Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli approcci multimodali possono ridurre il rischio di Alzheimer

Questo è il secondo post sui trattamenti complementari e alternativi della demenza. Il post precedente ha esaminato le prove per la dieta nel ridurre il rischio di morbo di Alzheimer (MA). Questo post inizia con una breve revisione dei limiti dei trattamenti farmacologici disponibili, quindi esamina i risultati di approcci multimodali tesi a ridurre l'infiammazione e i fattori di rischio metabolici che aumentano il rischio di MA e ottimizzare i fattori di stile di vita che riducono il rischio.

 

Limiti dei trattamenti farmacologici

I trattamenti farmacologici attualmente disponibili per il MA inibiscono l'enzima che scompone l'acetilcolina, aumentando i livelli disponibili del neurotrasmettitore che è fondamentale per l'apprendimento e la memoria. Risultati iniziali promettenti sulla tacrina, il primo inibitore disponibile dell'acetilcolinesterasi, sono stati compensati da risultati di epatotossicità significativa.


Gli inibitori dell'acetilcolinesterasi di 2a generazione (donepezil, rivastigmina e galantamina) non sono più efficaci della tacrina ma richiedono dosaggi meno frequenti e hanno meno problemi di sicurezza. Queste preoccupazioni hanno portato alla sospensione della tacrina nel 2013.


Altri farmaci che sono stati studiati per possibili benefici cognitivi nella demenza includono gli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO), la terapia sostitutiva con estrogeni (cioè nelle donne in postmenopausa con deficit cognitivo), il naloxone e vari neuropeptidi, compresa la vasopressina e la somatostatina (Zandi et al. ., 2005).


Nuovi trattamenti biomedici occidentali promettenti del MA attualmente in fase di studio clinico includono un vaccino che può immunizzare gli individui dalla formazione di amiloide-beta, gli inibitori della secretasi, gli agenti anti-infiammatori e le statine (Herline 2018; Cao 2018). I risultati degli studi sulle statine nella demenza sono stati incoerenti. Tuttavia, una meta-analisi del 2018 di 31 studi che hanno soddisfatto i criteri di inclusione per dimensioni e rigore ha rilevato che l'uso regolare di statine è associato a una significativa riduzione del rischio di sviluppare la demenza (Zhang 2018).

 

Interventi multimodali per ottimizzare i fattori di stile di vita

Risultati positivi di studi sul ruolo preventivo della dieta nella demenza sono confusi dal fatto che individui con abitudini alimentari sane si impegnano anche in altri comportamenti che riducono il rischio di MA, ad esempio, esercitandosi regolarmente e moderando il consumo di alcol (Barberger-Gateau, Letenneur, Deschamps, Peres, Dartigues e Renaud, 2002). Questi risultati hanno portato a studi su interventi che ottimizzano i fattori dello stile di vita con l'obiettivo di prevenire il MA o rallentare il suo tasso di progressione.


Un terzo dei casi di MA è probabilmente causato da fattori di stile di vita modificabili, suggerendo che interventi multimodali che affrontano molti fattori possono avere importanti benefici preventivi. I fattori di stile di vita modificabili includono bassa istruzione, ipertensione, diabete, obesità, fumo, sedentarietà e umore depresso.


Solo un ampio studio multicentrico ha esaminato gli interventi multimodali volti a prevenire il MA negli anziani a rischio (Ngandu 2015). Gli autori hanno trovato miglioramenti significativi rispetto al gruppo di controllo nella cognizione generale, nella velocità di elaborazione e nel funzionamento esecutivo nel gruppo di trattamento.


Studi recenti di casi sono stati pubblicati su un notevole miglioramento di individui con diagnosi di MA precoce che aderiscono a cambiamenti multimodali di stile di vita (Bredesen 2014) volti a migliorare le prestazioni cognitive e ridurre i fattori di rischio metabolici associati all'infiammazione.


Questi risultati mostrano che, in almeno alcuni casi, i sintomi del MA precoce possono essere invertiti entro 6 mesi dopo l'inizio di un regime di vita completo (Bredesen 2014). L'obiettivo di questo approccio è di normalizzare più parametri metabolici correlati all'infiammazione nel corpo, interrompendo così i processi patologici che alla fine portano al MA.


Il protocollo, chiamato 'potenziamento metabolico per la neurodegenerazione' (MEND, metabolic enhancement for neurodegeneration), comporta esami completi di laboratorio che possono includere studi sierologici su marcatori infiammatori, scansioni cerebrali funzionali, analisi genetica del rischio e test cognitivi. In seguito sono raccomandati cambiamenti personalizzati di stile di vita e strategie nutrizionali per correggere i fattori causali sottostanti del declino cognitivo identificato nello screening.


Molti individui con MA precoce (compresi alcuni individui con il gene ApoE4 che presentano un rischio molto elevato di sviluppare una forma grave precoce di MA) che aderiscono al protocollo MEND riferiscono un miglioramento delle prestazioni cognitive per diversi anni e non soddisfano più i criteri per una diagnosi di MA.


Sono necessari ampi studi prospettici controllati per confermare questi risultati drammatici, chiarire il contributo relativo dei diversi cambiamenti dello stile di vita e dei fattori metabolici al miglioramento clinico.

 

Linea di fondo

La maggior parte dei trattamenti farmacologici disponibili per il MA sono limitati nell'efficacia, tuttavia le statine possono ridurre significativamente il rischio.


I risultati della ricerca preliminare suggeriscono che gli interventi multimodali volti a ridurre l'infiammazione (compresi i cambiamenti di dieta, esercizio fisico regolare, gestione aggressiva di problemi di salute come ipertensione e diabete e normalizzazione dei fattori metabolici associati ad un aumento del rischio di MA) possono ridurre significativamente il rischio di sviluppare il morbo, ritardare la sua insorgenza o rallentare il suo tasso di progressione.


Sono necessari studi prospettici a lungo termine per confermare questi risultati e chiarire il contributo relativo dei cambiamenti in specifici fattori dello stile di vita per ridurre il rischio di MA.

 

 

 


Fonte: James Lake MD, visiting assistant professor di medicina all'Università dell'Arizona, lavora per trasformare la cura della salute mentale attraverso l'uso basato su prove di terapie alternative.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.