Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


5 Pratiche di compassione per i caregiver di demenza

La compassione fa bene agli altri, ma anche a noi.


E in nessuna occasione è più rilevante che nel caregiving della demenza, quando abbiamo bisogno di partecipare alle esigenze complesse di una persona cara, per anni, fino alla fine.


La compassione è la capacità di sentire con un'altra persona chi è nel dolore, e di agire su quella sensazione condivisa, in modo da diminuire la sofferenza dell'altra persona.


Questo presuppone che siamo capaci di notare e sentire il dolore che sente il nostro caro.


Purtroppo, nonostante tutte le nostre migliori intenzioni, molto spesso non abbiamo conoscenze sufficienti, tanto per cominciare. Ad esempio, il dolore da demenza può essere invisibile e non mostrarsi che ore dopo, sotto forma di sfoghi apparentemente casuali, o peggio di silenzio rassegnato quando continuano a mancare i tentativi di comunicare.


La compassione richiede una comprensione più profonda di ciò che l'altro potrebbe sentire nelle nostre interazioni di cura.


La buona notizia è che si può coltivare una compassione informata. Qui ci sono cinque pratiche che puoi fare con i tuoi tempi:

  1. Troppo rumore - Il rumore è un grande fattore di stress per la persona con demenza. La prossima volta che ti trovi in un luogo rumoroso, diciamo un ristorante affollato, apri bene le orecchie, e attiva i filtri naturali che di solito ti proteggono dall'impatto di tale cacofonia. Quando lo fai, soffermati per qualche minuto, e prendi dentro tutto il paesaggio sonoro. Troverai molto difficile sostenerlo, e abbastanza esasperante. Questo è ciò che una persona con demenza può sentire quando è esposta a troppi stimoli uditivi contemporanei, compresi i suoni quotidiani, come quello del televisore, del telefono, degli utensili che sbattono, ecc ... Nel processo della demenza, è compromessa la capacità di filtrare ed elaborare i suoni, con conseguente sovraccarico sensoriale stressante. Questa esperienza può portare la persona a voler 'tornare a casa' anche se è già nella sua casa.

  2. No responsabilità - Con la demenza scompaiono molte delle libertà che diamo per scontate, e nel corso del tempo, la persona viene privata della capacità di prendere decisioni in merito anche alle cose più elementari. Per capire in pieno quello che vuole dire, ti invito a chiudere gli occhi e a contemplare uno scenario in cui le circostanze della vita ti rubano di notte della tua capacità di prenderti cura di te, e diventi dipendente dagli altri per le attività della vita quotidiana. Non puoi più lavorare, partecipare alle faccende di casa, guidare, gestire le finanze, o fare la doccia da solo. Anche se puoi ancora avere alcune abilità residue, sei alla mercé degli altri per soddisfare le tue esigenze. Come ti senti? Che cosa potresti desiderare di più da coloro che ti circondano? Porta queste intuizioni nelle interazioni di cura. Tale pratica può anche darti una rinnovata gratitudine per tutti i doni che sono dati a quelli di noi che conducono una vita normale.

  3. In un sogno - Le allucinazioni possono far parte dell'esperienza della demenza, in particolare per alcune tipologie che comprendono la demenza a Corpi di Lewy, la demenza che era stata diagnosticata a Robin Williams. Trovo utile pensare a ciò che accade durante i sogni. Se sei in grado di ricordare i sogni, in particolare l'esperienza di essere in un sogno, e quanto ti sembrano reali, allora puoi facilmente estrapolare ciò che potrebbe essere vivere in una realtà diversa. Sia nei sogni che durante le allucinazioni, è il nostro cervello che altera il senso della realtà, e l'esperienza non è meno reale della realtà quotidiana. Ecco perché il primo passo nel relazionarsi con una persona che ha allucinazioni è prenderla sul serio. Bambini piccoli inoffensivi, demoni spaventosi e alieni: ognuno scatena reazioni comprensibili, ai quali possiamo relazionarci. Alla fine, dobbiamo evocare un senso di tranquillità e sicurezza.

  4. Perdere le cose - Ora immagina di non riuscire a trovare il tuo bene più prezioso, per me sarebbe il computer portatile. Guardi in tutta la casa, eppure nessun computer portatile. Dopo un po' ti convinci che qualcuno deve averlo rubato. Come altro potrebbe essere scomparso? Potresti diventare molto turbato. La possibilità che potresti averlo messo in un posto sbagliato non ti passa nemmeno per la mente. Questo è ciò che accade a una persona con Alzheimer la cui memoria a breve termine è compromessa. Naturalmente, il passo successivo più logico è dare la colpa ad altre persone che vivono nella casa. "Hai rubato il portafoglio" è un ritornello comune. Una madre può accusare suo figlio più dedicato, quello che le fa visita ogni giorno. E' utile andare oltre la paranoia apparente, fino alla vera ragione che sta dietro all'accusa. Una soluzione può nascere quindi dal collegarsi alla paura di essere stato derubato, nella forma di una rassicurazione che il portafoglio non è perso, e che se la 'caverà'.

  5. Seduto immobile - Se il tuo caro è confinato in una sedia a rotelle, consiglio vivamente di prendere il suo posto per un paio d'ore, e vedere come ci si sente. Anche se potremmo non rendercene conto, muoviamo costantemente il nostro corpo per fermare la sensazione inevitabile di dolore che insorge ogni volta che rimaniamo immobili per troppo tempo. I meditatori lo sanno, stanno fermi per lunghi periodi di tempo. Restare seduti su una sedia, con una demenza avanzata, e senza la possibilità di spostare il corpo e di comunicare il disagio, può essere difficile da sopportare. Una volta che abbiamo sentito il dolore fisico in prima persona, avremo più probabilità di essere in sintonia con la situazione del nostro caro, alla ricerca di segni sottili di disagio, piccoli movimenti che segnalano di fare attenzione. Possiamo quindi offrire un cuscino, o forse aiutare a spostare la persona ad un'altra sedia o a una posizione distesa.


Non c'è alcun sostituto all'esperienza reale, nemmeno arrivarci vicino. Solo così possiamo sentire, con il cuore, la portata di ciò che sta passando il nostro caro. Questo è molto più potente di una semplice lettura. Con la sua disponibilità intrinseca, prendersi cura dal cuore è molto più leggero su di noi e più idoneo a sostenerci nel lungo periodo.

 

 

 


Fonte: Marguerite Manteau-Rao in Huffington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.