Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esami del sangue per scoprire il ritmo di progressione dell'Alzheimer

Un team di scienziati guidato da ricercatori della Johns Hopkins, potrebbe aver trovato un modo per prevedere quanto velocemente perderanno la funzione cognitiva i pazienti con Alzheimer (AD), cercando nel rapporto tra due composti grassi nel sangue.

La scoperta, dicono, potrebbero fornire informazioni utili alle famiglie e ai caregivers, e potrebbe anche suggerire obiettivi di trattamento per questa malattia neurodegenerativa incurabile e straziante.

Una precedente ricerca ha mostrato che un declino delle funzioni cognitive a ritmi diversi nei pazienti con AD; circa un terzo non peggiora del tutto in cinque anni, un terzo cala ad un tasso moderato, e l'altro terzo declina in fretta. Prevedere con precisione il ritmo del declino cognitivo potrebbe aiutare i pazienti e gli operatori sanitari a prepararsi meglio e, se i trattamenti sono sviluppati, aiutare i medici ad asssistere maggiormente coloro la cui discesa nella demenza è probabile che sia accelerata. Attualmente non ci sono trattamenti efficaci preventivi che prevengono, rallentano o fermano l'AD, anche se i ricercatori avvertono che ulteriori studi devono essere fatti prima che il loro test sui grassi nel sangue dimostri il suo valore.

"Crediamo che ci sia una relazione tra questi lipidi e la progressione dell'AD, ma questo lavoro non è ancora pronto per essere utilizzato clinicamente", secondo Michelle Mielke, Ph.D., assistente professore di psichiatria alla Johns Hopkins University School of Medicine e autrice principale di un articolo sul lavoro pubblicato sul Journal of Alzheimer. Il gruppo della Mielke ha analizzato i dati di 120 malati probabili di Alzheimer all'Alzheimer Disease and Memory Disorders Center del Baylor College of Medicine in Texas, misurando una serie di grassi nel sangue del paziente, oltre a condurre valutazioni cognitive durante una media di 4,2 visite in 2,3 anni. I ricercatori hanno trovato che maggiore è il livello di plasma sphingomyelins, minore è il livello di ceramide (due tipi di grassi presenti nelle cellule in tutto il corpo), più lenta è la progressione della demenza di Alzheimer.

Anche se i ricercatori sottolineano che il legame tra i grassi e l'AD non è ben compreso, i ceramidi sono coinvolti nel processo infiammatorio e nella morte cellulare. Se ci sono meno ceramidi circolanti, uccisori di cellule (che a loro volta possono uccidere un minor numero di cellule cerebrali importanti), il risultato può essere una progressione più lenta della malattia, dice la Mielke. Nel frattempo, uno studio precedente della Mielke e del suo team ha dimostrato che i livelli di ceramide più elevati sono associati a una maggiore contrazione del centro della memoria del cervello nel corso di un anno, nei pazienti con decadimento cognitivo lieve. Dati scientifici di base hanno anche legato i livelli di ceramide ai livelli della proteina beta amiloide, l'accumulo tipico nell'Alzheimer.

Se i rapporti di grasso nel sangue risultano essere importanti, Mielke dice che ci possono essere modi di usare questa scoperta per rallentare il declino cognitivo. Per esempio, un enzima noto come sfingomielinasi metabolizza gli sphingomyelins nei ceramidi. E' possibile, dice, che se un inibitore della sfingomielinasi fosse usato per rallentare il processo di scomposizione degli sphingomyelins nei ceramidi, la progressione della malattia potrebbe essere interrotta.

Sebbene siano state fatte molte ricerche per trovare il modo di fermare l'Alzheimer, finora l'unica terapia approvata tratta i sintomi del declino cognitivo in alcuni pazienti per un breve periodo di tempo. Non fa nulla per alterare il decorso della malattia.

"E nessuno degli altri composti negli studi clinici stanno mostrando i benefici fino ad oggi", dice Mielke, che è anche consulente associata alla divisione di epidemiologia della Mayo Clinic. "Forse abbiamo bisogno di spostare la nostra attenzione. Le risposte potrebbero essere in questi lipidi, che possono essere misurati nel sangue".

Altri ricercatori della Hopkins a contribuire a questo lavoro includono Norman J. Haughey, Ph.D., Vera Venkata Ratnam Bandaru, Ph.D., e Costantine G. Lyketsos, MD

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 

 


 

Fonte: Materiale della Johns Hopkins Medical Institutions.

Riferimento: Michelle M. Mielke, Norman J. Haughey, Veera Venkata Ratnam Bandaru, Danielle D. Weinberg, Eveleen Darby, Noman Zaidi, Valory Pavlik, Rachelle S. Doody and Constantine G. Lyketsos. Plasma Sphingomyelins are Associated with Cognitive Progression in Alzheimer's Disease. Journal of Alzheimer's Disease, 2011; DOI: 10.3233/JAD-2011-110405.

Pubblicato in ScienceDaily il 4 Ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)