Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


E' nata una stella: cellula cerebrale poco conosciuta diventa centrale

E' nata una stella: cellula cerebrale poco conosciuta diventa centraleUn'immagine stilizzata al microscopio di un astrocita (rosso) e di un neurone (verde). I cerchi blu indicano i nuclei delle cellule.

I neuroni sono da molto tempo sotto i riflettori nella neuroscienza e per una buona ragione: sono gli attori cellulari più importanti. Ma, sempre di più, le cellule di supporto a forma di stella chiamate «astrociti» sono viste come giocatori più che marginali nel ricco scenario del cervello.


I ricercatori del Salk Institute di La Jolla, in California, hanno riferito un nuovo metodo per ottenere astrociti dalle cellule staminali, aprendo ampi percorsi per la ricerca sulle malattie con caratteristiche infiammatorie. Il protocollo, descritto il 6 giugno 2017 su Stem Cell Reports, offre un modo più veloce ed efficace per ottenere astrociti per la ricerca cerebrale, con il potenziale di scoprire trattamenti di condizioni che vanno dall'ictus, all'Alzheimer, ai disturbi psichiatrici.


"Questo lavoro rappresenta un grande passo avanti nella nostra capacità di modellare i disturbi neurologici in un piatto", afferma il professor Rusty Gage del Salk, titolare della cattedra di ricerca sulle neurodegenerazioni associate all'età e autore senior dello studio. "Poiché l'infiammazione è il denominatore comune in molti disturbi cerebrali, capire meglio gli astrociti e le loro interazioni con altri tipi di cellule nel cervello potrebbe fornire importanti indizi su ciò che va male nelle malattie".


Gli astrociti sono noti per supportare i neuroni in vari modi, fornendo loro energia e le impalcature fisiche per ripulire i loro rifiuti. Gli astrociti hanno anche funzioni cerebrali più generali relative alla regolazione del flusso ematico e dell'infiammazione (un marcatore di lesioni o malattie). Ma i metodi attuali per guidare il loro sviluppo e differenziarli dalle cellule staminali umane sono lunghi e funzionalmente limitati. Nel nuovo studio, i ricercatori del Salk descrivono un modo più efficace per differenziare gli astrociti sensibili all'infiammazione e che funzionano proprio come quelli del nostro cervello. Inoltre, gli astrociti del Salk possono essere coltivati ​​insieme ai neuroni, consentendo ai ricercatori di modellare le interazioni tra questi due importanti tipi di cellule sia negli stati sani che in quelli malati.


Con i giusti cocktail di sostanze chimiche, chiamati fattori di crescita, somministrati in modo graduale, le cellule staminali pluripotenti umane possono essere sollecitate a svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo. Il protocollo del Salk ha guidato le cellule staminali pluripotenti, per un periodo di sei settimane, dapprima a diventare cellule neurali generiche e quindi precursori degli astrociti. Con ulteriori bagni chimici, poche settimane dopo le cellule precursori si sono differenziate in astrociti.


"Esistono altri metodi per differenziare gli astrociti, ma il nostro protocollo arriva prima alle cellule sensibili all'infiammazione, rendendo la modellazione più efficiente e diretta", afferma Carol Marchetto, scienziata senior del Salk e uno degli autori della ricerca.


Un altro vantaggio del nuovo metodo del laboratorio di Gage è che le cellule precursori degli astrociti possono essere congelate e successivamente sviluppate e differenziate se necessario, facendo risparmiare ai ricercatori circa sei settimane di tempo con ogni nuovo esperimento.


I test hanno rivelato che gli astrociti indotti funzionavano in modo molto simile agli astrociti isolati dal tessuto cerebrale reale. Gli astrociti creati in laboratorio hanno risposto al neurotrasmettitore glutammato e al calcio in modo simile agli astrociti naturali. Come gli astrociti tipici, le cellule create in laboratorio hanno anche risposto fortemente alla presenza di molecole infiammatorie chiamate citocine, producendo citochine proprie.


Inoltre, il team ha testato il proprio protocollo sulle cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), cellule adulte derivate di solito dalla pelle, che sono state riprogrammate in uno stato simile a quello delle cellule staminali. Il laboratorio ha trasformato le iPSC in astrociti che hanno mostrato la stessa sensibilità infiammatoria degli astrociti naturali, fornendo una risorsa importante per studiare le malattie in cui l'infiammazione del cervello può avere un ruolo.

 
"Questa tecnica ci permette di iniziare ad affrontare domande sullo sviluppo del cervello e sulle malattie come non abbiamo ancora potuto fare finora", dice Gage. Il team ha inoltre coltivato astrociti derivanti da cellule staminali pluripotenti con i neuroni, un passo importante nell'esplorazione del rapporto tra diversi tipi di cellule cerebrali sulle funzioni normali e sulle malattie.


"La cosa interessante dell'uso delle iPSC è che se otteniamo campioni di tessuto da persone con malattie come la sclerosi multipla, l'Alzheimer o la depressione, saremo in grado di studiare come si comportano i loro astrociti e come interagiscono con i neuroni", afferma Krishna Vadodaria, associato di ricerca del Salk e uno degli autori dello studio. Questo sarà il prossimo passo nella ricerca del laboratorio.

 

 

 


Fonte: Salk Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Renata Santos, Krishna C. Vadodaria, Baptiste N. Jaeger, Arianna Mei, Sabrina Lefcochilos-Fogelquist, Ana P.D. Mendes, Galina Erikson, Maxim Shokhirev, Lynne Randolph-Moore, Callie Fredlender, Sonia Dave, Ruth Oefner, Conor Fitzpatrick, Monique Pena, Jerika J. Barron, Manching Ku, Ahmet M. Denli, Bilal E. Kerman, Patrick Charnay, John R. Kelsoe, Maria C. Marchetto, Fred H. Gage. Differentiation of Inflammation-Responsive Astrocytes from Glial Progenitors Generated from Human Induced Pluripotent Stem Cells. Stem Cell Reports, June 2017 DOI: 10.1016/j.stemcr.2017.05.011

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)