Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pianta ‘Brahmi’, popolare in medicina ayurvedica, potrebbe aiutare a prevenire la demenza

bacopa monnieri weed

In questa epoca di invecchiamento, molti paesi hanno una popolazione invecchiata (con oltre il 7% di over-65), o si stanno muovendo verso di essa. Proprio per questo, c'è una tendenza a trovare il modo di rallentare la progressione delle malattie legate all'età.


Il 2016 Global Burden of Disease Study, che ha analizzato i dati dal 1990 al 2016, ha rilevato che nel 2016 il numero globale di persone nel mondo con la demenza era di 43,8 milioni. La demenza era la 5a causa di morte a livello mondiale in quell'anno, pari a 2,4 milioni di decessi.


Disturbi cognitivi, demenza e malattie metaboliche sono malattie legate all'età. Molte ricerche e dati epidemiologici suggeriscono che una dieta ottimale, insieme con l'esercizio fisico, aumentano l'attività del cervello, promuovendo a loro volta la salute del cervello e riducendo le probabilità di demenza.


Considerando le cause multifattoriali della demenza, è bene guardare ai metodi di prevenzione, piuttosto che a una cura per una singola causale o fattore modificante la malattia.

 

 

Pianta preventiva

Uno di questi metodi si configura nel consumo di una pianta chiamata Bacopa monnieri, che contiene composti come i bacosides che offrono proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e inibitorie delle proteine ​​amiloide-ß. La formazione di ​​depositi di proteine di amiloide-ß nel cervello sono un classico segno di demenza.


La B. monnieri, chiamata 'brahmi' e 'andri' in sanscrito, si trova in tutto il subcontinente indiano, così come in Cina, Taiwan, Vietnam, Hawaii e nella parte meridionale degli Stati Uniti, in terreni umidi, e negli ambienti umidi e fangosi.


La Brahmi è chiamata anche waterhyssop, centella asiatica, Neer brahmi, Jia Ma Chi Xian e ruta. Inoltre è chiamata 'Medhya rasayana' nella medicina Ayurvedica. Questo termine significa 'tonico del cervello' o 'agente nootropico', che esalta le proprietà cognitive del cervello.


È popolare tra gli operatori ayurvedici, che la usano per il trattamento di vari disturbi come perdita di memoria, infiammazione, epilessia, febbre, e anche asma. Numerosi studi suggeriscono che i componenti bioattivi della B. monnieri proteggono il cervello dai danni ossidativi e dal deterioramento cognitivo correlato all'età.


Sono stati effettuati studi clinici con la B. monnieri su soggetti umani, per il miglioramento cognitivo.


In uno studio clinico del 2016, pubblicato sulla rivista Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine, 60 studenti di medicina del Government Medical College di Nagpur, in India, hanno avuto 150 mg di estratto standardizzato di B. monnieri due volte al giorno. I risultati hanno mostrato un miglioramento significativo dei livelli sierici di calcio e risultati migliori nei test di memoria.


Un altro gruppo di ricercatori nello stesso anno, ha riferito in Advances in Alzheimer’s Disease che un dosaggio controllato di B. monnieri dato ai partecipanti tedeschi dello studio, che avevano un deficit cognitivo, ha determinato un miglioramento nei risultati dei test sulla concentrazione.


Uno studio australiano del 2008 ha esaminato gli effetti di un trattamento con 150 mg di B. monnieri 2 volte al giorno per 90 giorni, sulla funzione cognitiva umana in 107 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 60 anni. Effettuato dalla Swinburne University of Technology di Melbourne, lo studio, pubblicato su Phytotherapy Research, ha scoperto che i partecipanti che non avevano storia di malattie neurologiche, disturbi gastrointestinali e infezioni croniche, avevano migliori prestazioni in un compito strutturale della memoria di lavoro. E nessuno di loro prendeva farmaci che migliorano la cognizione.

 

 

Migliorare l'apprendimento

La B. monnieri ha dimostrato di migliorare la capacità di apprendimento. Il consumo del suo estratto per tre mesi da parte di persone tra i 40 e i 65 anni ha provocato una conservazione significativa di nuove informazioni, secondo una ricerca condotta alla University of Wollongong, in Australia, e pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology nel 2002.


Questi risultati sono stati supportati da uno studio del 2008 condotto all'Università di Catania in Italia, e pubblicato su The Journal of Alternative And Complementary Medicine. Lo studio ha mostrato che il consumo costante di 300 mg al giorno di estratto di B. monnieri per 84 giorni da parte di partecipanti over-65, senza demenza, ha dato un miglioramento delle loro prestazioni in un test di ritenzione del richiamo e nello Stroop Task.


Nel 2010, la somministrazione quotidiana di 300 mg di B. monnieri a volontari australiani over-55 sani, ha determinato un miglioramento nel loro apprendimento orale, nella memoria, e nel richiamo soppresso, come pubblicato su The Journal of Alternative And Complementary Medicine.


Molte piante tradizionali, soprattutto la B. monnieri, hanno miscele complesse di composti chimici, che presentano varie azioni farmacologiche e biologiche. Esse sono state usate nella medicina tradizionale per vari scopi, compresa la lotta all'invecchiamento.


È possibile che queste piante siano in grado di promuovere il nostro benessere, grazie alla loro vari meccanismi neuroprotettivi.

 

 

 


Fonte: Dr Priya Madhavan in Star2.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.