5 comportamenti importanti che possiamo osservare in amici e familiari che hanno più di 50 anni, che potrebbero giustificare ulteriore attenzione.

 

1. Apatia

L'apatia è un declino di interesse, di motivazione e di guida. Una persona apatica potrebbe perdere interesse per amici, famiglia o attività. Potrebbe mancare di curiosità per argomenti che normalmente avrebbero avuto il suo interesse, perdere la motivazione ad agire sui propri obblighi o diventare meno spontanea e attiva. Potrebbe anche sembrare che ci sia una mancanza di emozioni rispetto al suo solito sé, e che non si curi più di nulla.

2. Disregolazione affettiva

La disregolazione affettiva include sintomi di malumore o ansia. Chi mostra disregolazione affettiva può sviluppare tristezza o instabilità dell'umore o diventare più ansioso o preoccupato per cose di routine come eventi o visite.

3. Mancanza di controllo degli impulsi

Il discontrollo degli impulsi (impulse dyscontrol) è l'incapacità di ritardare la gratificazione e di controllare comportamenti o impulsi. Chi ha il discontrollo d'impulsi può diventare agitato, aggressivo, irritabile, lunatico, polemico o facilmente frustrato. Può diventare più testardo o rigido, così da non essere disposto a vedere altre opinioni e insistere sul proprio punto di vista. A volte può sviluppare comportamenti sessualmente disinibiti o invadenti, mostrare comportamenti o compulsioni ripetitive, iniziare a giocare d'azzardo o a rubare nei negozi o avere difficoltà a regolare il consumo di sostanze come tabacco o alcol.

4. Inappropriatezza sociale

L'inappropriatezza sociale include difficoltà ad aderire alle norme sociali nelle interazioni con gli altri. Una persona socialmente inappropriata può perdere il giudizio sociale che in precedenza aveva su cosa dire o come comportarsi. Può essere meno preoccupata di come le sue parole o azioni influenzano gli altri, discutere apertamente di questioni private, parlare con estranei come se fossero familiari, dire cose maleducate o mancare di empatia nelle interazioni con gli altri.

5. Percezioni o pensieri anormali

Il contenuto anormale di una percezione o di un pensiero si riferisce a cose ed esperienze sensoriali credute fortemente. La persona con percezioni o pensieri anormali può diventare sospettosa delle intenzioni degli altri o pensare che gli altri stiano pianificando di danneggiarla o di rubare le sue cose. Può anche descrivere di udire voci o parlare con persone immaginarie e/o comportarsi come se stesse vedendo cose che non ci sono.

-----------

Prima di considerare uno di questi comportamenti come segno di un problema più grave, è importante escludere altre potenziali cause di cambiamento comportamentale come farmaci o medicazioni, altre condizioni mediche o infezioni, conflitti interpersonali o stress o una recidiva di sintomi psichiatrici associati a una diagnosi psichiatrica precedente. In caso di dubbio, potrebbe essere il momento di una visita dal medico.

 

L'impatto della demenza

Molti di noi conoscono qualcuno che ha la demenza o si è preso cura di qualcuno con demenza. Ciò non è sorprendente, dato che si prevede che la demenza colpirà un milione di canadesi entro il 2030.


Anche se le persone tra i 20 e i 40 anni pensano di avere decenni prima che la demenza le colpisca, è importante rendersi conto che la demenza non è un viaggio individuale. Nel 2020, i partner di assistenza - familiari, amici o vicini - hanno trascorso mediamente 26 ore settimanali assistendo i canadesi più anziani che vivono con demenza. Ciò equivale a 235.000 posti di lavoro a tempo pieno o a 7,3 miliardi di dollari all'anno.


Questi numeri dovrebbero triplicare entro il 2050, quindi è importante cercare dei modi per compensare queste traiettorie previste prevenendo o ritardando la progressione della demenza.

 

Identificare quelli a rischio

Sebbene attualmente non esista una cura per la demenza, ci sono stati progressi nello sviluppo di trattamenti efficaci, che possono funzionare meglio se partono prima nel corso della malattia.


Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere i sintomi della demenza nel tempo; ad esempio, lo studio online CAN-PROTECT può valutare molti fattori che contribuiscono all'invecchiamento del cervello.


Identificare quelli a rischio di demenza riconoscendo i cambiamenti in età avanzata della cognizione, della funzione e del comportamento è un passo per prevenire non solo le conseguenze di tali cambiamenti, ma anche la malattia stessa o la sua progressione.

 

 

 


Fonte: Daniella Vellone, dottoranda di scienze mediche e scansione, Università di Calgary

Pubblicato in Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)