Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I parassiti toxoplasma manipolano le cellule cerebrali per sopravvivere

Dei ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute (WEHI) in Australia hanno scoperto che i parassiti toxoplasma dormienti nel cervello manipolano le loro cellule ospitanti per garantire la propria sopravvivenza.

Toxoplasma-infected human cellCellula umana infetta da toxoplasma momenti prima che esploda. Le sfere gialle sono sacche piene di centinaia di parassiti che alla fine scoppieranno e infetteranno le cellule vicine (blu). Fonte: Simona Seizova
I ricercatori hanno dimostrato che i parassiti sono in grado di restare dormienti e non rilevati all'interno dei neuroni (cellule del cervello) e nelle cellule dei muscoli, rilasciando le proteine ​​che disattivano la capacità delle cellule di allertare il sistema immunitario.


Con l'esperienza e le tecnologie dell'impianto di genomica avanzata del WEHI e del Centre for Dynamic Imaging, sono riusciti a visualizzare i parassiti in tempo reale.


La scoperta permette di capire meglio come i parassiti Toxoplasma possono nascondersi nel cervello e cosa li induce a riattivarsi e a causare una malattia. Questo potrebbe aprire la strada a nuovi bersagli farmacologici per i pazienti che soffrono di infezioni croniche da toxoplasmosi.


La ricerca, guidata dalla dott.ssa Simona Seizova e dal prof. associato Chris Tonkin, con Ushma Ruparel e i colleghi del WEHI, è stata pubblicata su Cell Host & Microbe.

 

Una ‘battaglia molecolare’ per la sopravvivenza

La toxoplasmosi è un'infezione parassitaria che colpisce l'uomo e altri mammiferi. È causata dalla carne poco cotta o contaminata, e dall'esposizione alle feci di gatto infetto.


Circa un australiano su cinque è infettato dal Toxoplasma gondii, il parassita che causa la toxoplasmosi. Le infezioni del Toxoplasma possono causare difetti alla nascita, cecità congenita e disfunzioni neurologiche nei bambini non ancora nati. Negli adulti immuno-compromessi, può causare la cecità e anche la morte.


La dott.ssa Seizova, che ha intrapreso la ricerca come progetto di dottorato di ricerca al WEHI, ha detto che la ricerca in quest'area è limitata a causa della complessità di lavorare con il parassita durante le fasi croniche di infezione:

“Tuttavia, con un team interdisciplinare di ricercatori dedicati e le strutture d'avanguardia del WEHI, siamo riusciti a iniziare a svelare i segreti del Toxoplasma.

“I nostri risultati sono stati sorprendenti. Il campo ha già descritto il parassita come dormiente nelle fasi croniche; tuttavia abbiamo dimostrato che i bradizoiti non sono giocatori silenti. I parassiti continuano a manipolare il loro ospitante e si proteggono dagli attacchi immunitari molto dopo le fasi iniziali dell'infezione".


Ha detto che la parte più entusiasmante della scoperta è che apre la porta ad una nuova area di ricerca nel campo:

“Il Toxoplasma è un parassita affascinante e c'è molto di più da imparare su queste fasi croniche di infezione e sulla loro danza con il sistema immunitario”.


La dottoranda Ushma Ruparel ha detto che i parassiti Toxoplasma spesso restano dormienti nel cervello dell'animale ospite, dove possono riattivarsi e causare una grave malattia:

“Sappiamo che i parassiti Toxoplasma producono le proprie molecole e proteine, ​​che esportano nella cellula ospitante per proteggersi dal rilevamento da parte del sistema immunitario. Anche se questo è ben compreso nella fase acuta iniziale dell'infezione, non sapevamo ancora come il Toxoplasma dirotta le sue cellule ospitanti quando è dormiente.

“Con i nostri colleghi che hanno esperienza nel campo della genomica e della scansione avanzata, abbiamo dimostrato che il parassita esporta le proteine chiamate inibitori della trascrizione STAT1 (IST) alla cellula ospitante per sopprimere i segnali immunitari”.


Il prof. associato Tonkin ha detto che gli IST hanno un ruolo chiave nel limitare la segnalazione dell'interferone nei bradizoiti, per proteggere le cellule ospitanti dalla morte immuno-mediata, che è essenziale per la lotta del corpo contro il Toxoplasma:

“L'interferone è la molecola di segnalazione del sistema immunitario. Emana un segnale intermittente per notificare al sistema immunitario che il corpo è stato infettato con una serie di malattie, incluso il Toxoplasma.

“L'interferone è cruciale nella lotta contro le malattie. Tuttavia, l'astuto parassita tenta di spegnere questo segnale durante il periodo di latenza, in quanto è l'unico modo in cui può sopravvivere. Mentre il sistema immunitario è determinato a eliminare l'infezione dal corpo, il parassita ha solo la sopravvivenza nella sua mente. Quindi, è essenzialmente un braccio di ferro, una battaglia molecolare”.

 

Collegamento alla malattia neurologica

Anche se è poco chiaro il meccanismo esatto di come e perché l'agente patogeno viene riattivato per creare una malattia, sembra che vi sia una relazione con le persone che hanno deficit immunitari e lesioni cerebrali.


L'associazione tra il Toxoplasma e le condizioni neuropsichiatriche osservata negli ultimi dieci anni è un altro elemento curioso di questa malattia, ha detto il prof. Tonkin:

"Mentre c'è una correlazione tra l'infezione da Toxoplasma e la schizofrenia, il disturbo bipolare e altre malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer, non c'è ancora la causalità, perché non conosciamo la causa ed effetto“.

"Il modo in cui questo parassita risiede nel nostro cervello durante l'infezione cronica e il modo in cui si nasconde dal nostro sistema immunitario innato per sopravvivere sono abbastanza unici. Anche se questo lavoro è stato fatto tutto in laboratorio, getterà le basi per avvicinarci a capire le annose questioni su come questi agenti patogeni interferiscono nei nostri percorsi neurali e quale è il loro ruolo esatto.

"Il nostro prossimo passo è capire cosa c'è nelle infezioni croniche che produce quei cambiamenti davvero unici delle infezioni croniche. Abbiamo trovato una proteina specifica del parassita che sembra avere un ruolo, ma non sembra essere responsabile di tutti cambiamenti, e vogliamo esplorare se ce ne sono altre".

 

Affrontare un peso cruciale per la salute

I risultati hanno iniziato a svelare i giocatori molecolari che aiutano gli agenti patogeni a creare latenza, fatto che potrebbe permetterci di capire meglio l'impatto dei parassiti sul cervello.


Il prof. associato Tonkin ha detto che le infezioni latenti sono uno dei più grandi fardelli della salute a livello globale:

"Malattie come l'HIV, l'epatite, la malaria e la tubercolosi sono esempi di infezioni croniche o latenti che causano malattie significative, disabilità e impatto economico. Se saremo in grado di capire che cosa induce a riattivarsi queste infezioni latenti e il loro controllo sulle nostre cellule e sul cervello, saremo sul percorso di scoprire nuovi trattamenti che riducono questo fardello per alcune delle popolazioni più svantaggiate in tutto il mondo".

 

 

 


Fonte: Walter and Eliza Hall Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Simona Seizova, Ushma Ruparel, Alexandra Garnham, Stefanie Bader, Alessandro Uboldi, Michael Coffey, Lachlan Whitehead, Kelly Rogers, Christopher Tonkin. Transcriptional modification of host cells harboring Toxoplasma gondii bradyzoites prevents IFN gamma-mediated cell death. Cell Host & Microbe, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)