Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Medici si comportano come 'veterinari' con pazienti di demenza: rapporto

Uno studio rivela che medici e infermieri che assistono i pazienti affetti da demenza spesso improvvisano perché non hanno idea di come trattarli.

La ricerca della vergogna alza il sipario sugli atteggiamenti di chi tratta con pazienti vulnerabili e riporta una serie di ammissioni inquietanti su quanta poca considerazione hanno alcuni professionisti della salute di coloro che soffrono nell'anzianità.


Un consulente ha ammesso l'uso di un 'approccio veterinario' verso i malati. Un'altro ha detto che i pazienti affetti da demenza 'inaridiscono al massimo le nostre scarse risorse' poichè 'non possono fare nulla per se stessi'. Altri hanno rivelato che, anche se molti dei loro pazienti sono affetti da demenza, non hanno 'mai, mai avuto alcun insegnamento' nel modo in cui trattarli. Alcuni addirittura ritengono che le persone con demenza non sentono lo stesso dolore di quelli senza la condizione.


Le candide ammissioni sono state fatte agli accademici che hanno intraprenso un ampio studio sugli atteggiamenti del personale ospedaliero nei confronti dei pazienti anziani con demenza. In una occasione, i ricercatori hanno assistito con orrore a come un anziano fosse stato ridotto alle lacrime da una infermiera che lo rimproverava di perdere troppo peso.

Negli ultimi tre anni, il professor John Gladman e i suoi colleghi della Nottingham University hanno condotto lunghe interviste a 60 medici, infermieri e altro personale del Queen Medical Centre al Nottingham City Hospital. I risultati sono stati presentati agli autori di un importante rapporto congiunto che sarà pubblicato domani dalla Confederazione NHS, da Age UK e dal Local Government Association. Chiede che i pazienti siano trattati con rispetto, in linea con la campagna "Dignità per gli Anziani" del Mail.


Un consulente ha ammesso durante un'intervista: 'A volte l'approccio è più da veterinari. E poi forse non li stiamo trattando come faremmo con qualcun altro che può parlare'. In un'altra delle interviste (durata 40 minuti l'una), un consulente ha detto che i pazienti affetti da demenza 'non possono fare nulla per se stessi. Non possono nutrirsi, non possono alzarsi dal letto da soli, non si può essere sicuri che stanno bevendo, sono spesso incontinenti. Più pazienti di questo gruppo si hanno, meno cura riceveranno gli altri. Stanno assorbendo una enormità delle nostre scarse risorse'.


I ricercatori, il cui studio, iniziato nel 2008, sarà pubblicato per intero entro la fine dell'anno, hanno anche riportato i dettagli sul modo di curare i pazienti nei reparti. In una occasione, hanno visto un anziano con demenza in lacrime per essere 'rimproverato' da un infermiere di perdere troppo peso. I ricercatori hanno scritto: 'E' agitato e spaventato, piange, con lacrime sul viso. Non un solo membro del personale gli offre qualsiasi comforto o rassicurazione. L'infermiere lo disapprova e lo rimprovera per perdere troppo peso". Hanno anche intervistato una giovane la cui nonna era in ospedale, che ha detto: 'Ci è stato detto dal medico che le persone affette da demenza non sentono dolore quanto quelli che non hanno la demenza'.

Dignità per gli anziani Il Professor Gladman, specializzato nella cura degli anziani, ha detto che la maggior parte del personale non era stato addestrato per prendersi cura di malati di demenza e spesso 'improvvisano andando avanti'. But he added that figures show half of patients in hospital over the age of 70 have dementia and half of those who fracture their hip have the illness. Ma ha aggiunto che le cifre mostrano la metà dei pazienti in ospedale di età superiore ai 70 soffrono di demenza e la metà di coloro che la frattura dell'anca hanno la malattia. 'Alcune persone hanno detto che non avevano mai ricevuto una formazione', ha detto il professor Gladman. 'Hanno dichiarato di conoscere le cause della demenza - potrebbero dire i cambiamenti microscopici che accadono ai pazienti - ma non sapevano cosa fare. Sembrano improvisare man mano che vanno avanti'. Ha poi aggiunto: 'Le uniche persone che si sono dette fiduciose, non erano state formate, ma avevano avuto esperienze altrove - avevano lavorato in una casa di cura o avevano accudito i propri genitori o nonni'.

Anche se lo studio ha coinvolto il personale di due soli ospedali di Nottingham, il professor Gladman ha detto che crede che i problemi individuati sono presenti nell'intero SSN. Ha detto che, sebbene un numero crescente di pazienti che si recano in ospedale avrà la demenza in futuro - a causa dell'invecchiamento della popolazione del Regno Unito - il servizio sanitario nazionale 'non ha davvero avuto modo di affrontare il problema; il sistema non è preparato per il lavoro che c'è da fare'.


Il Mail ha costantemente sollecitato un miglioramento nel trattamento di pazienti anziani nell'ambito della campagna "Dignità per gli Anziani". Katherine Murphy, direttore generale della Associazione Pazienti, ha dichiarato: 'E' una vergogna per il SSN che un consulente possa dire, nel corso di questa ricerca, che evita di parlare con i pazienti con demenza. I pazienti affetti da demenza devono essere trattati con dignità e rispetto. Ma le persone che ci contattano dicono che i pazienti affetti da demenza sono ignorati da medici, e che si sentono di essere trattati come cittadini di seconda classe. E' una vergogna per la nostra società che così tante persone anziane, con e senza demenza, siano trattate così male nei nostri ospedali'.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Pubblicato da Sophie Borland su MailOnLine il 27 febbraio, 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)