Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il deficit cognitivo aggrava lo scompenso cardiaco

Il deficit cognitivo predice un esito peggiore nei pazienti anziani con insufficienza cardiaca, secondo una ricerca presentata ieri alla Heart Failure 2015 (*) da Hiroshi Saito, fisioterapista del Kameda Medical Centre di Kamogawa in Giappone.


I pazienti con decadimento cognitivo hanno un rischio 7,5 volte più alto di chiamata per pericolo di morte e di riammissione [in ospedale] per insufficienza cardiaca.


I pazienti con insufficienza cardiaca e deterioramento cognitivo possono diventare sempre più incostanti nell'assumere i farmaci, con conseguente peggioramento della prognosi.


Mr Saito ha detto: "Le revisioni sistematiche hanno dimostrato che il deficit cognitivo è comune nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica. Tuttavia non conosciamo l'impatto del deterioramento cognitivo sulla prognosi dei pazienti con scompenso cardiaco. Il nostro studio ha esaminato se il deterioramento cognitivo predice in modo indipendente l'esito dei pazienti anziani con insufficienza cardiaca".


Lo studio ha esaminato retrospettivamente 136 pazienti over-65 con insufficienza cardiaca che erano stati ammessi al Kameda Medical Centre. E' stato eseguito il Mini Mental State Examination (MMSE) per valutare la presenza di disturbi cognitivi in tutti i pazienti prima della dimissione.


I pazienti sono stati divisi in due gruppi: quelli con disturbi cognitivi (punteggio inferiore a 27 sul MMSE) e quelli senza (punteggio 27 o superiore). I pazienti avevano 82 anni in media e il 47% erano uomini. Secondo il MMSE, 101 pazienti (74%) avevano disturbi cognitivi.


Durante il corso dello studio di 161 giorni, 33 pazienti (24%) sono stati riammessi a causa di insufficienza cardiaca o sono morti. I ricercatori hanno scoperto che la prognosi dei pazienti del gruppo di decadimento cognitivo era significativamente peggiore rispetto al gruppo senza deterioramento cognitivo.


Essi hanno inoltre dimostrato che il deterioramento cognitivo prevede un rischio 7,5 volte maggiore di peggiorare la prognosi nei pazienti anziani con insufficienza cardiaca. Il rischio è rimasto tale anche dopo l'aggiustamento per altri fattori prognostici come l'età, il sesso, l'indice di massa corporea, l'albumina, l'emoglobina, il peptide natriuretico cerebrale (BNP), la proteina C-reattiva (CRP), la frazione di eiezione, la velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) e l'azoto ureico del sangue (BUN).


Scrive Saito:

"Lo studio dimostra che il deterioramento cognitivo è comune nei pazienti anziani con insufficienza cardiaca, essendo presente in tre quarti dei pazienti. Abbiamo anche trovato che il deficit cognitivo è un predittore indipendente di una prognosi peggiore nei pazienti con insufficienza cardiaca anziani, che hanno un rischio 7,5 volte più alto di tutte le cause di morte o di riammissione per insufficienza cardiaca".

"Ci possiamo aspettare che i pazienti con insufficienza cardiaca con decadimento cognitivo tendano ad aderire sempre meno ai farmaci. E' possibile che questo possa spiegare perché hanno una prognosi peggiore. I cardiologi e gli altri operatori medici dovrebbero valutare lo stato cognitivo dei pazienti anziani con scompenso cardiaco".

"Quando lo stato cognitivo è alterato dovremmo dare informazioni alle famiglie sulla gestione della malattia per prevenire la riammissione dei loro cari per insufficienza cardiaca. I tre componenti principali di questo intervento sono i farmaci, la nutrizione e l'esercizio fisico. Di queste tre componenti, i farmaci sono particolarmente importanti. È necessario che le famiglie migliorino l'aderenza ai farmaci per i pazienti che non sono in grado di gestirli da soli".

"Non ci sono trattamenti specifici per il deterioramento cognitivo dei pazienti con insufficienza cardiaca. Se i pazienti non hanno dispnea (difficoltà di respirazione) derivante dalla loro insufficienza cardiaca, spesso consigliamo un lieve esercizio, come camminare, per salvaguardare la funzione cognitiva. I medici devono essere più consapevoli dello stato cognitivo dei pazienti con insufficienza cardiaca e le famiglie possono avere un ruolo importante nel garantire che i pazienti assumono i farmaci, facciano qualche esercizio e mangino bene".

 

 

(*) Heart Failure 2015 è il principale incontro annuale della Heart Failure Association (HFA) della Società Europea di Cardiologia (ESC) e si tiene dal 23 al 26 maggio a Siviglia in Spagna.

 

 


Fonte: European Society of Cardiology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.