I medici generici dovrebbero essere citati in giudizio per non diagnosticare la demenza, secondo uno dei maggiori esperti di questa condizione nella Gran Bretagna.
Il Professor June Andrews dell'Università di Stirling ha detto che è "scandaloso" che i professionisti finanziati dalla sanità pubblica possano rifiutare di dare informazioni importanti sullo stato di salute dei loro pazienti. Il direttore del Centro Sviluppo Servizi alla Demenza dell'Università ha esortato le famiglie che hanno subito una diagnosi ritardata ad intraprendere azioni legali contro i loro medici di famiglia.
L'accademico ha fatto queste osservazioni nel corso di un dibattito alla London Review of Books su uno schema controverso del NHS (Servizio Sanitario della GB) che prevede di pagare i medici 55 sterline a testa per ogni diagnosi aggiuntiva realizzata nel corso di sei mesi.
Il medico generico dottor Gavin Francis ha attaccato l'iniziativa che, secondo lui, raggiunge "nuovi livelli di assurdità" nella politica sanitaria. Egli è tra i vari medici che hanno scritto una lettera aperta al capo del NHS, lo scorso novembre, contestando lo schema «soldi per diagnosi» perchè costituisce un "pericoloso precedente", che potrebbe rompere la fiducia tra paziente e medico.
Il Prof Andrews ha suggerito che lo schema era necessario per affrontare la lotteria delle diagnosi di demenza, che raggiunge tassi non superiori al 20 per cento in alcune parti del paese. Egli ha scritto: "E' troppo comodo essere professionalmente insultati dall'offerta del governo di cinquanta sterline. Prima qualcuno cita in giudizio un medico di famiglia per la mancata diagnosi fatta il più presto possibile, meglio è".
L'esperto di demenza ha detto che "si possono evitare significativi danni finanziari ed emozionali, e disabilità inutile se ci viene detto alla prima occasione che cosa c'è che non va e quindi si agisce per rallentare la progressione della malattia".
Il Dott. Francis ha risposto dicendo che gli ostacoli alla diagnosi sono complicati, molti medici sono sovrastati dal carico di lavoro, e ha detto che le barriere alla diagnosi precoce non saranno superate da "incentivi finanziari grezzi o adottando un atteggiamento bellicoso" verso i medici che cercano di fornire assistenza.
Gli attuali trattamenti per la condizione possono rallentare la comparsa dei sintomi, ma non possono mettere in stallo la progressione della malattia. Lo schema è stato in funzione da ottobre a marzo scorso, ma non è stato rinnovato, in seguito a diffuse preoccupazioni dei medici e delle no-profit.
Poco dopo la sua introduzione, il ministro della Sanità Jeremy Hunt ha detto che era una "vergogna nazionale" che solo la metà di coloro con patologie come l'Alzheimer avessero correttamente la diagnosi.
Le associazioni di pazienti hanno detto che il progetto è pari a una "taglia sulla testa" dei più vulnerabili, che potrebbe offuscare il giudizio di coloro che fanno le diagnosi.
Fonte: Laura Donnelly in The Telegraph (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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