Possiamo aggiungere un altro beneficio alla crescente lista dei motivi per cui tutti dovrebbero correre e fare esercizio fisico: ridottto rischio di demenza negli anni del crepuscolo.
Un nuovo studio pubblicato sul numero di Luglio/Agosto dell'American Journal of Health Promotion ha scoperto che gli anziani fisicamente attivi hanno il 21 per cento di probabilità in meno rispetto ai loro coetanei sedentari di ricevere la diagnosi della malattia.
Lo studio si basa su ricerche precedenti che collegano l'esercizio e la salute del cervello. Ma il nuovo studio è significativo perché ha controllato gli altri fattori di rischio, dando la prova che l'attività fisica riduce direttamente le possibilità degli anziani di sviluppare demenza in modo indipendente della genetica, dalla demografia, dallo stile di vita e da altre patologie. "Il messaggio che emerge è che, anche dopo aver considerato tutte queste cose (fumo, alcol, presenza di diabete), c'era ancora una relazione tra l'attività fisica e il rischio di demenza", dice Mary Elizabeth Bowen, Ph.D., autrice dello studio e gerontologo sociale al James A. Haley Veterans Hospital di Tampa in Florida.
La Bowen e i suoi colleghi hanno esaminato i dati di 808 persone di 71 anni e oltre di due studi nazionali in corso sull'invecchiamento. Hanno scoperto che le persone che hanno riferito di nuotare, correre, fare i lavori domestici pesanti e altre forme di attività fisica tre o più volte alla settimana avevano meno probabilità di sperimentare perdite di funzioni cerebrali.
Non è chiaro quanto esercizio fisico sia necessario (un minimo di 30 minuti per sessione, per esempio), perché gli studi in corso non non raccolgono questi dettagli. Ma per ogni anno di movimento continuo, i soggetti hanno abbassato le loro probabilità di una diagnosi di demenza di 0,79, suggerendo che i benefici dell'attività fisica aumentano nel tempo.
Gli esperti ritengono che l'allenamento diminuisce il rischio di demenza in quanto riduce i fattori di rischio associati alla condizione, come il diabete, l'ipertensione e le malattie cardiache. "Fondamentalmente, l'esercizio fisico sembra dare benefici all'insieme dei sistemi", dice Bowen. Un sistema, naturalmente, è il sistema cardiovascolare. Un altro potrebbe essere il sistema limbico, che comprende l'ippocampo, l'area del cervello responsabile della memoria. L'esercizio stimola la materia cerebrale e rallenta la perdita di tessuto cerebrale dell'ippocampo.
La Bowen osserva che lo studio non ha tenuto conto delle abitudini di esercizio dei soggetti prima dei 71 anni e l'attività permanente può aver contribuito alla salute di alcune persone, quando sono invecchiati. Ma è importante sottolineare che i partecipanti con disturbi cognitivi esistenti sono stati eliminati dall'insieme dei dati, vale a dire che tutti i soggetti hanno iniziato lo studio con funzioni cerebrali sane e normali e che una quantità minima di esercizio ha contribuito a proteggerli da una diagnosi di demenza.
Il messaggio incoraggiante è che lo studio fornisce agli anziani un ulteriore incentivo a rimanere attivi. "Non si può fare niente sulla propria genetica, ma qualcosa si può fare", dice la Bowen. "L'esercizio fisico è un comportamento preventivo salutare. Può ritardare l'insorgenza della demenza o potrebbe ridurre completamente il rischio di demenza in età avanzata".
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Fonte: American Journal of Health Promotion
Riferimento: Mary Elizabeth Bowen, (2012) A Prospective Examination of the Relationship Between Physical Activity and Dementia Risk in Later Life. American Journal of Health Promotion: July/August 2012, Vol. 26, No. 6, pp. 333-340. doi: http://dx.doi.org/10.4278/ajhp.110311-QUAN-115
Pubblicato da Michelle Hamilton in RunnersWorld il 13 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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