L'Alzheimer (AD) è uno dei disturbi cerebrali più comuni, sono stimate in 35 milioni le persone colpite in tutto il mondo. Negli ultimi dieci anni, la ricerca ha avanzato la nostra comprensione di come l'AD colpisce il cervello.
Tuttavia, la diagnosi continua a contare principalmente su test neuropsicologici che possono rilevare la malattia solo dopo l'insorgenza dei sintomi clinici.
In un supplemento del Journal of Alzheimer's Disease, i ricercatori riferiscono sullo sviluppo di biomarcatori basati su scansioni che avranno un impatto sulla diagnosi della malattia prima che il processo si metta in moto. "C'è il bisogno urgente di sviluppare biomarcatori diagnostici affidabili, in grado di rilevare la patologia di AD in una fase incipiente", dice il Dott. Pravat Mandal (foto), Professore Associato nel Dipartimento di Radiologia della Johns Hopkins Medicine a Baltimora in Maryland e Professore aggiunto al National Brain Research Center in India. "Questo numero speciale si concentra sugli ultimi progressi fatti per identificare biomarcatori diagnostici, utilizzando le più recenti modalità di visualizzazione".
Il numero esamina l'applicazione di varie tecnologie di risonanza magnetica (MRI) per la diagnosi di AD e per monitore la progressione della malattia. Ad esempio, Brian T. Gold e colleghi comunicano l'utilizzo dell'imaging a tensione di diffusione (DTI) per identificare i cambiamenti nella materia bianca dei pazienti con lieve compromissione cognitiva amnestica (MCI), un sintomo precoce di AD. Charles D. Smith e colleghi descrivono il rilevamento basato su MRI delle principali alterazioni strutturali in soggetti cognitivamente normali, che possono servire come predittore di disturbi della memoria.
Anche se la MRI fornisce informazioni sull'anatomia del cervello, la risonanza magnetica funzionale (fMRI) fornisce informazioni essenziali sulle regioni coinvolte durante compiti specifici. Questa uscita esplora il modo in cui la fMRI può rilevare i cambiamenti dell'attivazione e connettività funzionale dei pazienti con AD. Le alterazioni nel monitoraggio dell'attività cerebrale funzionale correlate a deficit di elaborazione visiva in AD hanno un potenziale immenso come biomarcatore di diagnosi precoce, secondo una revisione del Dr. Mandal e colleghi. Usando la fMRI per studiare anziani normali, pazienti con MCI, e quelli con AD quando adempiono a compiti cognitivi ed a riposo, Jasmeer P. Chhatwal e Reisa Sperling rivelano le alterazioni funzionali associate con l'invecchiamento sano, con MCI e con AD.
La spettroscopia di risonanza magnetica (MRS) è una potente tecnica non invasiva di imaging in grado di fornire informazioni cruciali sui cambiamenti neurochimici in AD. Il Dr. Mandal e colleghi riferiscono che identificare i cambiamenti neurochimici nel cervello dei pazienti con MCI e AD può fornire una "firma" dell'inizo della patologia di AD, e può essere di aiuto nella diagnosi di pazienti che si spostano dal MCI all'AD più avanzato.
L'imaging è usata anche per esaminare gli effetti molecolari e terapeutici di potenziali trattamenti per AD. Liam Zaidel e colleghi hanno trovato che i pazienti trattati per lievi sintomi cognitivi con donepezil hanno avuto un significativo aumento nella connettività funzionale interemisferica della corteccia dorsolaterale prefrontale destra e sinistra. Giulia Liberati e colleghi descrivono un metodo non invasivo di interfaccia cervello-computer in grado di rilevare lo stato emotivo e cognitivo di un paziente. E' in grado di fornire informazioni vitali sugli effetti dei farmaci clinici sulla funzione del cervello e la cognizione nei pazienti con AD.
L'edizione comprende anche un stimolante discussione di Edo Richard e colleghi che chiedono un cambiamento di paradigma nel campo della ricerca sulla demenza e nello sviluppo di biomarcatori. L'attuale ricerca di biomarcatori si concentra su quelli correlati a placche e grovigli, che sono marcatori limitati nei soggetti anziani con demenza. Gli autori suggeriscono che, riconoscere che la demenza nei soggetti più anziani è diversa dalla demenza in giovane età, porterà a nuovi approcci per sviluppare e ricercare biomarcatori.
"La ricerca è necessaria per capire quali cambiamenti molecolari, strutturali e funzionali sono causalmente legati alla comparsa di AD", dice il Dott. Mandal. "This special issue aims to conceptualize more effective and reliable biomarkers for AD.""Questo numero speciale si propone di concettualizzare i biomarcatori più efficaci ed affidabili per l'AD" "Biomarcatori per la malattia di Alzheimer mediante l'utilizzo multi-modello Imaging Research,"
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Fonte: Materiale della IOS Press BV, via AlphaGalileo.
Riferimento: Guest Edited by Pravat K. Mandal. "Biomarkers for Alzheimer's Disease Using Multi-Model Imaging Research". Journal of Alzheimer's Disease, Volume 31 (2012), Supplement 3. Published by IOS Press.
Pubblicato in ScienceDaily il 30 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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