Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Vivere con demenza e prendere decisioni

Le persone affette da demenza possono ancora prendere decisioni nella loro vita quotidiana e, con il sostegno del partner, possono continuare a farlo anche quando la loro condizione progredisce.

Questo è uno dei risultati preliminari di un progetto biennale di ricerca finanziato dall'Economic and Social Research Council (ESRC) sul modo in cui le coppie sposate, che vivono con demenza, prendono decisioni su base quotidiana.

Lo studio sta indagando su come le coppie prendono decisioni su questioni come cosa mangiare o indossare, così come il modo in cui prendere decisioni più complesse su chi gestisce le finanze, e se frequentare o meno un centro diurno. Lo scopo dello studio è di identificare il sostegno pratico che può aiutare le coppie a prendere queste decisioni.

La ricerca della Dssa Geraldine Boyle e della dssa Katherine Ludwin dell'Università di Bradford insieme con la dssa Lorna Warren dell'Università di Sheffield si riferisce a persone affette da demenza precoce e a quelle con demenza più avanzata. Hanno passato del tempo a casa con le coppie, intervistando ogni partner e osservandoli nella loro routine quotidiana. Commenta la dssa Boyle: "E' importante per le persone con demenza essere sostenute per consentire loro di prendere decisioni quando sono ancora in grado di farlo. Avere demenza non significa automaticamente perdere la capacità decisionale - questo deve essere considerato decisione per decisione. I professionisti hanno bisogno di facilitare il coinvolgimento delle persone affette da demenza nel processo decisionale il più possibile".

I risultati preliminari principali includono:

  • I modelli decisionali sono influenzati dal rapporto di coppia prima della demenza. Il partner che ha sempre avuto il comando, spesso continuerà a farlo, però nella maggior parte dei casi il partner senza demenza finirà per assumere questo ruolo.
  • Il genere ha un impatto decisivo sul processo decisionale. Gli uomini affetti da demenza sono più propensi a continuare a svolgere un ruolo guida se l'hanno sempre fatto.
  • Le persone affette da demenza amano ancora essere coinvolte nel processo decisionale, ma possono cercare di coinvolgere il loro coniuge per questo processo.
  • I coniugi di persone con demenza cercano di sostenere queste ultime nel prendere decisioni. Per esempio, il partner con demenza può ancora pagare alla cassa, se la coppia fa la spesa insieme.
  • I coniugi possono prendere decisioni a volte, quando il loro partner può ancora prendere queste decisioni. Questo può dipendere da fattori quali pressione di tempo e il desiderio di ridurre l'onere per i loro partner.
  • Tuttavia, le decisioni complesse, come frequentare un centro diurno, possono causare ansia e queste devono essere negoziate e gestite con sensibilità.
  • Le persone affette da demenza più avanzata possono ancora comunicare le loro simpatie o antipatie, attraverso le espressioni facciali e il comportamento, per esempio.

Lo studio ha anche scoperto che le persone con demenza potrebbero richiedere incoraggiamento per prendere decisioni, così come l'opportunità di prendere queste decisioni per se stessi. La Dssa Boyle conclude: "Poiché la demenza è ancora piuttosto una malattia stigmatizzata, coloro che vivono con la condizione sono sensibili alle reazioni degli altri. La loro fiducia può essere molto fragile. E' importante che si sentano bene con se stessi e sappiano che il loro parere .. conta ancora".

Il progetto ha coinvolto interviste e osservazioni con 21 coppie affette da demenza da Bradford di età compresa tra 60 a 80 anni. L'approvazione etica è stata ottenuta dal National Social Care Research Ethical Committee. I partecipanti hanno frequentato caffè sociali o gruppi di sostegno gestiti dall'Alzheimer's Society.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 


Pubblicato in EurekAlert! il 29 settembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)